PASSA FRA LE POLEMICHE PDL SU DIRIGENZA MEDICA. PS: “PIÙ COSTI, NO BENEFICI”
Soddisfazione del governo per la risposta ai bandi emessi per reperire personale medico ma c’è una carenza non da poco visto che a quello per il reclutamento di medici pediatri non avrebbe risposto nessuno.
Il Segretario Zanotti parlando a nome del Segretario Santi ha espresso soddisfazione per la risposta ai bandi emessi per il reclutamento di personale medico perché su 9 avrebbero partecipato in 14 e i colloqui sarebbero andati molto bene. Ci sarebbe però anche una carenza non da poco visto che al bando per il reclutamento di medici pediatri non avrebbe risposto nessuno.
Dell’ospedale durante l’estate si è parlato molto e soprattutto si è cercato di mantenere alta l’attenzione sul suo stato di salute, sempre più precario. I problemi che inizialmente si sarebbero voluti sottacere sono poi emersi con prepotenza e da più parti si è cominciato a chiedere a gran voce una soluzione, richiesta che è sfociata nella presentazione da parte del Segretario Santi di un progetto di legge.
Così lunedì pomeriggio in commissione quarta il dibattito ha preso il la proprio dal progetto di legge sulla dirigenza medica sul quale anche alcuni commissari di minoranza si sono espressi positivamente perché per certi aspetti è stato detto come esso possa rappresentare un passo avanti.
Il progetto accoglie proposte che sono arrivate dalle stesse forze di minoranza. Il Segretario Zanotti parlando a nome del Segretario Santi ha espresso soddisfazione anche per la risposta ai bandi emessi per il reclutamento di personale medico perché su 9 avrebbero risposto in 14 e i colloqui sarebbero andati molto bene.Ci sarebbe però anche una carenza non da poco visto che al bando per il reclutamento di medici pediatri non avrebbe risposto nessuno.
Tornano allora di grande attualità le parole pronunciate ormai due mesi fa dalla pediatra sammarinese Elisa Giacomoni che avendo dato le dimissioni dall’ospedale è potuta intervenire durante la serata pubblica organizzata dal Pdcs per sollecitare una soluzione sull’ospedale dal titolo “Salviamo l’Iss”.
Un’analisi lucida e una testimonianza dalla quale sebbene risalga appunto a due mesi fa, è comunque possibile attingere per riflettere sui problemi e provare a mettere in campo soluzioni anche diverse da quelle dei bandi che in questo settore si sono rivelati assolutamente inefficaci.
E c’è chi infatti lo aveva previsto! “Si parla tanto di fuga dei medici dall’ospedale – aveva detto – io non ho fatto alcuna corsa, ho camminato piano e purtroppo nessuno mi ha fermata. Ho sempre considerato l’ospedale di San Marino nel mio destino, ho una casa che si trova proprio di fronte all’Iss e sono cresciuta con l’idea di diventare medico ricevendo per così dire un’educazione a senso unico, un po’ come la monaca di Monza. In questo mestiere non c’è fortuna, c’è lo studio, lo spirito di sacrificio, la dedizione più completa: non si guarda l’orologio come fanno magari altri lavoratori, se c’è un’emergenza è evidente come non ci si possa sottrarre. Il problema però negli ultimi tempi è diventato il fatto che le emergenze erano all’ordine del giorno. E questo perché da 7 i medici sono diventati 5, fatto che ha peggiorato tanto la qualità del mio lavoro ed io sono diventata una pediatra chiamata più che altro a far fronte alle emergenze senza avere il tempo di vedere i miei pazienti. Ho fatto presente i problemi più volte a tutti i livelli e mi è sempre stato risposto che sarebbero state trovate delle soluzioni che invece non arrivavano mai. C’erano ad esempio ex medici ora pensionati che si erano dichiarati disponibili a darci una mano visto che stavamo affogando e invece paradossalmente mentre a loro veniva impedito di lavorare, le maternità non venivano sostituite.
Quando la situazione per me è diventata insostenibile ho chiesto l’aspettativa ma mi è stata negata come non mi si è data la possibilità di lavorare part-time. Allora dopo aver visto che molti medici venivano chiamati da fuori con convenzioni ho pensato di dare le dimissioni e aprire il codice operatore economico con l’idea di essere chiamata a lavorare ma pur avendo dato la disponibilità ad oggi nessuno mi ha contattata. E dire che il lavoro che io facevo da sola ora lo fanno tre medici. Così lavoro in Italia con l’amarezza di non poter lavorare per il mio Paese e mi chiedo spesso ‘cui prodest’? A chi giova tutto questo? Peraltro a San Marino si faceva un lavoro che è impossibile fare altrove dove si sceglie di fare o il pediatra territoriale o quello ospedaliero. Da noi avevo la possibilità di esercitare la pediatria a 360° con un grado di soddisfazione maggiore e con l’opportunità di sfruttare appieno le mie competenze. Posso dire dunque con fierezza che chi lavora a San Marino non è un medico di serie B, tutt’altro. E mi chiedo perché a tanti giovani medici sammarinesi che non hanno messo mai piede all’Iss non venga data la grande opportunità di lavorarci pensando invece di risolvere il problema facendo bandi internazionali”.
La RepubblicaSM