San Marino. “Intrecci” Politica-Cricca. L’attivismo di Antonella Mularoni nella cacciata di Caringi, avvenuta pochi giorni dopo l’avvio di una ispezione a Banca Partner. Dichiarò a Il Sole24Ore: “La Vigilanza non ha seguito le disposizioni da noi impartite…” … di Enrico Lazzari


Di Antonella Mularoni, come scritto qualche settimana fa in un ambito diverso, nessuno -alla luce di quanto successe poi- potrà mai dimenticare l’intervento che la stessa candidata di Repubblica Futura fece in Consiglio Grande e Generale relativamente alla procedura che portò alla nomina di Wafik Grais alla Presidenza di Banca Centrale (leggi qui): “…Aiuterà anche noi perché l’alto livello di questa figura obbligherà anche noi a pensare un po’ più in alto e mi auguro che il suo profilo ci faccia guardare all’interesse del sistema (…). Mi auguro che la scelta del direttore, che dovrà essere fatta in tempi brevissimi, vada nella stessa direzione”… E, purtroppo, la scelta del Direttore andò nella stessa direzione… Ma, soprattutto, quel Presidente di “alto livello” sarebbe stato nominato nonostante “risultasse privo di uno dei requisiti previsti” (Ordinanza Commissario della Legge Elisa Beccari – leggi qui).

Oggi, nell’annunciata e già a buon punto analisi del “passato” dei candidati delle diverse liste, nella ricerca di eventuali responsabilità che, direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente abbiano finito per influire sul disastro che un preciso gruppo di potere privato ha determinato sul Paese e, soprattutto, sul sistema bancario sammarinese, torniamo al 4 febbraio 2010, ai tempi, cioè,  della cacciata di Stefano Caringi, all’epoca riferimento della vigilanza di Banca Centrale. Un licenziamento che suscitò le durissime dimissioni del Presidente e del Direttore Generale, rispettivamente Biagio Bossone e Luca Papi, che -il 9 febbraio 2010- formalizzarono la loro decisione con una lettera inviata, agli Ecc.mi Capitani Reggenti e, per conoscenza, ai membri del CCR, del Consiglio Direttivo e del Collegio Sindacale di Bcsm.

Abbiamo, quindi, cristallizzato due date e due fatti:

– 4 febbraio 2010 la cacciata di Caringi, responsabile della Vigilanza di Bcsm

– 9 febbraio 2010 le dimissioni di Papi e Bossone

Sempre il 9 febbraio 2010, si legge su IlSole24Ore, dello “strappo consumato il 4 febbraio dal Governo di San Marino, che ha licenziato Stefano Caringi, uomo di punta della vigilanza bancaria del Titano”. Nello stesso articolo l’allora Segretario di Stato agli Affari Esteri, Antonella Mularoni, ne spiegava le motivazioni: “La Banca Centrale ci ha indicati come un Governo che intralcia i cambiamenti. Questo è intollerabile: è proprio la Vigilanza che non ha seguito le disposizioni da noi impartite, danneggiando così il Paese”. “E’ molto dura Mularoni -commenta il giornalista, Lionello Mancini-, che nel Comitato per il credito e il risparmio ha contribuito a tagliare i ponti con Caringi. Ma quali siano le disposizioni tradite, Mularoni non lo precisa…”. 

Avete memorizzato le tre date sopra ricordate? Bene. Ora memorizzatene un’altra: 22 gennaio 2010,  giorno di inizio di una ispezione della Vigilanza di Banca Centrale a Banca Partner spa, “controllata da Grandoni” (lo conferma Caringi durante l’interrogatorio con il Pm forlivese Di Vizio – leggi qui), che poi nel giugno 2012 acquisì il Credito Industriale Sammarinese (CIS) dando vita a Banca CIS.

