San Marino. Intervista politica al candidato di Nuova San Marino avv. Alberto Amati

alberto amatiAlla luce delle recenti vicende che hanno portato alla fine anticipata dell’attuale legislatura  nella Repubblica del Titano abbiamo  voluto rivolgere ad Alberto Amati giuseconomista  già Membro  del Comitato di  Presidenza dei Cittadini Sammarinesi Residenti all’Estero, Consigliere della Consulta delle Associazioni, Ambasciatore in Slovenia, Consigliere del Fondo Sociale Europeo del Consiglio d’Europa, Presidente UIA (Union Internationale des Avocats), Pubblicista, Media-Conciliatore, esperto nel  settore parabancario e  redattore della prima legge regolamentante il leasing in Repubblica, una sua opinione sulle possibili strade da  percorrere   per   uscire dall’attuale e profonda crisi che, a suo dire, ha generato disoccupazione,  mancanza  di idee, senso di rassegnazione, perdita di  credibilità interna ed internazionale.

Amati ha cavalcato recentemente  l’onda vincente dei referendum del maggio scorso che hanno  raggiunto un vasto numero di  adesioni per bloccare gli attuali  lauti stipendi ai dirigenti pubblici, per  poter esprimere un’unica preferenza elettorale  da parte di tutti i cittadini  e  per rivedere lo strumento del referendum, cavallo di battaglia del movimento, “Nuova San Marino  di cui fa parte e col quale si candiderà alle prossime elezioni di novembre. .Il Movimento, nel proprio programma elettorale, propone, fra l’altro, un referendum periodico per monitorare l’operato del governo come avviene già in Svizzera, facendo ricorso al voto telematico.

Molti  imprenditori  hanno abbandonato  le aziende sul Titano, cosa propone per arginare tale esodo?

Chi andrà a governare    dovrà  attuare    urgenti  norme  legislative   rivolte ad attrarre capitali e a  favorire lo sviluppo delle industrie,  dell’artigianato del commercio  dell’agricoltura esistenti e cercarne  delle nuove. Bisogna altresì   dar vita ad  un serio programma  di potenziamento di settori strategici  che permettano di attrarre nuovi investimenti puntando sui servizi, sulla  ricerca e lo  sviluppo e   su produzioni fortemente innovative. Tutto ciò deve essere fatto negoziando, senza timori, nuovi progetti coraggiosi con l’Italia e con l’Europa  facendo rialzare la testa al nostro Stato che oggi mi sentirei di dire é solo apparentemente Sovrano;

Cosa ne  pensa dell’apporto della cultura in tutte le sue forme   a supporto della ripresa imprenditoriale?

Un supporto fondamentale deve essere fornito alla formazione  dei nostri giovani indirizzandoli verso obiettivi che possano loro garantire un futuro  ed una  sicura occupazione ! Basilari  saranno gli indirizzi  da  far assumere ai nostri istituti secondari, le nostre scuole professionali e la nostra Università strettamente collegati alle politiche economiche future. E’ indispensabile  impostare  una base culturale avveniristica  necessaria per una futura ripresa . Si debbono costruire le basi per una riforma  culturale onde perseguire obiettivi vincenti! Fondamentale sarà ascoltare il libero associazionismo fino ad oggi troppo mortificato! Si dovrà  valorizzare il nostro vasto patrimonio artistico- culturale eliminando tutti quegli eventi da borgata di periferia! Per realizzare tutto ciò sarà necessario utilizzare anche  l’importante contributo dei sammarinesi residenti all’estero troppo spesso mortificati ed ignorati. Una sana economia deve trovare il suo centrale  pilastro nella cultura!

Ritiene che l’attuale sistema dei sussidi di disoccupazione e mobilità siano all’altezza della situazione?

