San Marino. Intervista a Elisa Zafferani: “Il mio auspicio per l’8 marzo è che ogni donna possa sentirsi davvero sicura”

Un vecchio proverbio messicano recita: “La casa non poggia le fondamenta sul terreno, ma su una donna”. Nonostante le buone intenzioni di chi lo ha coniato, tale frase racconta di una donna pronta a prendersi cura della casa, mentre l’uomo lavora. Uno stereotipo fuori moda. E per fortuna la realtà oggi riporta tutta un’altra storia. Ciò che resta sempre uguale invece, è la difficoltà per le donne di poter essere lavoratrici e madri. Troppi bastoni fra le ruote e ancora poche opportunità per diventare realmente indipendenti. Nella giornata odierna, dedicate a tutte le donne, diamo allora voce alla sammarinese Elisa Zafferani, nota commercialista, la quale incarna perfettamente la donna in carriera, che non rinuncia però ad essere madre, ma nemmeno ad essere se stessa, nella vita come nel lavoro.

 

Elisa Zafferani, l’ultimo prestigioso incarico in ordine temporale la vede presidente di BKN301. Cosa le sta trasmettendo questa esperienza in un mondo, quello delle banche, dove spesso e volentieri sono gli uomini a ricoprire ruoli apicali?

“BKN301 è una realtà molto particolare, per me è un sogno che si realizza perché è la dimostrazione che a San Marino è possibile fare business in maniera innovativa e con un respiro internazionale. L’attività di BKN301 è uno stimolo costante per le istituzioni sammarinesi, perché propone soluzioni che intendono superare i limiti che il sistema economico e finanziario sammarinese si pone talvolta di fronte alle difficoltà di un sistema normativo che, talora, necessita di integrazioni e adattamenti a un mondo che è in continua evoluzione.

E’ vero che il sistema finanziario sammarinese è sempre stato guidato dagli uomini, ma Banca di San Marino ha dimostrato con l’attuale formazione del Consiglio di Amministrazione che una governance quasi completamente al femminile può raggiungere risultati ragguardevoli, gestendo in maniera coraggiosa situazioni e dinamiche aziendali complesse, riportando in equilibrio patrimoniale e in situazione reddituale positiva un istituto bancario, nonostante le ridotte dimensioni del mercato sammarinese. Dall’esperienza in Banca di San Marino sono stata arricchita professionalmente e personalmente di nuove relazioni con i miei colleghi del Consiglio di Amministrazione, che mi ha poi portato alla presidenza di BKN301.

L’esperienza di BKN301 sta confermando una convinzione che ho sempre avuto, che il successo di un’azienda è legato alla qualità e alla coesione della sua squadra. Il benessere e le buone relazioni tra i dipendenti e i collaboratori sono mattoni fondamentali per raggiungere successo ed efficienza gestionale. Walt Disney ha saggiamente detto che ‘Tu puoi disegnare, creare e costruire il posto più bello del mondo. Ma ci vogliono le persone per rendere il sogno realtà’”.

 

 

Come è possibile per una donna in carriera, conciliare il lavoro e la famiglia?

“E’ un equilibrio complesso da gestire, ma ne vale assolutamente la pena, soprattutto se si vuole offrire un modello di donna forte e indipendente ai propri figli, come mia mamma è stata per me. Occorrono grande capacità di organizzazione e una forte responsabilità, nel senso etimologico di abilità di rispondere, quindi saper agire e decidere velocemente in ogni situazione. Penso anche che sia importante essere pragmatica, mettendo da parte il perfezionismo. Per quanto io persegua costantemente l’eccellenza in tutto ciò che faccio, amo il motto ‘fatto è meglio che perfetto’. Non nascondo che ho una persona speciale che mi aiuta nella gestione della casa e degli impegni dei miei figli, senza la quale non potrei dedicare al lavoro il tempo che serve per svolgere tutte le attività di cui mi occupo”.

 

Secondo lei era più facile ieri o è più facile oggi essere donna? Perché?

Posto che non amo particolarmente l’aggettivo ‘facile’ perché ho sempre preferito le scelte ‘difficili’, probabilmente oggi ci sono più opportunità per le donne di realizzarsi e raggiungere gli obiettivi che desiderano anche se il passato ci ha regalato esempi di donne straordinarie come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack che sono emerse eccellendo nei loro campi dominati tradizionalmente dagli uomini.

Un livello di scolarizzazione superiore rispetto al passato ha consentito a molte donne moderne di poter ricoprire ruoli che una volta erano solo appannaggio di uomini. Sinceramente non sono una sostenitrice delle quote rosa, che ho sempre reputato uno svilimento delle reali potenzialità di noi donne. Ciascuna posizione lavorativa va raggiunta per meriti professionali, non per una questione di genere.

