San Marino. Intervista del Carlino a Teo Lonfernini. Nessuna autocritica. Per lui, come sempre, la colpa è degli altri.

lonferniniSconfitti con un largo margine nella tornata elettorale che si è chiusa con il ballottaggio del 4 dicembre. Ai vertici della Dc arriva la resa dei conti, con le dure accuse, assieme al mea culpa, di Teodoro Lonfernini che lascia la direzione del partito.
Lei ha sottolineato che le strategie del passato si sono rivelate fallimentari. Funzionali però a qualcuno dentro al partito.
«Già dallo scorso anno dicevo che bisogna avere più attenzione a tutti i cittadini e alla società civile e fare capire che c’era veramente voglia di cambiamento. Abbiamo sbagliato subito dopo il referendum: dovevamo andare incontro ai bisogni della gente e non fare solo l’analisi dei numeri. Ci siamo autoanestetizzati e questi sono gli effetti».
E tutto ciò a chi sarebbe stato funzionale, come lei ha avuto modo dire?
«E’ una cosa che dico da tempo a Marco Gatti, a Luigi Mazza: tenere buoni tutti non paga. E comunque il mea culpa è generalizzato, a iniziare da me».
Non crede che la presa di posizione contro figure del partito con seri guai giudiziari sia stata poco efficace o tardiva?
«Ci siamo costituiti parte civile, ma non è stato sufficiente: siamo partiti tardi. Dovevamo iniziare prima con una forte azione morale, prima che lo facessero i giudici».
Perché questo non è avvenuto, secondo lei?
«Il cambiamento è stato stoppato, qualcuno aveva bisogno di mantenere il controllo, c’erano in ballo vantaggi personali. Per il partito è stato deleterio».
Lei ha consegnato le sue dimissioni. Gli altri?
«Dobbiamo farlo tutti e congelare le proposte di sostituzioni provvisorie. Occorre andare alla nomina di un gruppo che gestisca le prime sedute del Consiglio grande e generale, la segreteria politica, la direzione e avviare la procedura per il congresso generale che si può fare nelle prime settimane di febbraio».

Che cosa deve fare la Dc per rinascere?
«Una politica moderna che rispetti valori e principi guardando alla Chiesa ma senza essere clericali, una politica che guardi a riformare il Paese negli aspetti istituzionale e nel contempo tenga conto dei tempi in cui viviamo»
Riuscirete a riconquistare le persone?
«Ci sono più di seimila persone che ci hanno dato fiducia pur in un momento così difficile: abbiamo il compito di non tradirli e fare in modo che torni ad essere un consenso virale come un tempo in cui il nostro partito è stato fonte di ispirazione per ben sessantacinque anni di crescita per il nostro amato Paese. Per far ardere nuovamente la vera fiamma politica abbiamo bisogno di un vero incendio di passione e non la solita tiepida scintilla dettata dagli interessi personali o di parte». Il Resto del Carlino