Quando un Paese si trova in condizioni come il nostro, obtorto collo si debbono trovare soluzioni  comportanti sacrifici per la  popolazione   in vista di un obbiettivo di ripresa. Il modello americano potrebbe essere un valido punto di riferimento!  Sarà  pertanto  necessario rivedere    in base alle  nostre risorse, il meccanismo dei sussidi di disoccupazione , la legge sulla mobilità, fare altresì ricorso a prepensionamenti per  lasciar spazio ai giovani che vogliano accedere al mercato del lavoro molti dei quali oggi stanno andando all’estero! Bisogna altresì rivedere le maxi pensioni  perequando il gap nei confronti delle minime. Quando la corresponsione di lauti stipendi, la elargizione di sicurezze economiche, la politica clientelistica elettorale hanno imperversato per anni e non esistono certezze per assicurare ai  nostri pensionati una giusta ricompensa per una vita di sacrifici, quando i dirigenti non vengono monitorati in base alla produttività dei settori  di loro competenza , quando  non esiste una snella mobilità nei posti di comando, quando le aziende pubbliche non tendono a chiudere i loro bilanci in pareggio, quando il Paese è costretto a ricorrere allo strumento del Referendum  per  bloccare il tetto massimo degli   stipendi dei dirigenti,  quando i prestiti internazionali non ci vengono più concessi, quando le forze dell’ordine sono abbandonate a se stesse,  dobbiamo correre  immediatamente ai ripari attraverso una politica di rigore che col tempo darà i suoi frutti.

Ha qualche rilievo da fare alla politica seguita in industria,artigianato, agricoltura, commercio e turismo?

Abbiamo assistito fin’ora a politiche sbagliate in questi settori, poca chiarezza d’indirizzi poche iniziative da parte di coloro che hanno gestito il Paese. La Camera di Commercio non ha garantito quegli obiettivi indicati dal proprio statuto e non ha contribuito sufficientemente  ad  incentivare il nostro sviluppo. Essa andrebbe   completamente riformulata fornendole  adeguati strumenti per  operare in maniera più efficace. Il nostro Paese deve dare più importanza al settore dei servizi che gli sono più congeniali per la ridotta competitività degli altri settori in un mondo sempre più globalizzato. Dobbiamo premiare lo sviluppo, la  ricerca! Solo così riusciremo a combattere la disoccupazione dilagante e la sottooccupazione. L’Agricoltura può essere rilanciata inserendosi nei grandi progetti internazionali tipo il FICO (fiera permanente dei prodotti Agricoli in Bologna). In questi anni si è assistito a un notevole gap  di inefficienza  e  arretratezza sia nel pensiero che nella competitività.  Bisogna   rivisitare i sistemi di autonomo sviluppo senza timori dei veti che ci impongono altri stati; E’ altresì necessaria una politica tributaria equa: l’economista Laffer sosteneva che tassazioni elevate generano stagnamento dell’economia. Bisogna altresì trovare formule  più coraggiose per stimolare la ripresa del mercato immobiliare. L’imprenditore  per effettuare investimenti non guarda solo ai vantaggi  fiscali ma ancor più  ad un Paese con meno burocrazia, più legalità più sicurezza e soprattutto con più   certezza del diritto e   velocità nelle sentenze; L’imprenditore ha bisogno di infrastrutture efficaci che gli consentano di collocare i propri prodotti in tempi brevi. Da questo punto di vista molto resta da fare! Poco si è fatto per migliorare la viabilità e per  incrementare l’aeroporto di San Marino  a vocazione turistica e troppo denaro è stato buttato sono stati buttati per mantenere in essere il fallimentare  aeroporto internazionale Rimini-San Marino.

Pensa che la convenzione  di amicizia e  di buon vicinato con l’Italia e gli accordi con l’Europa siano  da rivedere?

