San Marino. Intervento Consigliere Alessandro Mancini Comma 2 – Dimissioni Consigliere Simone Celli

Intervento Consigliere Alessandro Mancini
Comma 2 – Dimissioni Consigliere Simone Celli –

Eccellenze, colleghi Consiglieri,

In tanti anni passati in questa aula , forse troppi a detta di qualche consigliere della maggioranza – ci siamo trovati a discutere dimissioni di Consiglieri, dimissioni a volte di carattere personale , a volte di carattere politico.

Ma credo che in questo caso sia evidente a tutti che queste dimissioni hanno caratteristiche ben diverse da tante altre .

Se si volesse essere veramente severi nel giudizio delle dimissioni oggetto del comma si potrebbe seguire una via.

Basterebbe riproporre, perdonatemi il termine , una “carrellata” delle dichiarazioni rilasciate da Simone Celli in questi tredici anni di attività politica.

Suddividerle per titoli (espressione peraltro fatale per l’ex Consigliere Celli) e riproporle all’aula.

I titoli potrebbe riguardare quattro parole: Coerenza – Questione Morale – Banche – Dimissioni.

Parole che, legate alle prese di posizione di Simone Celli, ci aiutano capire quanto contraddittoria, per non dire più bipolare, sia stata la sua presenza nella politica e nelle istituzioni di questo Paese.

Di Celli ricorderemo (forse!) le tante, innumerevoli, e facili dimissioni.

Un rapporto, quasi simbiotico, quello con le dimissioni.

Non c’è stato un momento in cui Celli abbia affrontato serenamente la vita politica e le dimissioni sono spesso state usate da lui come arma di difesa.

Ma, stavolta, ciò che gli ha garantito di sopravvivere lo ha definitivamente affossato.

Eccellenze,

In Commissione Finanze, lo scorso autunno, abbiamo toccato con mano la disperazione, politica e forse non solo politica di Simone Celli.

Assistendone all’esplosione in maniera dirompente e assolutamente pericolosa.

Erano i giorni in cui il Paese si trovava a fare i conti, è bene ricordarlo, con l’Ordinanza “Titoli”.

Le parole usate da Celli in quel contesto superarono il limite della decenza.

Furono tutti messi in imbarazzo, compresa l’Eccellentissima Reggenza presente ai lavori della Commissione Finanze.

E – per la prima volta nella storia – assistemmo ad un inaudito attacco al Tribunale e a Banca Centrale .

Già a ottobre – con questo atto – Celli aveva dimostrato di non essere una persona in grado di rappresentare le istituzioni del nostro Paese.

Ma nonostante questo Celli, grazie alla consueta copertura politica della maggioranza, se ne è sbattuto di tutto partecipando – con le dimissioni da Segretario di Stato in mano – al meeting del FMI.

Perché questo è il vero tema: la copertura politica da parte della maggioranza di Adesso.SM di cui sempre ha goduto e beneficiato Simone Celli, quella copertura che Celli ha utilizzato ad uso e consumo approfittando in tante occasioni , o utilizzando proprio le emergenze per non dare tempo a nessuno di riflettere.

Eccellenze,
Colleghi Consiglieri,

Celli ha sempre operato dal Governo in accordo con i colleghi Segretari di Stato e con il placet della sua maggioranza politica di riferimento.

Se poi in sede di Governo decidesse prima le cose con altri due (a volte tre) colleghi cambia poco la sostanza.

Semmai, ma non è un problema nostro, è un discorso di dignità (consentitemi la battuta) per la squadra B del Congresso di Stato chiamata a ratificarne le scelte che comunque venivano condivise.

Questo dato è incontrovertibile: ci sono atti, fatti, prese di posizione che vanno in questa unica e coerente direzione.

Il problema è che Celli ha dato corso a scelte manifestamente orientate da un mondo esterno ben radicato e con un piano di occupazione del Paese lucido ma distruttivo per la nostra comunità.

Mi viene da sorridere quando Celli afferma che è stato “dimissionato” perché ha lottato contro un potere che da venti anni governa il vero potere di questo Stato.

Mi viene da sorridere perché allora la prima risposta da dargli sarebbe: “Ma allora ti sei alleato con un altro potere esterno per ribaltare lo status quo che ha sempre governato il Paese?”.

Andando un po’ più in profondità si potrebbe smascherare il Celli – pensiero con grande facilità.

Magari il potere a cui si riferisce il nostro Ex è lo stesso, per certi versi, che Celli desiderava sconfiggere?

Se fossi in Celli mi interrogherei se più che una vittima – con buona pace per il suo orgoglio politico – il suo ruolo sia stato quello – e lo dico senza offesa, ma valorizzando anzi il richiamo storico e politico dell’espressione – dell’espressione di “utile idiota”.

Pleonastico, come usa spesso dire qualche luogo tenente di questa maggioranza, sarebbe poi ricordare a Celli che si è alleato con forze che in questi venti anni qualche problema – perlomeno con la continuità di anni al governo – ce l’hanno.

Eccellenze,

E’ incontrovertibile che, oggi, Civico 10 abbia chiesto a Celli di uscire dal Consiglio Grande e Generale.

Repubblica Futura e Sinistra Socialista Democratica hanno abbozzato e tutto si è risolto.

Il rapporto con l’Italia non vola ma veleggia verso successi ancora ignoti (o meglio noti al Governo ed ignoti ai sammarinese);

La questione Giustizia è risolta grazie ai reiterati silenzi del titolare del Dicastero;

Il sistema bancario va solo un po’ aggiustato (se poi a pagarne sono i cittadini e i dipendenti del settore non è colpa di questo Governo),

Scuola, Pensioni e tanto altro sono dettagli.

Rimane solo un dubbio: il potere ventennale che Celli non è riuscito a sconfiggere, ora chi si incaricherà di batterlo?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Alessandro Mancini
Capogruppo del Partito Socialista
San Marino il 14 Febbraio 2019