San Marino. Intervista di Repubblica Sm all’architetto Dellarosa: “Produrre bellezza è economia”

La massa dei mali che affliggono un Paese è immensa: ci sono gli errori, gli insuccessi, soprattutto c’è l’incuria dei suoi luoghi che da sola dà la misura della sua identità. Oggi si parla molto di costruire altri luoghi per la comunità, di investitori interessati a mettere a disposizione della Repubblica i propri ingenti capitali, di un Paese che vorrebbe votarsi alla cultura bio. Tante idee che mescolate assieme appaiono confuse e che soprattutto contraddicono lo stato in cui versano i luoghi. Ne abbiamo parlato con Marcello Dellarosa, architetto di punta di una stagione dove si è ricostruito molto ‘collaborando con il tempo nel suo aspetto di passato, cogliendone lo spirito, modificandolo e quasi protendendolo verso un più lungo avvenire, scoprendo sotto le pietre il segreto delle sorgenti”. A lui si devono, tra gli altri, i progetti degli edifici che ospitavano la sede di Asset Banca e l’headquarter di Gualdicciolo.

Architetto Dellarosa, lei sta lavorando molto in varie parti d’Italia con impegni di spessore e tuttavia il suo nome e quello di Archinow sono legati a doppio filo con San Marino, ci vuole parlare del rapporto con questa nostra terra e dei progetti nati e realizzati qui?
“Ho lavorato diversi anni a San Marino, per un lungo periodo presso lo studio antao progetti, poi dal 2012 ho fondato a Rimini lo studio archinow con i miei soci Foschi e Gazzoni; i progetti affrontati interessano varie scale urbane… da edifici commerciali a polifunzionali, istituzionali e terziario, dal residenziale all’hospitality e all ‘interior design. Ho vissuto il notevole sviluppo edificatorio degli anni 2000 fino alla crisi finanziaria mondiale del 2008 che ha interessato anche il settore delle costruzioni sammarinesi costringendo l’intero comparto a rivedere l’approccio alle costruzioni; la conferma a mio avviso, che era necessario realizzare progetti di qualità con una nuova sensibilità verso il consumo del territorio realizzando opere di architettura con buone prestazioni energetiche. In sintesi direi…costruire meno e meglio; un cambiamento radicale che ho potuto sperimentare con esempi concreti a San Marino, dove ho avuto la fortuna di conoscere committenti preparati e buone maestranze. Tra questi ad esempio, i progetti delle sedi di Asset Banca, tutti caratterizzati dall’ avere ristrutturato e rigenerato edifici esistenti e obsoleti”.

Parliamo più in profondità dell’headquarter di Gualdicciolo. Che effetto fa non aver nemmeno potuto assistere alla sua inaugurazione? E soprattutto che rischio corre l’edificio se abbandonato a se stesso?
“Come potrà immaginare ho provato una profonda amarezza; amarezza per chi l’ha pensato e voluto, per tutti i tecnici che insieme a me l’hanno progettato e per tutte le maestranze sammarinesi che con abnegazione l’hanno realizzato. Come tutte le opere importanti si tratta di un edificio complesso, forte e arcigno ma allo stesso tempo delicato e bisognoso di manutenzione, che ha necessità di essere utilizzato; penso in particolare all’auditorium realizzato come una cassa armonica totalmente in legno e alla sua sofferenza nel restare inutilizzato; oltre a questo come si può vedere anche esternamente il verde delle pergole del parcheggio è già compromesso come anche gli impianti di filtraggio degli specchi d’acqua. Per quanto concerne gli interni poi, non ho informazioni circa il controllo delle temperature e dell’umidità degli ambienti realizzati in legno”.

Lei a Gualdicciolo ha sempre operato in piena sintonia con la committenza. C’era un comune sentire e la volontà di far trionfare il bello esaltandolo come dono alla comunità?
“Più che inseguire la bellezza l’idea principe è stata sempre quella di fare ogni cosa con cura.
Ecco, la ‘cura delle cose’ ben fatte. Il progetto in particolare prosegue una tendenza di tutti gli edifici della banca, ossia nasce da una concezione illuminata e direi umanistica, che Asset Banca e il suo Presidente, Stefano Ercolani, hanno manifestato, anche nell’istituire l’edificio di Gualdicciolo. Un nuovo progetto come occasione per migliorare la qualità degli spazi di lavoro per i propri collaboratori e clienti e al contempo portare valore aggiunto al territorio e alla collettività; l’occasione di riscatto per un’intera comunità che poteva trovare ‘casa’ nella nuova opera. Per questo si è deciso di intervenire a più livelli, incrociando attività direttamente attinenti all’ambito bancario con attività “pubbliche”, per la collettività, per la cultura e le iniziative espositive, la formazione e il sapere.
Un luogo di relazioni dove favorire l’incontro tra le persone, dove attività diverse potessero essere da stimolo e volano alle altre e viceversa; non è un caso che nucleo fondamentale dell’edificio sia l’auditorium interno alla banca ma allo stesso tempo aperto alla comunità con un accesso diretto dalla nuova piazza urbana. Tutta la riqualificazione della piazza con i nuovi percorsi pedonali, i posti auto coperti con verde pensile, gli specchi d’acqua e la fermata dell’autobus è stata donata alla comunità da Asset Banca. Un modo nuovo di concepire un edificio anche se a dir il vero in Italia e in Europa è un metodo ormai consolidato e di comprovato successo. Ovviamente pensare, organizzare e far vivere nella quotidianità un edificio del genere oltre ad una visione culturale implica una preparazione adeguata con competenze specifiche nei vari settori”.

