San Marino. Intervista a Cardelli (Dc): “Siamo gli unici in grado di far ripartire l’economia”

Alessandro-CardelliAnche se con un po’ di ritardo il quadro delle coalizioni che si presenteranno agli elettori il 20 novembre si sta delineando. Come valuta la situazione?

“C’è molta confusione tra i nostri cittadini, in tanti non vogliono andare a votare perché delusi dalla politica. Li capisco e mi metto nei loro panni, ma scegliere di non andare a votare può essere ancora peggio, perché vuol dire mettere il proprio futuro nelle mani degli altri. Oggi invece chi vuole dare un segnale di cambiamento ha tanti strumenti per farlo, anche all’interno dei partiti tradizionali. Noi dobbiamo essere bravi in questo, far capire che siamo l’unica coalizione in grado oggi di poter far ripartire la nostra economia, con pochi provvedimenti mirati e da realizzare subito a governo insediato. La Dc ha fatto una scelta chiara fin dall’inizio, quella di dire no a una grande coalizione con tutti al governo. Abbiamo scelto una coalizione con poche forze politiche, Ps e Psd e Sammarinesi, che sui temi più importanti che vogliamo realizzare, come economia, rilancio del paese, infrastrutture e snellimento della burocrazia la pensano come noi”.

A proposito. La vostra è stata l’ultima coalizione a presentarsi alla cittadinanza. C’è stato qualche problema?

“A dire il vero la nostra coalizione già da tempo ha un asse trainante che è il rapporto tra Dc, Ps e il consigliere Denise Bronzetti. L’unico ritardo è dovuto ai problemi che da tempo c’erano dentro il Psd, dove poi la parte Dem dopo mesi è uscita in favore di una coalizione di estrema sinistra. Le idee sono chiare da tempo, noi già da gennaio con la conferenza programmatica abbiamo fatto numerose proposte. Purtroppo negli ultimi mesi dentro la maggioranza c’era qualcuno che invece che pensare a come risolvere i problemi preparava le pedine per una crisi di governo anticipata e una nuova coalizione, come poi è successo, a discapito delle emergenze che stiamo vivendo”.

La critica che vi fanno è che la coalizione Dc, Psd, Ps, Sammarinese sia un ritorno al passato. Come risponde?

“Quello che serve oggi è una coalizione in grado di fare quelle scelte che possano riportate la nostra economia a crescere, e questa coalizione è l’unica che può farlo. Dall’altra parte vedo coalizione divise o capaci di dire solo cosa non funziona, senza dare soluzioni. Mi fa paura il solo pensiero di vedere il paese governato da persone i cui slogan sono nuove tasse, patrimoniali e tagli. La priorità oggi è creare nuove risorse per l’intera collettività, non tagliare quel poco che è rimasto: sarebbe un meccanismo di autodistruzione. Ci tengo però a sottolineare una cosa, la questione morale ha lasciato una ferita indelebile, e i nostri partiti per riacquistare la fiducia dei cittadini devono profondamente continuare con il rinnovamento”.

Restiamo in tema. Tra pochi giorni saranno presentate le liste con i candidati. Come sta andando in Via delle Scalette?

“La Dc oggi deve riacquisire la fiducia di tanti, che per mille ragioni si sono sentiti traditi. Io posso solo dire una cosa: la Democrazia Cristiana è cambiata tanto e sono sicuro che continuerà a cambiare ancora tanto. L’occasione delle urne è sicuramente una opportunità per i nostri elettori per riuscirci. La lista che presenteremo ha tante persone nuove alla prima esperienza politica. Questo è un valore aggiunto e anche per i nostri elettori la scelta sarà molto ampia, potendo puntare su diversi giovani preparati. Nonostante le difficoltà nel reperire i candidati con la preferenza unica, noi come movimento giovanile siamo contenti. A differenza delle scorse elezioni abbiamo raddoppiato il numero di candidati in lista under 35 e a breve li presenteremo pubblicamente”.

Veniamo alla stretta attualità: come ha vissuto il dibattito dentro e fuori il Consiglio sull’aborto?

“È un tema molto difficile, che però va affrontato. Oggi una sammarinese che vuole abortire lo va a fare liberamente a pochi chilometri dal nostro confine senza alcuna conseguenza. Da cattolico se dovessi dare un consiglio a una donna che vive una situazione del genere cercherei in ogni modo di farle capire l’importanza della vita umana che porta dentro. Ci sono casi estremi però in cui non mi sentirei però mai di condannare chi, come a titolo di esempio una donna che ha subito una violenza sessuale oppure una coppia con un feto che ha gravi malformazioni fisiche, non si sente di portare a termine questa gravidanza. Sono scelte durissime e piene di dolore, che devono essere affrontate in primis da chi le vive. Qui la politica ha il ruolo di aiutare al meglio chi vive questa difficoltà, ancora di più di quanto viene fatto oggi, prima di tutto da un punto di vista economico e strutturale”.

