L’ultimo Consiglio Grande e Generale ha lasciato qualche strascico e qualche muso lungo nella stessa maggioranza. Di questo e altro abbiamo parlato con Gaetano Troina, di Domani – Motus Liberi.
Consigliere Troina, facciamo un passo indietro alla prima Assemblea Congressuale di Motus. Cosa si intende con “una nuova cultura di Partito?”. Non glielo chiedo a caso, ma alla luce dei continui “bisticci” ai quali si assiste ultimanente…
“Bella domanda. Penso che oggi le capacità di ogni persona, così come la dedizione e il coraggio nel metterle a disposizione del Paese e del prossimo, siano il criterio con cui la storia ci giudicherà: questo assume poi un significato ulteriore in un momento storico in cui alla sfiducia verso la politica pare essersi affiancato un senso di ‘paura’ di cui non sono del tutto chiare le ragioni, ma che di certo rappresenta motivo di riflessione e seria preoccupazione. Non è infatti più sostenibile il perseguimento di una ‘cultura’ politica improntata alle ripicche, agli sgarbi, ai boicottaggi e in generale all’individuazione di meccanismi finalizzati allo sterile mantenimento delle leve del potere, a discapito degli interessi dello Stato e di tutti i cittadini. In ballo c’è a tutti gli effetti la salvezza del Paese da un senso di oppressione, che può portare con sé danni molto elevati specialmente a carico delle future generazioni. Questo è un rischio che non possiamo correre.
Le sfide che attendono San Marino possono essere vinte solo grazie alla riscoperta di una cultura delle istituzioni, che permetta di far riaffiorare la passione per l’impegno diretto alla vita politica del Paese in modo da garantire un approccio sano alle riforme strutturali, nella convinzione che la buona politica sia la più alta forma di servizio”.
Il Paese attraversa, come il resto del mondo, un momento critico dovuto soprattutto all’escalation del conflitto russo-ucraino: come legge l’attuale quadro internazionale?
“Mi sembra evidente che non sia in corso unicamente un conflitto militare tra Russia ed Ucraina, che certamente è stata la scintilla, ma una vera e propria guerra economica globale. Di segnali ce ne sono tanti: le scelte commerciali della Cina e la posizione tenuta da molti Paesi asiatici, la confusione che emerge nel portare avanti politiche comuni da parte dell’Unione Europea e degli organismi internazionali, altri storici conflitti in corso da decenni che improvvisamente si fermano ed altri, sopiti, che ripartono.
Le dinamiche che ormai si sono avviate nel tempo porteranno, inevitabilmente, ad un mondo diverso rispetto a quello che conoscevamo. San Marino ne farà parte e dovrà capire come: o sarà in grado di creare le condizioni, per quanto si tratti di un piccolo Stato, di partecipare ai tavoli diplomatici con dignità o dovrà farlo da spettatore. Abbiamo fatto la scelta dell’accoglienza, di aprire le porte a chi aveva bisogno, confermando ancora una volta capacità invidiabili a livello di solidarietà: la comunità internazionale non potrà non tenerne conto, perché la proporzione tra cittadini e rifugiati accolti è stata elevatissima se parametrata a quanto fatto da altri Paesi, specialmente tenendo conto del momento di grave difficoltà economica che stiamo attraversando. Su questi tavoli io mi auguro, anzi lo richiedo a gran voce, che questo Paese rimanga sempre in prima fila nella lotta contro le discriminazioni e le ingiustizie”.