Coincidenza? Secondo quanto si legge agli atti del primo grado del Processo Buriani-Celli, chiuso con la condanna in primo grado dei due -anche alla luce di esperienze successive, non tutti ne sono convinti. “Ci terrei a sottolineare -si legge nella deposizione rilasciata dalla teste Catia Tomasetti, attuale Presidente di Bcsm- che Banca Cis (nel primo caso era ancora Banca Partner; ndr) ebbe tre ispezioni: una nel 2010” e “l’ispezione non venne conclusa perché venne cacciata tutta la vigilanza”; un’altra “nel 2016, anche in quel caso non venne conclusa e venne cacciata la vigilanza”, mentre “nel 2018 facemmo fatica a trovare la vigilanza, perché li dovemmo quasi estrarre a sorte; cioè accettarono un incarico per 6 mesi. Però, ecco, ogni volta che si andava in Banca Cis, succedeva qualche piccolo terremoto”.

Quindi, ricapitoliamo, in ordine temporale, gli eventi importanti di quell’inverno 2010:

– 22 gennaio, in seguito ad una richiesta di finanziamento di ultima istanza avanzata da Banca Partner, la Bcsm avvia una ispezione di Vigilanza nello stesso istituto;

– 4 febbraio, il responsabile della vigilanza di Bcsm viene cacciato dopo che nel CCR -lo scrive ilSole24Ore- la “Mularoni ha contribuito a tagliare i ponti con Caringi”;

– 9 febbraio, Antonella Mularoni spiega che il licenziamento di Caringi è motivato dal fatto che “la Vigilanza che non ha seguito le disposizioni” impartite.

– 9 febbraio, Presidente e Dg di Bcsm, Bossone e Papi, si dimettono con una lettera “al veleno”.

Le dimissioni di Papi e Bossone motivate dal licenziamento del responsabile di quell’ispezione a Banca Partner, ovvero di Caringi della Vigilanza Bcsm, furono, come detto, “al veleno” (leggi qui). “Il Governo -scrissero- dice di voler rafforzare l’azione di una vigilanza mostratasi insoddisfacente; non dice delle gravi criticità più volte e in più sedi denunciate dalla Banca centrale e rimaste inascoltate. Il Governo dice di rispettare l’autonomia della vigilanza; non dice delle interferenze e delle pressioni esercitate sulla Banca centrale per condizionarne l’azione di vigilanza, volte a sospendere ispezioni scomode, concedere autorizzazioni in assenza dei requisiti, ammorbidire interventi e sanzioni”.

Le durissime accuse rivolte verso l’Esecutivo indussero i Capitani Reggenti, il 16 febbraio, una settimana dopo aver ricevuto la lettera di dimissioni di vertici Bcsm, rilevando la forza delle accuse in essa rivolte al Governo, invitarono i due dimissionari a rappresentare in Consiglio Grande e Generale le motivazioni della drastica scelta di abbandonare l’incarico.

A questo invito fece seguito una risposta scritta di ben nove pagine, inviata a mezzo “Raccomandata A/R” su carta intestata di Bcsm, firmata da Papi e Bossone, ritirata dall’allora Dirigente della Segreteria Istituzionale, come si evince dalla ricevuta di effettuata consegna avvenuta alle ore 11:05. E qui, in questo documento, emerge un ruolo che nella vicenda ha avuto la candidata di Repubblica Futura, all’epoca Segretario di Stato agli Affari Esteri, Antonella Mularoni.

A pagina sette e otto, Papi e Bossone vanno a descrivere le “circostanze riconducibili alle ingerenze e pressioni sulla Banca Centrale” citate nella lettera di dimissioni. “…primavera-autunno 2009 -scrivono-: nel corso di una complessa istruttoria in cui si analizzava, sotto il profilo della stabilità, la situazione tecnica della ‘Società vigilata A’, al fine di valutare l’eventuale adozione di provvedimenti di rigore, il ‘Segretario di Stato Alfa’ esercitava pressioni affinché la società venisse lasciata in bonis e sottolineava l’inopportunità di fare segnalazioni all’Autorità Giudiziaria. In un’occasione, convocava una riunione presso la Banca Centrale alla quale parteciparono, oltre ai rappresentanti della Vigilanza e del vigilato anche il ‘Segretario di Stato Alfa’ e il ‘Segretario di Stato Beta’. La Vigilanza ha comunque portato avanti l’ispezione e adottato i provvedimenti ritenuti adeguati”.

Questo, nonostante gli anni passati, è un argomento che fa ancora discutere.

Enrico Lazzari

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