D’altra parte, ieri probabilmente era più facile essere madre, mettere al mondo e crescere figli poiché vi era una presenza familiare più ‘comunitaria’ nel senso che le case erano dei piccoli villaggi, in cui la convivenza sotto lo stesso tetto o nelle immediate vicinanze consentiva alle neomamme di essere più accudite e sostenute rispetto alle tante situazioni di solitudine che l’attuale società spesso ci presenta. Con ogni bambino nasce anche una madre, che se non ha riferimenti esperti vicini rischia di sentirsi inadeguata e in difficoltà.

La frammentazione dei nuclei familiari rappresenta secondo me un grave pericolo per la dispersione di grandi valori quali la solidarietà e la condivisione, fondamentali per costruire le basi di una società più equa ed etica”.

 

Si sta facendo abbastanza a San Marino per contrastare la violenza sulle donne?

“Nonostante l’evoluzione evidente della condizione delle donne dei tempi recenti, è purtroppo ancora un odioso problema per cui non esiste una soluzione facile. A mio avviso si deve sostenere un forte lavoro culturale di educazione delle giovani generazioni, fornendo loro strumenti per migliorare la comunicazione, che considero l’esatto opposto della violenza.

Un uomo che usa la violenza rappresenta il fallimento dell’umanità, per cui per cancellare questa piaga occorre rinforzare ciò che consentirebbe di non arrivarci.

Sarebbe, inoltre, necessario che le donne si sentano sicure di denunciare per questo occorre una giustizia che operi velocemente e con grande sensibilità nei confronti delle parti offese”.

 

Gli scenari di guerra e le migrazioni ci impongono di osservare e cogliere tutte le sfumature, oltre il giallo di una mimosa. Cosa cambierebbe nel mondo con più donne nelle varie stanze dei bottoni?

“Il secolo scorso ha rappresentato per le donne una vera rivoluzione, consentendo, tra i tanti diritti conquistati, la partecipazione attiva alla politica, che molti ancora ritengono, seguendo una visione retrograda, più adatta agli uomini. E’ indubbio che per una donna inserire la vita politica in una quotidianità mediamente più complessa di quella di un uomo sia davvero sfidante, ma è altrettanto vero che per natura le donne sono più inclini al sacrificio, cioè a rendere sacro ciò che fanno e di cui si occupano. Date a una donna qualsiasi cosa, ve la restituirà migliorata. Per questo motivo sono sicura che se più donne decidessero di mettere le loro competenze al servizio della politica, il mondo si arricchirebbe di empatia, capacità organizzative e spirito di accoglienza.

Esattamente con questa visione ho iniziato la mia esperienza politica nel 2019 con il partito DOMANI Motus Liberi, di cui oggi sono il Responsabile dei Rapporti Internazionali.

Sono convinta che la politica abbia necessità di una maggiore presenza femminile, non come già detto per rispetto di un triste principio di quote rosa, ma proprio per lo sguardo differente che potrebbero offrire per analizzare e migliorare la realtà che viviamo”.

 

Qual è il suo auspicio per la giornata di oggi, 8 marzo?

“Il mio auspicio per questa ricorrenza è che ogni donna possa sentirsi davvero sicura nello scegliere ciò che desidera per la propria vita e che sia capace di trovare in sé stessa quella determinazione per trovare il suo posto nel mondo.

Servono per questo motivo norme che tutelino maggiormente le donne, a partire dalla parità salariale con gli uomini. Servono norme più flessibili che supportino chi vuole diventare mamma, affinché non esista più il rischio di perdere il lavoro o di essere demansionata. Servono maggiori servizi per chi vuole tornare a lavorare e non sa a chi lasciare il bambino. Serve maggiore sostegno per le famiglie, perché fare figli non deve essere un lusso. La società deve riconoscere nella famiglia la cellula fondante della società e deve incentivare la natalità per sopperire al disastro previdenziale verso cui stiamo andando.

In generale occorre aumentare il riconoscimento del grande valore delle donne per il mondo e per questo il modo migliore è che loro stesse si mettano in gioco, ambendo a sedersi ai tavoli dove le decisioni vengono prese, che siano in ambito politico, economico, finanziario e sociale.

Come ha saggiamente detto Margaret Thatcher: ‘Se vuoi che venga detto qualcosa chiedi a un uomo, se vuoi che venga fatto qualcosa, chiedi a una donna’. Che la festa delle donne possa essere ogni giorno!”.

 

David Oddone

(La Serenissima)