Discriminazioni che in alcuni casi riguardano gli stessi cittadini russi. Concorda? Anche in questo caso le pongo la domanda alla luce delle sue prese di posizione…
“Certo. Ho più volte espresso la mia personale contrarietà al trattamento che è stato in questi ultimi mesi riservato in molti contesti, tra cui anche quello culturale e sportivo, ai cittadini di nazionalità russa. Non può essere attribuita ad una persona una colpa che non ha per il solo fatto di essere cittadino di un Paese, una condizione che molto probabilmente non ha nemmeno scelto, specialmente se la guerra non la condivide e di certo non ne è stato causa. Non può essere attribuita una responsabilità collettiva all’intero popolo russo per questa guerra, così come è assolutamente ingiusto che il popolo ucraino debba soffrire per una guerra feroce, improvvisa e terribile, che ha portato via tante persone innocenti dalla terra in cui sono cresciute, vissute e nella quale avevano costruito la propria vita, sognato, investito. Così come è ingiusto e intollerabile che famiglie con componenti dell’una o dell’altra nazionalità siano state spezzate, divise e sparse per il mondo, martoriate, o che abbiano visto la perdita dei propri cari, per colpa delle scelte politiche prese da qualcun altro. È facile parlare di guerra nei bar o in televisione, ma c’è chi la guerra purtroppo la vive ogni giorno”.
Veniamo alla strettissima attualità. La crisi energetica e l’aumento dei costi delle bollette colpiranno presto anche San Marino: quali i possibili interventi?
“Domani – Motus Liberi da sempre sostiene che le peculiarità di San Marino consentirebbero in molti ambiti di diventare un vero e proprio ‘laboratorio’ per lo sviluppo di soluzioni. Va indubbiamente coltivato un dialogo, in particolare con l’Italia, che consenta anche la collaborazione su progetti condivisi: ad esempio perché non valutare se vi siano possibilità di sinergie sull’impianto eolico che la regione Emilia Romagna si accinge a realizzare nell’Adriatico?
Certamente occorre garantire un adeguato supporto alle situazioni di difficoltà economica, ad esempio offrendo un livello minimo di energia elettrica e gas: in Italia vengono definite ‘utenze di sussistenza’ e se ne sta molto parlando in questo periodo. Si potrebbero poi prevedere premi fiscali per aziende virtuose, sia in caso di riduzione di emissioni che di consumi, oppure anche per le aziende che decidano di investire direttamente in nuove tecnologie. È bene invitare la cittadinanza alla realizzazione di impianti fotovoltaici ed alla riduzione dei consumi laddove non essenziali, ma in generale è giusto che ciascuno contribuisca in base alle proprie capacità. Per fare questo è necessario un sistema di raccolta dati puntuale ed efficace: non è un caso se insistiamo tanto sulla necessità di proseguire speditamente con il processo di digitalizzazione del Paese. In questo modo potremmo rendere San Marino attrattivo per aziende ad alto contenuto tecnologico nell’ambito dell’economia green, che va dalla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica in forma diversa da combustibili fossili a sistemi per il controllo e relativa lotta alla riduzione di consumi e sprechi, sistemi domotici, macchine, dispositivi o elettrodomestici a basso consumo: di soluzioni da valutare ce ne sono tante, magari anche prevedendo importanti opportunità di collaborazione per la nostra Università, ma almeno prendiamole seriamente in esame!”.
Che ne pensa della legislatura in corso? Soddisfatto del supporto della maggioranza al vostro Segretario Righi?
“È emerso ormai chiaramente che la presenza di Dml nella maggioranza alle ultime elezioni non era stata programmata: lo sbarramento ‘secco’ del 5% introdotto ad orologeria nell’ambito della stesura dell’ultima legge elettorale ne è stato un chiaro segnale. Eravamo certamente consapevoli di entrare a far parte di una maggioranza ampia, particolarmente disomogenea salvo che per alcuni punti fermi, e che, superate le votazioni per le quali la legge avrebbe imposto quorum qualificati, avrebbe potuto fare a meno del contributo di Motus in una logica di puri numeri. Tuttavia la scelta di esserci, seppur in condizioni non ottimali, ha garantito la possibilità di portare avanti le idee e i progetti che il Partito ha elaborato, ed intende continuare ad elaborare, per costruire il miglior domani possibile per San Marino.
