San Marino, Iss e “nuova tutela dei minori”. “Misteriosa” rivolta degli operatori di quel che era un “feudo” della sinistra sammarinese. … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

L’Iss con i suoi servizi sanitari e sociali è, oggi più che mai, al centro di uno scontro politico talvolta sterile, strumentale e, altre volte, mirato a tutelare i feudi politici che in passato sono stati conquistati dalle diverse forze politiche. Altre volte, perfettamente motivati dalle carenza che, da anni e anni, affliggono l’utenza.

Carenze come, ad esempio, il servizio migliorabile ad una delle fasce cosiddette deboli della popolazione: quella degli anziani, tematica che ho approfondito qualche giorno fa (leggi qui) e che necessiterebbe di urgenti e importanti interventi, un po’ come nell’autunno 2022 si è disposto di fare per un’altra categoria, un’altra fascia debole della popolazione, ovvero i minori, i cui servizi predisposti dall’Istituto per la Sicurezza Sociale sono stati pesantemente riformati e “ammodernati” in un decreto di profonda riorganizzazione.

Proprio per questo motivo, oggi, mi balza all’occhio una interpellanza presentata lo scorso dicembre da Libera e Repubblica Futura, in merito alla riorganizzazione -come detto varata con decreto nell’autunno 2022- dei servizi di tutela dei minori, fino ad allora -si dice!- “feudo inviolabile” della sinistra sammarinese. Del resto, la stessa interpellanza presentava aspetti che, implicitamente, vanno ad avvalorare il “si dice”, prima fra tutte la domanda sul perchè non  fosse stato coinvolto il personale già in forze agli “uffici” preposti alla tutela dei minori. E, se scorriamo le cronache indietro nel tempo, un altro indizio a favore della eventuale fondatezza del “si dice” lo troviamo in alcuni inserimenti nell’organico che hanno suscitato critiche e attirato attenzioni per le metodologie di selezione e indicazione.

Ma torniamo all’attualità e alla “nuova tutela minori”. Leggo nelle cronache locali di ieri che “regna un certo disagio nel servizio”, visto che “diversi operatori hanno chiesto il trasferimento” e “altri si sono messi in aspettativa”. Perchè? Mi chiedo… Infatti, dopo anni di immobilismo (quando la tutela dei minori non mi sembra fosse a livelli qualitativi e di attenzione nord-europei) e di non certo invidiabile efficacia, si è finalmente disposta una profonda riforma finalizzata a migliorare le carenze evidenziate a più riprese anche dalla stessa utenza.

Ma dai banchi di opposizione ci si concentra sulla “tutela dei minori” nonostante sia già oggetto di una sorta di riforma, anziché -magari- concentrarsi sull’assenza di un provveidmento dismile sull’altra fascia debole della cittadinanza, ovvero gli anziani.

Certo, la “nuova tutela minori” non è ancora pienamente a regime essendo completati gli iter di soli tre “protocolli” operativi, degli otto previsti e necessari per avviare in toto il periodo di sperimentazione del nuovo assetto dei servizi. Ma, in un anno -va rimarcato- si sono fatti tre protocolli e sono in più o meno avanzato stato gli altri cinque… Cosa si è fatto -vista l’interpellanza di Libera e Rf- in tal senso negli anni del loro governo AdessoSm? Nulla, almeno credo… se non qualche nuova assunzione, se la memoria non mi tradisce.

Nonostante il percorso ormai avviato, però, sui nuovi responsabili dei servizi prori della “tutela minori”, il dott. William Giardi e la dott.ssa Francesca Civerchia, già sembra gravare la spada di Damocle di una rivolta interna…

Se devo essere sincero, vi dico subito che questa addotta rivolta non mi preoccupa… Anzi, ben venga se ciò dovesse servire per migliorare il tasso di entusiasmo degli operatori in un servizio delicato come è quello della tutela minori, fino ad ora forse -si dice- utilizzato più per “sistemare” gli amici (politici) di qualcuno, che non nel perseguire la priorità di indicare le migliori professionalità e sensibilità in ruoli quanto mai delicati per il futuro dei sammarinesi più giovani e, quindi, più esposti.

Ma per quale motivo, mi chiedo, “diversi operatori hanno chiesto il trasferimento” e “altri si sono messi in aspettativa”? Non è dato a sapere… Anche perchè non mi risultano critiche dirette all’operato di Giardi o della Civerchia. Forse, mi chiedo nuovamente, alla base c’è la mancanza, ad un anno dal varo, di alcuni protocolli operativi che, nei relativi settori della tutela minori, impediscono l’avvio del periodo di sperimentazione della riforma del servizio? Lo escluderei, visto che da anni ed anni in quel comparto si lavorava alla “vecchia” maniera e sulla base di obiettivi che non muteranno finchè la riforma non entrerà totalmente a regime… E non può neppure essere una carenza di attenzione del governo verso il comparto, poiché è in piena attuazione il progetto di riforma avviato un anno abbondante fa.

E allora perchè monterebbe la protesta fra gli operatori? Forse perchè -vien da pensare, a pensar male- ora i massimi responsabili non sono -almeno credo- espressione della sinistra o di quel che fu “AdessoSm”? 

O, peggio, sempre pensando “male, questi operatori oggi potrebbero essere addirittura “teleguidati” da chi non ci stà a perdere quel “feudo” che -si dice- era saldamente conquistato? Probabilmente, al pari delle motivazioni alla base della addotta “rivolta”, anche quest’ultimo dubbio resterà un mistero. E, onestamente, poco m’importa. 

Quel che mi preme, invece, è che la riorganizzazione dell’intero comparto di supporto ai minori e alle loro problematiche possa andare avanti e, anzi, accelerare per arrivare nel più breve tempo possibile all’entrata a regime di quella delicata riorganizzazione di un servizio essenziale per ogni comunità… Una riorganizzazione che non potrà prescindere dall’avvalersi delle migliori professionalità e delle più idonee sensibilità, perchè chi opera nel servizio tutela minori non ha a che fare con semplici pazienti, ma con bambini, ragazzini con cui, spesso, la vita non è stata né generosa, né attenta… Un comparto, dunque, su cui inscenare speculazioni, strumentalizzazioni meramente politiche, “rivolte” faziose o personalistiche, sarebbe equiparabile, moralmente, ad una sorta di atto di sciacallaggio.

Enrico Lazzari