Il Movimento Civico RETE ha presentato un’interrogazione al Congresso di Stato per sollevare dubbi significativi riguardo l’esistenza e la giustificazione di un presunto “Museo del Trenino Storico” a San Marino, ponendo in discussione una recente spesa pubblica di mezzo milione di euro. La contestazione prende le mosse dalla delibera del Congresso di Stato (n. 26 del 28 ottobre 2025) che ha distolto ben €500.000 dal fondo destinato alla gestione dei parchi e del verde pubblico per indirizzarli al recupero delle gallerie e dei rotabili a Borgo Maggiore e San Marino Città; tale finanziamento è stato presentato come finalizzato all’allungamento di circa 100 metri del binario morto su cui è posizionato il “treno bianco azzurro”, con l’obiettivo dichiarato di portarlo “fino al cuore del Piazzale Stazione”. La polemica si è accesa in seguito alle dichiarazioni del Segretario di Stato Federico Pedini Amati, il quale ha sostenuto che nell’edificio del Piazzale Stazione, un tempo adibito a bagni e attività commerciale, è stato istituito il “Museo del trenino storico”. RETE, tuttavia, ha fortemente contestato questa affermazione, rilevando l’assoluta mancanza di tracce pubbliche dell’esistenza di tale struttura: il presunto museo non è menzionato su alcuna guida turistica, non è pubblicizzato sul sito ufficiale dell’Ufficio del Turismo, neanche nelle sezioni dedicate al Trenino o alla Galleria Montale, e risulta privo di qualsiasi riferimento online al di fuori delle esternazioni del Segretario di Stato; un sopralluogo effettuato dagli stessi consiglieri di RETE al Piazzale Stazione ha confermato l’assenza di indicazioni o prove di un museo nell’edificio, che ospita invece i bagni pubblici e la sede di un’associazione culturale. A supporto della loro tesi, i consiglieri hanno richiamato la definizione di “museo” come raccolta e valorizzazione pubblica di oggetti di interesse storico-culturale, per sottolineare l’incongruenza della situazione. L’interrogazione si conclude con una serie di precise richieste di informazioni al Congresso di Stato per verificare la realtà dei fatti, chiedendo di conoscere l’ubicazione esatta, il numero di visitatori e gli incassi degli ultimi cinque anni, gli orari, i giorni di apertura e la data di inaugurazione, l’identità dei proprietari e dei curatori, se il Segretario di Stato lo abbia mai visitato, se il Congresso abbia fornito patrocini o contributi finanziari (con richiesta di copia delle delibere) e, infine, perché il sito ufficiale turistico non ne faccia menzione, domandando quali risultati concreti si attendano dalla spesa di 500.000 euro per valorizzare un’entità di cui si contesta l’esistenza tramite l’allungamento di un binario morto.
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