Per questo Dml ha sempre offerto rispetto, coerenza, fiducia e credibilità, mantenendo gli impegni presi e dimostrando quella progettualità che è mancata in altre proposte politiche. In questo senso, si ha spesso l’impressione che qualcuno tenda a concentrarsi non tanto su quanto sia utile fare, ma piuttosto su quanto sia utile che nessun altro faccia nulla di importante, di evolutivo, di trasformativo, di risolutivo per il Paese. Una malsana competizione al ribasso, non volta all’incremento degli sforzi di tutti, ma alla vanificazione degli sforzi degli altri. Non siamo quindi più disposti a vedere bloccate le opportunità importanti, che hanno visto la Segreteria Industria Artigianato e Commercio in prima linea -si pensi ad Amazon Web Services, Alipay e Alibaba, solo per menzionarne alcune – e che riteniamo vadano inserite in un progetto di sviluppo economico coordinato, prospettico e pluriennale per la Repubblica: per investire e non spendere, per evitare di vivere alla giornata, per poter vendere fuori dai confini una visione rinnovata del sistema Paese e non il Paese stesso”.
La domanda a questo punto viene da sé: come pensate possano conciliarsi tali posizioni critiche con la permanenza in maggioranza?
“È certo evidente a tutti che alcune scelte assunte dalla maggioranza in questi tre anni non siano state del tutto condivise dal Partito. Il far parte di una maggioranza così ampia ci ha indubbiamente imposto di dover spesso ricercare punti di equilibrio, nell’ambito di una mediazione complessa, tenuto conto che, purtroppo, in questo ambito spesso conta più il peso numerico delle singole forze politiche rispetto alla logica delle proposte avanzate. Dml conosce bene il valore del termine ‘responsabilità’ e non ha nessuna intenzione di tradire gli impegni presi con il proprio elettorato, perché vuole garantire la governabilità del Paese a condizione, tuttavia, che ciò non avvenga rimanendo immobili: l’obiettivo è riuscire a portare avanti le cose da fare ed applicare il giusto metodo di condivisione. Personalmente penso che non abbia senso per Dml uscire dalla maggioranza in un momento complesso come questo: le nostre proposte sono risultate apprezzate dalla cittadinanza e certamente la nostra azione in una posizione diversa risulterebbe indebolita. Rispondendo poi a chi, riferendosi a noi, parla di attaccamento alle poltrone, posso assicurare che quelle che ci sono state assegnate non sono risultate affatto comode, tenuto conto delle posizioni che abbiamo tenuto e dei sacrifici che tutto questo ha comportato a livello familiare e lavorativo, conseguenze che derivano dalla scelta di vivere la politica come un servizio”.
Dopo questa legislatura quali pensa siano le prospettive del suo partito?
“Il Partito, sin dalla sua nascita, è in costante crescita. Questo riteniamo sia un buon segnale, che dimostra come la cittadinanza stia riacquistando – seppur lentamente, dopo le tante delusioni degli ultimi decenni – fiducia nelle proprie istituzioni: Motus ha un ruolo determinante in questo senso, perché tra i nostri obiettivi c’è primariamente quello di garantire serietà e credibilità.
Tenuto conto di questo, il nostro desiderio è quello di fare breccia nel cuore dei più giovani, perché tornino ad essere consapevoli che interessarsi dell’attività politica corrisponde ad interessarsi del proprio futuro, per il quale è fondamentale lottare se si vuole evitare che ci venga rubato. L’efficacia della rivoluzione culturale portata avanti da Domani – Motus Liberi è direttamente proporzionale alla capacità dei cittadini di garantire un peso decisivo alla forza politica, smettendo quindi di rassegnarsi ripetendo il ritornello in base al quale non cambierà mai nulla, messo in campo da chi, evidentemente, non vuole che cambi nulla. L’obiettivo è chiaro, come diceva anche Lord Robert Baden-Powell: ‘Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato’”.
David Oddone
(La Serenissima)