Nutre qualche speranza che questo venga riconosciuto?
“Io sono ottimista di natura, l’architettura non è un concetto teorico ma tangibile e quindi ho fiducia che possa essere apprezzato; è fondamentale però che ci sia un intero ‘Sistema Paese’ che favorisca a tutti i livelli occasioni di relazioni, crescita e sviluppo”.

C’è a suo avviso un modo per far capire a chi è entrato ora in possesso dell’edificio che esso racchiude potenzialità straordinarie e uniche per qualità di innovazione e non solo?
“Ritengo sia una questione culturale; l’architettura di qualità è il principio ineludibile dell’interesse pubblico in quanto espressione della cultura di un Paese; si parla spesso di attirare capitali stranieri rendendo attrattiva la Repubblica di San Marino con normative specifiche; ecco io penso che oltre alle normative un Paese debba essere appetibile attraverso la qualità delle sue infrastrutture, le connessioni digitali veloci, la cura degli spazi verdi, la qualità degli spazi privati e pubblici che offre, un luogo dove ci sia un’alta qualità della vita, e questo è sempre stato nel DNA di San Marino che non può abdicare, deve solo rinnovarsi e rilanciarsi. In questo senso reputo corretto che il disegno del nuovo strumento Urbanistico sia stato affidato all’arch. Boeri di Milano che vanta una profonda competenza e sensibilità verso queste tematiche.
Un Paese che stia dentro i grandi dibattiti contemporanei, le trasformazioni economiche, le grandi migrazioni, la green economy, le sostenibilità ambientali, ecco perché il dott. Stefano Ercolani credeva così tanto nell’Auditorium come luogo di incontro e relazione. In fondo affrontare nuove sfide, innovare e fare ricerca significa creare le basi per nuovi scenari economici.
Sul fronte della green economy Asset Banca ha investito in tecnologie innovative realizzando un ‘edificio passivo’ con pareti ventilate, vetrate a controllo solare, il primo impianto geotermico nel settore del terziario, un tetto fotovoltaico, il controllo illuminotecnico degli spazi interni al variare dell’irraggiamento solare. Questo oltre ad essere un contributo allo sviluppo economico delle realtà produttive sammarinesi porterà beneficio alla collettività. Le Istituzioni in primis dovrebbero portare ad esempio questi casi virtuosi, per far in modo che possano contaminare positivamente altre realtà, piuttosto che parlare di cattedrali nel deserto, anche perché chi ama, amministra e governa il proprio territorio si dovrebbe battere perché non esistano dei luoghi tali da essere definiti ‘deserto’”.

Sta ancora lavorando a San Marino? E il clima è favorevole alla nascita di altri progetti simili a quelli portati avanti in questi anni con Asset Banca?
“E’ chiaro che progetti cosi ambiziosi ed importanti con un elevato contenuto di innovazione non capitano spesso; attualmente siamo impegnati in alcune commesse private legate al residenziale e insieme ad un architetto locale ed ad un paesaggista ci stiamo occupando di un’ area verde destinata alla collettività”.

Per concludere, la bellezza è ancora un fattore economico?
“Produrre bellezza è economia! Non è una visione ingenua o romantica. È dimostrabile! Promuovere e produrre edifici di qualità significa innovare, fare ricerca, e questo alza il livello di specializzazione delle aziende fornitrici locali, il loro grado di competitività interno ed esterno, la loro organizzazione e ciò ha evidenti riflessi sulla loro economia e su quella del Paese. La bellezza è attrattiva verso il turismo, attira nuovi investimenti, se un Paese promuove la bellezza questa diventa contagiosa.
Non occorre guardare lontano…l’Amministrazione di Rimini in questi ultimi anni ha investito in infrastrutture, in aree verdi, in spazi pubblici a vocazione turistica, in edifici culturali e congressuali, premiando progetti di qualità; in soli tre anni ha portato a compimento la realizzazione del teatro Galli, del cinema Fulgor, della piazza sull’acqua, del ponte di Tiberio, della sistemazione dell’ area antistante il Castello Malatestiano insieme ad altri edifici a collaborazione mista pubblico-privato. Ha connesso e potenziato ambiti naturalistici importanti come il cosiddetto anello verde e raggio verde ed il futuro Parco Del Mare.
Tutto ciò ha generato un circolo virtuoso portando ricchezza diretta all’indotto ma anche indiretta alla città. E cosa più importante ha generato interesse anche in capitali stranieri. Noi stessi come studio stiamo sviluppando tre progetti molto importanti con gruppi stranieri che stanno investendo a Rimini perché hanno avuto prova tangibile di questo cambiamento. E i progetti che stiamo realizzando hanno un respiro nuovo integrando e risolvendo criticità del passato con nuove funzioni; nuovi edifici attraversati e connessi alla città da piste ciclabili, spazi dedicati ad ospitare piccoli esercizi commerciali legati alle bio diversità alimentari e allo stesso tempo dove promuovere la conoscenza e la formazione. Parcheggi scambiatori dove parcheggiare l’auto a favore di biciclette o mezzi elettrici. Interpretare il futuro necessita di una visione corale e sistemica….le istituzioni pubbliche e private hanno l’onere di aprire una traccia e realizzare esempi concreti”.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)