San Marino. ISS, una sfida a tutto campo: nuovo ospedale, nuovo modello organizzativo e accordi bilaterali per promuovere le eccellenze sammarinesi … di Alberto Forcellini

Tensioni, paure, contratti europei secretati, comportamenti speculativi delle aziende farmaceutiche, bracci di ferro fra le istituzioni e le ditte produttrici. Tutta l’Europa e molti altri Paesi stretti nelle dinamiche dei vaccini che non arrivano e dalle varianti del virus che ancora non sono state bene identificate nei loro effetti. L’emergenza sanitaria non si ferma, ma la vita va avanti, per fortuna, e la Sanità sammarinese lavora su più fronti. Gli obiettivi sono ambiziosi, come quello dell’ospedale nuovo. Sul quale arrivano continui aggiornamenti.

In attuazione di una delibera del Congresso di Stato, il nuovo ospedale dovrà essere un segnale vero di rinnovamento, ma anche di traino rispetto al momento difficile che stiamo vivendo, perché non si tratterà solo di un nuovo edificio, in quanto il progetto dovrà occuparsi oltre che di sanità anche di prevenzione, sociale e sociosanitario. Il progetto prevede il coinvolgimento attivo di tre Segreterie di Stato: Territorio, Finanze e Sanità. È stato costituito un gruppo di lavoro formato da dipendenti pubblici, con il coinvolgimento del Politecnico di Milano. Il gruppo dovrà rilevare a quanto ammontano annualmente le spese per manutenzione e consumi dell’attuale struttura, per valutare la sostenibilità delle rate di costruzione del nuovo edificio. L’obiettivo a breve termine è produrre uno studio di fattibilità che permetta l’emanazione di un bando. L’offerta andrà fatta sulla base di indicazioni politiche molto precise: finanziamenti con interessi sotto l’1 per cento e costruttori interessati ad aderire in base ad una finanza di progetto. Ci sono già cinque manifestazioni di interesse e ciò fa ben sperare per un bando che San Marino vorrebbe emettere entro giugno prossimo.

Perché c’è tanta fretta? Perché l’ospedale di San Marino non è accreditato a causa delle varie criticità in tema di vulnerabilità sismica, lacune sul fronte della sicurezza antincendio e superfici non performanti dal punto di vista energetico. Senza parlare delle barriere architettoniche presenti in tutto l’edificio. Ma anche perché il progetto complessivo non prevede solo la costruzione di un nuovo edificio. Si parla infatti di un nuovo modello organizzativo, che comprenda anche la revisione delle sedi periferiche, a cominciare dai Centri sanitari che hanno molti limiti in termini di antisismica, antincendio, eccetera, nonché delle sedi per la disabilità, i servizi domiciliari e così via.

Tra gli altri macro temi sul tavolo del Comitato Esecutivo, altri due obiettivi strategici. Primo: revisione del piano sociosanitario, che detterà le linee di indirizzo sui modelli organizzativi della sanità sammarinese. Una volta approvato dal Congresso, sentita l’Authority e tutte le altre organizzazioni socio sanitarie, si andrà a sviluppare come Atto organizzativo, ovvero l’organigramma con cui le strutture vanno ad organizzare i servizi. Ovviamente, l’auspicio è che si possa fare tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi di Covid. Un esempio è il potenziamento del presidio del territorio, come è avvenuto in questi mesi, quando il 90 per cento dei pazienti positivi sono stati gestiti sul territorio, il che ha permesso di affrontare anche tutte le altre patologie no-Covid.

In quest’ambito, la sfida è di cogliere tutta una serie di criticità, rilevate dagli stessi cittadini, sindacati, URP, Consulta sociosanitaria, in una dimensione di ascolto che indirizzi l’ISS a fare quello che i cittadini si aspettano. Quindi la revisione dei Centri Sanitari non dovrà essere solo strutturale, ma dovrà comprendere un vero ripensamento dei modelli e colmare le lacune che sono state segnalate.

Secondo tema, la ripresa degli accordi. Siccome da soli non si va da nessuna parte, è necessario che la Sanità sammarinese sia inserita nel più ampio contesto italiano. Quindi, contatti periodici con il Ministero della Salute per rinnovare gli accordi tecnici da cui si generano scambi di professionisti e aggiornamento costante. Gli altri due fronti di contatto riguardano le Regioni limitrofe, con cui si sono sviluppati rapporti consolidati e con le quali San Marino è intenzionato a finalizzare accordi bidirezionali. Cioè San Marino non vuole solo la sicurezza di un supporto in caso di necessità, ma punta a diventare attrattivo per alcune eccellenze della sua struttura.

a/f