San Marino. Intervista al food blogger sammarinese Vergari: “Siamo quello che mangiamo. Premio Chef dell’anno esperienza da ripetere”

Nella nostra società c’è sempre più attenzione alla salute e al benessere del proprio corpo, il che fa rima con alimentazione. La quale deve essere sana e di qualità. Con un occhio al sapore e perché no, ai colori nella tavola. Non si dice: “Si mangia con gli occhi oltre che con il palato?”. Di questo ed altro abbiamo parlato con un esperto in materia, il food blogger sammarinese, Samuele Vergari.

 

Vergari, cosa fa un “food blogger”?

“Purtroppo la definizione di food blogger negli ultimi anni è stata distorta, poiché il vero food blogger è colui che nel suo blog personale ama parlare di cibo e di ristorazione, in generale e senza secondi fini. Fare il food blogger deve essere un modo di condividere la propria passione con gli altri, dispensando consigli. Invece ultimamente ci sono tanti sedicenti food blogger che credono di essere critici culinari e si lanciano in giudizi assoluti su ristoranti visitati una volta sola e basando il proprio giudizio su un solo servizio. O ancora peggio ci sono dei veri e propri ‘marchettari’ che cercano di barattare un giudizio positivo con un pasto gratuito”.

 

A che “livello” viaggiamo a San Marino? E’ possibile bere e mangiare bene senza dover per forza varcare i confini di Stato?

“A San Marino ci sono molti ristoranti nella media, ma per fortuna ci sono anche alcuni ristoranti che spiccano per l’alto livello proposto, quindi si può tranquillamente rimanere entro i confini e soddisfare mente e corpo. Purtroppo abbiamo avuto anche due chiusure importanti di ristoranti di altissimo livello tra cui l’unico stellato di San Marino (Righi) ed anche il Parco Verde, anche se quest’ultimo sembra che sia solo per un lunga pausa in attesa dell’autunno. Forse la mancanza maggiore la lascia il Mediterraneo perché a livello di cucina etnica era l’unico fuori dal coro, poiché in mezzo ad una marea di ristoranti orientaleggianti era l’unico a proporre piatti di tutti i paesi affacciati sul nostro mare, dalla Grecia alla Spagna passando per Sicilia e Nord Africa”.

 

A San Marino abbiamo prodotti di eccellenza?

“Chiaramente San Marino ha una tradizione di eccellenze legate alla terra, nonostante la vicinanza al mare siamo pur sempre un territorio collinare. Sia i singoli produttori che i vari consorzi stanno lavorando molto bene proponendo carni, salumi e formaggi di qualità sempre crescente, come ad esempio il formaggio di fossa, per me un classico intramontabile. Ed abbiamo anche delle piccole realtà che ci permettono di trovare olio e miele locale di ottima fattura. Una nota di merito va anche al Consorzio vini di San Marino, che è stato in grado di passare ai 3-4 vini prodotti negli anni 90, ad una gamma ampia dove ci sono anche delle vere chicche come ad esempio il Tessano e lo Sterpeto tra i rossi ed il Caldese nei bianchi. Gradevole anche il Briza con le sue bolle sbarazzine, anche se a dire il vero però mi piacerebbe anche una spinta verso uno spumante brut metodo classico più importante”.

 

Recentemente è stato giudice del premio chef dell’anno di giornalesm. Che esperienza è stata?

“Sicuramente è stata una esperienza da rifare, perché molto stimolante. In primis mi ha permesso di scoprire delle nuove realtà interessanti, ed in effetti uno degli scopi era proprio quello di promuovere gli chef emergenti. Inoltre a me piace il confronto ed ho trovato pane per i miei denti con una giuria fatta di persone veramente competenti, ognuna con la sua peculiarità. Sono certo che questa iniziativa avrà un seguito e non nascondo che mi piacerebbe farne nuovamente parte”.

 

Quanto è importante una alimentazione sana e consapevole?

“Noi siamo quello che mangiamo, ed anche se può sembrare una frase fatta è la realtà. Vale per la cucina di tutti i giorni a casa propria dove magari possiamo stare più attenti e cucinare sano e vale ancora di più nella ristorazione, dove per toglierci qualche sfizio non dobbiamo rinunciare alla qualità di ciò che ingeriamo. Che si tratti di fast food, ristoranti fusion o cucina tradizionale è meglio andare a mangiare fuori una volta in meno ma scegliere la qualità più alta. Perché andare a mangiare al Mc. Donald’s, quando abbiamo il Green Clover Irish Pub che fa degli hamburger da urlo con ingredienti locali? Perché andare in un qualsiasi ‘all you can eat’ di bassa leva quando abbiamo ottimi ristoranti di cucina asiatica come il Daifuku o l’Emoshi Hill, solo per citarne un paio? E sulla cucina locale, invece di andare nei posti dove ci portano porzioni enormi ma con sughi unti e bisunti scegliamo chi cucina bene e ci fa andare a dormire senza problemi di digestione”.

 

Che idea si è fatto dell’introduzione degli insetti nell’alimentazione?

“Potrà sembrare strano, perché pur essendo tradizionalista, non sono contrario a priori. Premesso che sono anni che abbiamo coloranti di origine animale nelle nostra bevande, non credo che avere una farina di insetti a tavola sia la fine del mondo, considerando poi che in molti Paesi del mondo è già uso comune da secoli. Quello che però rimane importante è la chiarezza nell’indicare gli ingredienti, poiché se compro ad esempio dei biscotti voglio essere libero di scegliere in base al tipo di farina con cui vengono realizzati. Diversamente il consumo di insetti ‘interi’ onestamente non fa per me, non riuscirei a mangiare scorpioni o cavallette fritte, sono troppo lontane dal mio concetto di cibo”.

 

Chiudiamo con San Valentino, ormai alle porte. Un consiglio per un brindisi di coppia?

“Questa domanda mi fa molto piacere perché il mio blog https://svergari.altervista.org/blog/ è nato anni or sono principalmente per parlare di vino, passando solo in seguito alla ristorazione ed alimentazione in generale. Ed anche se ultimamente scrivo molto poco, ci sono più di 700 etichette recensite. E per un brindisi di San Valentino tra tutte sceglierei una bella bottiglia di Giulio Ferrari, meglio risparmiare qualcosa nel costo dell’anello e investirli in questa bottiglia importante!”.

 

David Oddone

(La Serenissima)