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Purtroppo mi sta stretto il nostro ospedale e non permette ai giovani di crescere. Mi stanca la solita “guerra dei poveri” ed allora ho pensato di crearmi io una sfida, con me stessa. Così ho pensato di crearmi un viaggio, un esperienza inerente il mio lavoro, che comunque per me è stupendo. Ho collegato le due cose ed incominciato a fare ricerche finché ho trovato questo posto, in Indonesia.Sei un’infermiera professionista! Che scuole hai fatto?Ho fatto l’università scienze infermieristiche ed appena mi sono laureata ho iniziato a lavorare in terapia intensiva presso il nostro ospedale.Da quanti anni lavori in ospedale?6 anniChe fai di preciso in Indonesia? e per quanto ci starai?Allora! ho un progetto con la Caritas di Bologna gemellata con la Caritas italiana. Essendo un’infermiera mi hanno chiesto se volevo aiutarli nel progetto salute per questo orfanotrofio, dove ci sono tanti bimbi autistici, muti, malnutriti. E in più faccio assistenza domiciliare qui nelle case della gente del luogo.sei sola o lavori in equipe?Sono sola in questo progetto. Poi qui all’orfanotrofio ci sono altre tre suore e 8 ragazze, mie coetanee che vengono da varie regioni dell’Indonesia, che per pochi spiccioli aiutano questi bambini. Io dovrei stare qualche mese. Diciamo che mi sono presa del tempo ed ho preso l’aspettativa fino a giugno. Ma vedo giorno per giorno per giorno come fare.Io sono in un isola dell’Indonesia Pulau nias assolutamente sconosciuta e travolta dall’ultimo tsunami. Qui l’80% è cattolico poi si ci sono anche i musulmani ma no, non ho paura. Ho più paura dei terremoti che sono frequenti ne ho già sentito uno proprio ieri.Qual’è stata la tua impressione appena arrivata all’orfanotrofio?Dopo la festa di 34 bambini addosso tutti assieme volevo scappare.Ti si sarà aperto il cuore? vedendo tanti bambini sorridenti attorno a te. Sorridono ed hanno poco o nulla.L’impatto è stato duro e in conflitto con tante emozioni. Qui parlano solo indonesiano e comunicare è difficilissimo.Che cosa hai fatto fino ad ora. Nel concreto di che cosa ti occupi?E’ indescrivibile quello che regalano gratis questi bambini. Sono dei bambini senza vizi, non fanno capricci, sono dei piccoli guerrieri perché per loro la vita è già difficile ma nonostante tutto ridono giocano, senza giochi, fra di loro e sorridono sempre. Momentaneamente vado a scuola tutte le mattine. Finita la scuola alla mattina inizio la school terapy con i bimbi disabili e autistici. Al pomeriggio sto con i bambini. Si gioca, si balla, si fanno i compiti poi la merenda e alle 16 il mandi che è il loro bagno e fanno il bagnetto. Poi sto sempre con i bimbi fino all’ora di andare a letto dopo dichè io vado nel mio piccolo appartamento riservato .Beh c’è una bambina, si chiama Netty, che mi è entrata nel cuore. Non ha niente di diverso o in più rispetto agli altri. E’ stato semplicemente il cuore che l’ha scelta. Con lei non mi servono le parole basta guardarci e scatta un sorriso. Con lei sto imparando tante cose e sto provando un sentimento che nella mia vita era per me sconosciuto.I tuoi genitori che hanno detto? hanno apprezzato questa tua esperienza di volontariato? In un paese così lontano?Non erano e non sono molto contenti a sapermi da sola dall’altra parte del mondo. Però ormai alla soglia dei quasi trent’anni sono libera di fare quello che mi pare. E comunque io credo che in fondo siano un pò orgogliosi di questo mio progetto.Lo consiglieresti? come opera di volontariato? E’ la prima che hai fatto?Si, ho già fatto volontariato altre due volte in Madagascar però per tempi più brevi e in un ospedale gestito però da italiani. Quindi nonostante ero in Africa c era la doccia e i maccheroni.E qui invece…Qui da panico. C’e il mandi che è una piccola vasca dove non si en
tra ma ci si lava con delle ciotole con l’acqua piovana, quando c’e. A volte l’acqua arriva di colore marrone ed a volte non viene proprio. Per questo motivo quando viene ne tengono un pò nella vasca e non la sporcano ma si lavano con la ciotola di fuori. Nel bagno c’e solo questa vasca e una turca. Io mi lavo i denti sopra la turca. E quando ti lavi la faccia per forza di cose ti lavi i piedi!
Hai mai pensato di fare una raccolta fondi per il ”tuo” orfanotrofio? Hai aperto un c/c? Di che cosa hanno bisogno? Se vuoi possiamo pubblicizzarlo su Giornalesm.com.Si io voglio fare una raccolta fondi e sto cercando di aprire un c/c ma non è facile. A San Marino non posso aprirlo se non usare il mio conto personale ma non mi sembra il caso. Così d’accordo con il responsabile Caritas e il responsabile dell’orfanotrofio stiamo cercando di aprire un conto e appena e operativo ti darò i dati e chi vorrà potrà aiutare anche con poco che è già è tanto.Ti diciamo sin da ora che noi di Giornalesm.com daremo pubblicità a questa tua raccolta e metteremo un banner per aiutarti a raccogliere fondi appena sarai pronta.Grazie. Ti manderò presto l’IBAN. Stiamo aspettando il responsabile che è fuori Nias e rientra domenica e poi ci dovremmo essere e saremo operativi.Un ultima domanda sui fondi. Indubbiamente il potere di acquisto è diverso in Indonesia. Se c’è qualcuno che vuole anche versare 5 euro hanno valore? Nel senso con 5 euro cosa ci compri?Certo che si! Come si dice è la goccia che forma il mare. Con 5 euro puoi fare già qualcosa. Il beciak che è il ns taxi costa 15000 rupie esattamente 1euro e non va a km ma a corsa, per farti un esempio. Non ho idea di quanto spendano nella spesa quotidiana ma ne fanno tanta perché i bimbi sono molti e sono di più che il personale.vuoi aggiungere qualcosa?No no… A me basta solo che tu scriva che l’intervista è una vostro idea. Semplicemente perché non voglio pubblicità personale. Ci tengo solo a questoLo faremo!Marco Severini – Direttore del Giornalesm.com
