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  • San Marino. “Intrecci” Cricca-Politica. Savorelli: “Ne ho abbastanza di essere usato come parafulmini dai politici”!!! Poche settimane dopo venne cacciato su richiesta del CCR… di Enrico Lazzari

    Lorenzo Savorelli, ex Direttore Generale Banca Centrale

    …Ne ho abbastanza di essere usato come parafulmini dai politici”!!! Sono le ore 7:46 del mattino del 5 luglio 2017 quando il Direttore Generale di Banca Centrale di San Marino, Lorenzo Savorelli, si sfoga telefonicamente, attraverso un messaggio Whatsapp, con Filippo Siotto, membro della vigilanza di Bcsm.

    Come si evince dall’analisi, quindi dai contenuti dell’iPhone 6s in uso allo stesso Siotto effettuata dalla Polizia Civile e inviata al Commissario della Legge Simon Luca Morsiani durante la fase istruttoria del procedimento “500/2017”, ovvero il “caso Titoli”, e oggi agli atti del medesimo procedimento giudiziario, già il giorno precedente risultano “in uscita” dal cellulare di Siotto tre messaggi Whatsapp con allegati i tre cosiddetti “decreti Confuorti”, al momento in semplice bozza.

    Gli stessi, si ricordi, due su tre, vennero approvati dal Consiglio Grande e Generale, nonostante la decisa contrarietà delle opposizioni -che arrivarono a presentare un Odg per bloccarli e “favorire” nientemeno che una manifestazione popolare sul Pianello- con i voti dei consiglieri della maggioranza AdessoSm (Repubblica Futura, SSD e Civico 10) il 21 luglio dello stesso anno, ovvero un paio di settimane dopo la “chiacchierata” whatsapp con relativo scambio di bozze degli stessi decreti governativi, “estratta” dal telefonino in uso a Siotto.

    Ma vediamo, così come compare negli atti del “500” questa “chiacchierata” che si apre con l’invio -alle ore 20:51 del 4 luglio 2017 (18:51 UTC+0 nei verbali) da parte del membro della vigilanza Bcsm, dei tre decreti in formato “.doc”, ovvero Word:

    – “Bozza_DL_misure_restrittive”
    – “Bozza_DL_misure_x_cessione”
    – “Bozza_DL_misure_sostegno”

    E’ tarda sera, ragion per cui Siotto non riceve alcuna risposta fino alla mattinata successiva, quando, alle 7:45 (5:45 UTC+0) invia un nuovo messaggio in cui, testualmente come riportato degli atti, si legge: Ho ricevuto questo consiglio: i decreti devono uscire questa mattina. (Celli) vuole fare un ccr venerdì e un incontro con le banche sabato presenti bc (Bcsm; ndr) e il governo. Dovremmo chiamare noi per spiegare cosa si sta facendo”.

    Appena un minuto e arriva la risposta di Lorenzo Savorelli: “Non so se sono d’accordo. Ne parliamo poi. Ne ho abbastanza di essere usato come parafulmine dai politici”.

    Politici al Plurale, si noti bene… Non “di essere usato come un parafulmine da” Simone Celli, dal quale sarebbe partita la richiesta di cui stanno parlando in quel momento.

    Comunque, dopo lo sfogo, in un messaggio inviato successivamente, Savorelli scrive a Siotto:  Quanto ai decreti sì finalizziamol

    Siotto risponde: “Devo rivederne uno, quello sulla cessione, e l’altro sulle misure restrittive non sono ancora convinto” e anche, aggiunge in un altro messaggio, “a quanto pare il testo del decreto che riguarda la cessione AB-Cassa non va bene”.

    Sì troppi cuochi. Vediamolo insieme a LUI dopo” è la risposta di Savorelli.

    Ma a quante mani sono stati scritti quei decreti, visto che in precise email sempre agli atti del “Caso Titoli” si evidenzia anche una “ingerenza” di Francesco Confuorti e di altri personaggi che comunicano attraverso email “*@adfinancial.net” riconducibili alla AD Financial a sua volta ricondotta -sempre negli atti giudiziari- allo stesso Confuorti?

    In questa chat, però, c’è un altro aspetto quanto mai importante. Una conferma evidente, fatta da Savorelli e, nel senso più ampio, deducibile dalla frase “ne ho abbastanza di essere usato come parafulmini dai politici”. 

    Fu uno sfogo fine a se stesso? Oppure era realmente esasperato? Questo non è certo deducibileI politici al potere, in quel momento, sono quelli della Coalizione AdessoSM e il governo è composto da:

    Nicola Renzi (oggi candidato di Repubblica Futura)
    Guerrino Zanotti (oggi candidato di Libera)
    Simone Celli (ritiratosi da vita politica attiva)
    Andrea Zafferani (oggi candidato in Repubblica Futura)
    Augusto Michelotti (oggi candidato indipendente in Repubblica Futura)
    Franco Santi (oggi candidato in Libera)
    Marco Podeschi (oggi ritiratosi dalla vita politica attiva)

    Tutti, questi Segretari di Stato sarebbero chiamati in causa da Savorelli nella sua eloquente dichiarazione? Di certo, direttamente, no, ma non dimentichiamo che il Congresso di Stato è un organismo collegiale, ovvero, ad esempio, “collegialmente responsabile davanti al Consiglio Grande e Generale”, quindi ai rappresentanti eletti dai cittadini.

    Sta di fatto che il 31 agosto 2017, neppure due mesi dopo essersi lamentato con Siotto di averne avuto abbastanza “di essere usato come parafulmini dai politici” l’allora Direttore Generale di Banca Centrale venne cacciato con una nota del Comitato per il Credito e il Risparmio (CCR, organismo che riunisce esponenti di Banca Centrale e del Governo) in cui si auspicava che il Consiglio Direttivo di Bcsm lo cacciasse, cosa che poi fece pur senza il voto del Presidente Wafik Grais, che uscì dall’aula per non sfiduciare personalmente Savorelli.

    Membri di governo nel CCR, in quel momento, erano:

    Nicola Renzi (oggi candidato di RF)
    Andrea Zafferani (oggi candidato di RF)
    Guerrino Zanotti (oggi candidato in Libera)
    Simone Celli

    Enrico Lazzari

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    Nota importante dell’Autore e di GiornaleSm: in questi approfondimenti si raccontano fatti senza alcun commento o valutazione. Fatti attinenti azioni che hanno visto protagonisti alcuni candidati alle prossime elezioni politiche e fatti che -direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, ingenuamente o dolosamente che sia- hanno avuto l’effetto di favorire la “cricca” o tentare di mettere o mettere in difficoltà, creare problemi, minare l’autorevolezza, bloccare l’azione di chi combatteva strenuamente quel gruppo di potere privato che ha contribuito in maniera importante al dissesto finanziario ed economico che tutti i sammarinesi stanno ancora oggi pagando.
    Nulla più, nessuna accusa diversa da una eventuale responsabilità politica, men che meno un reato penale, è contenuta o deducibile relativamente ai personaggi, ai candidati citati che, per quanto risulta oggi, non compaiono fra gli indagati o gli imputati di alcuna azione penale nota e, pertanto, vanno considerate tutte  “brave persone” fino a eventuale e non nota oggi prova contraria.