Profondo sollievo”. Questa la prima sensazione dell’ex segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni non appena ha appreso della notizia della fuoriuscita di San Marino dalla black list. “Dopo un lavoro durato anni – racconta – di adeguamento agli standard internazionali, adozione delle conseguenti normative e delle migliori pratiche a livello interno e soprattutto, di recupero di fiducia nei confronti del nostro Paese da parte delle autorità italiane, il lavoro più difficile e che ha preso più tempo è stato proprio convincere i nostri interlocutori che San Marino fosse cambiato, che certe cose non sarebbero state più tollerate e che i politici sammarinesi avevano smesso di andare a Roma ad assumere impegni che avrebbero poi tranquillamente disatteso”.
Il decreto del Mef era comunque atteso a breve giusto?
“Sapevamo che era imminente, tuttavia ci tengo a ringraziare il Ministro Saccomanni e tutti coloro che da Roma hanno accelerato al massimo l’uscita di San Marino dalla black list e affinché non venisse ulteriormente ritardata dall’imminente caduta del governo italiano”.
Il percorso è stato indubbiamente lungo, ritiene che si sarebbe potuto accelerare in qualche modo?
“Non credo che San Marino avrebbe potuto essere più rapido. È l’Italia che ha voluto prendersi più tempo. Ricordo infatti che il 31 marzo 2009, e cioè meno di quattro mesi dopo l’insediamento del governo nel dicembre 2008, il Ministro degli esteri della Repubblica italiana Franco Frattini è venuto in visita ufficiale in Repubblica firmando l’accordo di cooperazione economica e l’accordo che ha reso possibile, dopo decenni di stand-by, l’entrata in vigore delle intese per l’utilizzo da parte di San Marino dell’aeroporto di Rimini. Nel novembre 2009 è stato inoltre firmato l’accordo di collaborazione finanziaria. Quanto al Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali, il negoziato è terminato nella primavera del 2009, ma l’Italia ha dato il via libera alla firma soltanto nel 2012. Quanto ai problemi che avevamo a livello internazionale, e che costituivano un ostacolo alla normalizzazione dei rapporti bilaterali, San Marino sin dal settembre 2009 è entrato nella white list dell’Ocse, uscendo dalla lista grigia in cui eravamo da anni.
Ed è uscito dalla procedura rafforzata Moneyval in cui eravamo finiti l’anno precedente e che tanti problemi ci ha creato. Come ho appena detto, il lavoro che ha preso più tempo è stato convincere le autorità italiane che San Marino intendeva davvero cambiare e imboccare senza tentazioni di ritorno all’indietro la strada della trasparenza e dell’adeguamento agli standard internazionali.
Aggiungo tuttavia che la fine anticipata della precedente legislatura non ci ha di certo aiutato, a Roma nessuno ha capito come mai la politica sammarinese fosse così autolesionista da decidere di far cadere il governo quando eravamo ad un passo dalla ratifica degli accordi da parte del Parlamento italiano e dall’uscita dalla black list. Ricordo infatti che la procedura di ratifica era iniziata nella scorsa legislatura”.
Rispetto alla situazione del 2010, quando da Roma è stato emanato il decreto incentivi che faceva dei paesi in black list degli osservati speciali da parte dell’Italia, cos’è che ha davvero sbloccato la situazione aprendo la strada alla ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni?
“la certezza che San Marino fosse cambiato. Ed in questo decisivo è stato sicuramente, oltre all’adeguamento normativo, il lavoro delle autorità giudiziarie e amministrative sammarinesi che hanno rapporti quotidiani con le controparti italiane. Ma anche il sostegno di numerosi amici italiani che, impegnati in diversi settori, ci hanno aiutato a convincere le autorità politiche italiane che il nostro Paese era divenuto affidabile. Amici a cui sono profondamente grata”.
Come Segretario di Stato agli Esteri fino a poco più di un anno fa, ha seguito in prima persona molte fasi di questo percorso e ha anche subito spesso attacchi politici per i ritardi nella ratifica prima e per i ritardi nella fuoriuscita poi.
Che considerazioni ritiene di fare rispetto ai passati detrattori?
“Il tempo è galantuomo e la storia si costruisce con un certo distacco. Invito chiunque a guardare al numero di accordi firmati durante il mio mandato e all’azione condotta rispetto alle situazioni più critiche che avevo trovato al momento del mio insediamento: ricordo che avevamo enormi problemi con l’Italia, con il Moneyval, con l’Ocse ed anche con l’Unione Europea in ragione delle triangolazioni. Aggiungo solo che ho dato il massimo senza fare giochini politici che piacevano tanto ad altri e che sono felice di essermi messa al servizio del Paese in un momento in cui la mia presenza poteva essere utile. la maggioranza in Consiglio mi ha sempre lealmente sostenuto, ma ancora qualche giorno prima dell’annuncio della data della firma del Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali, avvenuta il 13 giugno 2012, anche dall’interno del Governo e della maggioranza non è mancata qualche voce che affermava che l’Italia quell’accordo non l’avrebbe firmato mai… evidentemente la pervicacia, la determinazione e la certezza di essere sulla buona strada hanno pagato”. (…) San Marino Oggi