La convenzione del ’39 è obsoleta,  deve essere completamente rivisitata rimettendo in discussione le nostre prerogative di Stato Sovrano per ottenere nuovi vantaggi a fronte delle nostre rinunce! In particolare dobbiamo rivedere gli accordi sugli idrocarburi, i tabacchi. Abbiamo iniziato con notevole ritardo il percorso per entrare in Europa attraverso accordi quadro  di associazione   con la U.E. a mio parere troppo ristretti.  Niente abbiamo fatto   in materia di Trasporti e poco in materia di  telecomunicazioni (assenza di una Authority), pochissime  le  nuove infrastrutture!  Il risultato è stato quello di rendere    il Paese poco usufruibile  ai visitatori ed ancor più agli abitanti rivedendo rispettivamente la convenzione del 1939 e la convenzione capestro del 2012  in materia finanziaria che ci crea solo obblighi e nessun vantaggio nell’ambito della nostra autonomia di Stato,.  Dobbiamo instaurare, anche se sembrerebbe di andare contro corrente,  una nostra  Dogana per evitare l’evasione delle imposte indirette  e puntare verso la costituzione di un porto franco per le merci dirette sul nostro territorio! Troppo poco si è attinto   dai Fondi del Consiglio d’Europa!  Avremmo potuto  avvalerci di questi  per migliorare le nostre carenti infrastrutture  e combattere la disoccupazione: prima di tutto la viabilità, che è un colabrodo in tutti i settori, niente si è fatto per abituare i sammarinesi all’uso dei mezzi pubblici (che continuano a presentare bilanci in rosso) quello che stupisce è l’atteggiamento da “alieno” di chi  ha gestito finora questo settore. Niente è stato fatto, nonostante  l’ interessamento del sottoscritto, per avvicinare il nostro Paese alla  Regione Europea Adriatico-Ionica: sicura strada per uno sviluppo internazionale coi paesi limitrofi nonché per un dialogo con le aree euro asiatiche. Da decenni si invita il nostro corpo diplomatico  ad assumere iniziative  di carattere economico, con scarsi risultati. I diplomatici non collaborativi devono essere rimossi!

Cosa ne pensa dell’argomento di grande attualità in materia finanziaria?

Sul pesante bilancio dei crediti inesigibili, frutto di una allegra politica nella concessione dei prestiti  che vengono  stimati, in assenza di una Centrale dei Rischi, intorno ai 2 miliardi, ritengo che le strade percorribili siano:  una cartolarizzazione degli stessi nonché aumenti di capitale da parte degli attuali  e dei nuovi soci. Se  si creassero  i presupposti per attrarre nuovi capitali, potrebbero arrivare nuovi soci specialmente dall’euroasia!    Nuovi strumenti andrebbero potenziati  quali  i conti on line, la   borsa telematica . Trovo altresì necessario  regolamentare il canale parallelo al denaro tradizionale interessandoci fra i primi di normare  il nuovo strumento dei bit coin  il cui mercato, nonostante l’incerto percorso,   si stima abbia raggiunto  dieci miliardi di dollari, si potrebbe pertanto ibridare la criptomoneta con il sistema bancario esistente.Il tutto potrebbe dar vita al sogno mai realizzato  atto a creare una piazza finanziaria internazionale. La Banca Centrale, enorme carrozzone con troppi addetti, ha grandi responsabilità nella politica degli ultimi anni, essa avrebbe dovuto   incentivare accordi finanziari ed essere meno oppressiva verso il sistema bancario.  Purtroppo negli ultimi anni essa ha adottato scelte spesso discutibili! L’Associazione bancaria dovrebbe  muoversi senza troppi timori per un rilancio del mondo finanziario  attraverso la formulazione di nuove proposte  per suggerire   nuovi ed appetibili  prodotti finanziari. Le Assicurazioni vanno arricchite di nuovi canali di sviluppo negoziati con fermezza con i nostri interlocutori esteri che  hanno sempre teso a   ghettizzarci. Vogliamo pertanto una nuova  economia al servizio della persona  tendente a realizzare un benessere diffuso ed un giusto salario per tutti.