Parliamo un po’ di lei. È stato il più giovane consigliere di questa legislatura. Che esperienza è stata?

“È stata sicuramente una grande responsabilità. Non nascondo che le difficoltà sono state tante, ma in più occasioni anche la soddisfazione di essere riuscito a raggiungere obiettivi importanti. Quando mi sono candidato giovanissimo, avevo l’obiettivo di poter aiutare e dare una speranza ai miei coetanei. Penso in parte di esserci riuscito con alcuni progetti concreti ad esempio: l’approvazione della legge per incentivare i giovani imprenditori e i centri storici, che ad oggi ha già creato diverse nuove attività; la nuova legge incentivi per l’assunzione di giovani under 35, che ha portato all’assunzione di centinaia di giovani sammarinesi; il mantenimento dei contributi per il diritto allo studio.
Ho deciso di ricandidarmi per portare ancora quell’entusiasmo di cui la politica ancora soffre molto, le idee per la prossima legislatura sono tantissime”.

Obiettivi per la prossima legislatura?

“Trasformare San Marino in un paese moderno. Ci sono alcuni provvedimenti da realizzare subito a governo insediato.

La Smac card ad esempio ha fallito nel suo intento iniziale, trasformandosi da strumento di incentivo al consumo a strumento fiscale.

Personalmente sono per il ripristino del sistema forfettario, aumentandolo lievemente rispetto al passato. Le entrate tributarie ne gioverebbero e per gli operatori sarebbe un risparmio a livello di tempo e burocrazia. Servono poi interventi per aiutare le piccole imprese sammarinesi e i professionisti. Penso alla riduzione del carico contributivo per le piccole attività, nuove leggi per attirare investitori, reintrodurre il dimezzamento fiscale per le nuove attività, (a prescindere dal livello occupazionale), nuove facilitazioni per le residenze, un nuovo piano regolatore che dia la possibilità ai sammarinesi che oggi hanno dei terreni agricoli di poter costruire sui loro terreni una casa per la propria famiglia recependo gran parte delle proposte che da anni arrivano dal comitato prima casa, un nuovo condono edilizio, nuove forme di introiti al sistema finanziario che si deve specializzare e internazionalizzare. Penso ad esempio alla gestione patrimoniale e agli investimenti in titoli azionari e obbligazionari dove la tassazione sulle plusvalenze e sugli utili a San Marino è molto più bassa. E ancora: la possibilità di vendere le case anche ai cittadini esteri, potenziare le antenne telefoniche, la fibra ottica e una politica estera che riporti San Marino ad essere un paese appetibile dall’esterno e con regole certe. Tutti punti su cui da tempo si discute con gli alleati e su cui ci sono tante convergenze”.

Quali sono invece le cose più importanti e quelle secondo lei più negative compiute da questo governo?

“Molte cose non sono funzionate e le elezioni anticipate ne sono la dimostrazione. È evidente come dentro la maggioranza ci fossero due forze politiche come Ap e i Dem del Psd che da tempo facevano di tutto per mandare all’opposizione la Dc e questo ha inciso molto sull’operato del governo. Obiettivi importanti però raggiunti sono stati il pareggio di bilancio, la riduzione del personale della PA di 500 persone in 3 anni, essere riusciti a garantire in una fase di difficoltà alcuni servizi fondamentali, ma anche le pensioni e importanti incentivi alle attività economiche. Quello che ancora manca è dare una nuova visione economica a questo paese. Siamo usciti da una economia off shore che garantiva entrate, ma ad oggi ancora non c’è piena consapevolezza del nuovo modello economico.
Io invece ho le idee chiare sulle nostre nuove prospettive economiche che passano da un nuovo accordo economico con l’Europa, la bassa fiscalità, una burocrazia più snella (ridurre il numero di leggi e la totale informatizzazione dei servizi della Pa, primo su tutti la posta elettronica certificata),

puntare su alcune nicchie di mercato nel settore finanziario
aprendolo anche al resto del mondo, investire su importanti infrastrutture tecnologiche per essere all’avanguardia al mondo, facilitare l’interscambio con la creazione di dogane sammarinesi autonome, rendere i prezzi dei commercianti sammarinesi più competitivi con una nuova politica sulle imposte indirette, creare nuovi eventi in territorio sammarinese”. La tribuna