San Marino. ”Io c’ero. La verità sulla mia presenza a San Marino e su chi ha pagato davvero il prezzo” … del Prof. Giuseppe Roberti

Non passa giorno senza che si legga di indagini e verifiche sui rapporti finanziari di operatori esteri con San Marino. Eppure, a molti politici – soprattutto ex – interessava soltanto il cosiddetto “conto Mazzini”, che non ha sottratto un solo euro ai cittadini. Anche sul resto ci sarebbero moltissime cose da chiarire.

Fatta questa premessa, voglio parlare della mia presenza nella Repubblica di San Marino.

Prof. Giuseppe Roberti

Non sono stato io a chiedere di venire a San Marino: sono stato voluto da politici e non solo. Ecco un breve riassunto di ciò che ho fatto in Repubblica. Ho contribuito a portare alla guida della BCS Papi, Caringi e Bossone. Ho suggerito, per l’acquisto di Banca CIS, una cordata capeggiata da Mario Resca. Dopo le note vicende legate alle dimissioni della dirigenza di BCS, ho indicato il nome di Paolo Savona per la presidenza della stessa banca. Ho contribuito a portare la raccolta della Banca Commerciale Sammarinese a circa 600 milioni. Potrei continuare a lungo, ma per ora mi fermo qui.

Sul piano politico: ho lavorato per riportare la Democrazia Cristiana al governo nel 1986. Io c’ero quando l’on. Meluzzi venne a un incontro col Segretario Gatti, in un momento in cui la DC temeva la nascita di un movimento ispirato a Forza Italia. Io c’ero con Vittorio Sgarbi. Io c’ero quando si trattava di convincere Della Balda, Manzaroli e altri a fare il governo con la DC per rimandare il PCI all’opposizione. Io c’ero quando si cercava sostegno per la nuova maggioranza con il Partito Socialista. La lista è lunghissima, ma anche qui mi fermo.

Sono stato rinviato a giudizio e processato con l’accusa di aver riciclato circa 165 milioni, con una richiesta di condanna a undici anni di carcere (in Italia ridevano). Ma io, per oltre dieci anni, ho sofferto e sopportato, avendo la certezza che non ci fosse nulla di vero. E la cosa più grave è che questa stessa certezza non poteva non averla anche chi si è reso responsabile di quelle accuse.

Mi hanno voluto ambasciatore, per darmi un titolo che mi consentisse di accreditare i rappresentanti del governo – di qualunque governo, di qualunque maggioranza – negli ambienti istituzionali italiani.

Capisco che, per tutto questo, potessi rappresentare un ostacolo insopportabile per la cricca affaristica, e anche per una parte politica. Ci sono riusciti a eliminarmi. Ma il prezzo non l’ho pagato solo io: l’hanno pagato tutti i cittadini, l’ha pagato tutto il Paese.

Per ora, mi fermo davvero qui. Il resto arriverà, se ne avrò voglia, al momento opportuno.

Un consiglio a chi avesse l’idea di darmi del bugiardo: Felici docet.

Prof. Giuseppe Roberti