San Marino. Istanza d’arengo per definire e sottoscrivere con gli Stati Uniti d’America gli accordi convenzionali atti a superare i problemi di doppia imposizione fiscale. La discussione in Consiglio

usaComma 24. Esame istanze d’Arengo

Istanza d’Arengo n.10 – perché siano posti in essere tutti gli atti necessari per definire e sottoscrivere con gli Stati Uniti d’America gli accordi convenzionali atti a superare i problemi di doppia imposizione fiscale e contributiva per i cittadini sammarinesi – statunitensi residenti a San Marino e a ristabilire il rispetto dei principi di equità nel trattamento fiscale e contributivo. 

Votazione palese, 45 voti a favore non contrari e non astenuti, approvata . 

Segretario di Stato Affari Esteri, Pasquale Valentini: “Nell’istanza i cittadini sammarinesi chiedono di porre in essere tutti gli atti necessarie per definire con gli Usa accordi convenzionali atti a superare le attuali criticità. 1) L’accordo contro la doppia imposizione del reddito che prevede clausole di salvaguardia a favore dei doppi cittadini stabilmente residenti a San Marino. 2) L’accordo per l’eliminazione della doppia contribuzione in ambito previdenziale e sanitario. 3) L’accordo per agevolare i doppi cittadini sammarinesi-statunitensi nell’ottenere, dalle Autorità statunitensi, il riconoscimento delle caratteristiche di buona fede ed involontarietà relativamente alla propria condizione di inadempienza per quei cittadini che avessero la necessità di regolarizzare con l’amministrazione americana la propria situazione pregressa. L’istanza sottolinea un problema dovuto al fatto che gli Usa, attraverso i Fatca, hanno sancito un accordo per lo scambio di informazioni che chiede agli istituti di credito di comunicare l’esistenza di conti correnti di cittadini statunitensi ovunque residenti nel Mondo. Il rifiuto di questa disponibilità aveva delle sanzioni. Gli istituti sammarinesi hanno così aderito a questa normativa. Perché per i cittadini americani c’è l’obbligo di contribuire ovunque risiedano. In questo momento siamo al momento che l’accordo Fatca è pronto alla firma: attendiamo la firma degli States, ma loro lo consentono praticamente in vigore. L’accordo tra gli Stati rende meno oneroso lo scambio di informazioni. Al contempo gli Usa ci hanno concesso per la settimana prossima un incontro ufficiale con il numero 2 della Segreteria di Stato Kerry per valutare l’ipotesi di un accordo contro le doppie imposizioni e per tutelare la sicurezza sociale. E’ un accordo difficile, ma la disponibilità che stiamo cercando è quella di poter avere una fase transitoria in attesa della stipula degli accordi che ci consenta di aiutare i cittadini in questa fase di normalizzazione. Stiamo parlando del rapporto tra Usa e soggetti che risultano essere cittadini americani. Il nostro intervento è perché queste persone sono anche cittadini sammarinesi. Ma non possiamo intervenire sulle modalità con cui Governo Usa chiede a propri cittadini di adempiere obblighi fiscali. L’Istanza è accoglibile perché noi siamo già oltre quell’accordo”.

Marco Gatti, Pdcs: “Il segretario ha spiegato la complessità dei rapporti tra un grande Paese come gli Usa e un micro Stato come San Marino. Sono contento del fatto che finalmente gli Stati uniti hanno capito l’importanza per San Marino di un accordo di questo tipo. Due accordi fondamentali per un Paese come il nostro che vuole internazionalizzarsi e aumentare i rapporti con l’esterno. Il Fatca è un programma di conformità fiscale che prevede la cooperazione unilaterale: gli Usa chiedono agli Stati di trasmettere i dati bancari dei cittadini americani. Se uno Stato non lo vuole fare viene applicata una sanzione fiscale sulle transizioni commerciali che coinvolgono quello Stato nello scambio con Usa. Rimanere fuori da economia americana sarebbe visione miope. Problema importante che va risolto: assolutamente l’accordo contro le doppie imposizioni. Non possiamo sottrarci dal portare avanti l’accordo Fatca”.
Marco Podeschi, Upr: “Questo tema è di interesse a San Marino perché ci sono tanti sammarinesi residenti negli Usa e viceversa. Il problema riguarda la normativa fiscale americana. C’è un problema però nel nostro Paese: mancano poli di conoscenza legati alla fiscalità internazionale. Siamo favorevoli a istanza d’Arengo ma bisogna pensare all’interno dell’amministrazione a poli di competenza in merito alla fiscalità generale”.
Massimo Cenci, Ns: “L’Istanza va accolta pur non essendo d’accordo con quanto stabilito in premessa”.
Mimma Zavoli, C10: “Siamo favorevoli all’accoglimento dell’istanza d’Arengo. Un provvedimento che riguarda una fascia enorme della popolazione sammarinese: si tratta di almeno il 10%. Non dobbiamo smarcarci dal fatto che dobbiamo assumerci una responsabilità nei confronti di questi cittadini. Mi auguro che ci sia la possibilità di arrivare a un rasserenamento della condizione. Mi auguro che in questo momento si possa trovare un modo per far sì che lo Stato faccia il suo dovere mettendosi a disposizione dei cittadini con doppia cittadinanza”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Discutiamo un’istanza su un problema sentito. Esprimo l’accoglimento del Pdcs all’istanza, che nasce da una situazione legata all’accordo Fatca che San Marino subisce dagli Stati uniti: per gli altri Paesi il criterio è la residenza, per gli Usa è la cittadinanza. Oggi il governo ha dichiarato di essere prossimo ad un accordo. La sua finalità è mettere in condizione i nostri cittadini sammarinesi e americani di avere un trattamento il più positivo possibile di fronte a una situazione imposta dagli Stati uniti ai suoi cittadini. Il segretario Valentini ha detto che la prossima settimana ci sarà un accordo tra i rispettivi governi, che è praticamente pronto, e ci auguriamo sia portato a casa il prima possibile”.

Elena Tonnini, Rete: “E’ una situazione delicata che coinvolge il 10% della popolazione sammarinese. Il problema Fatca è venuto fuori quando gli Usa hanno iniziato un’azione di recupero di capitali nei Paesi esteri. E ciò crea doppi problemi, c’è una clausola di salvaguardia per gli Stati uniti per il recupero di tutte le somme, d’altra parte c’è un accordo sulle doppie imposizioni e, rispetto le indicazioni del segretario, non abbiamo chiari i dati sul numero di cittadinanze sammarinesi. E questa è una situazione da andare a chiarire, per poi affrontare gli accordi. Volevo chiedere rispetto all’accordo intergovernativo sullo scambio di informazione che tipo di accordo sia rispetto quello scelto dall’Italia. Mi pare siano diversi, in Italia sono gli istituti finanziari che inviano dati alle autorità finanziarie e poi queste alle autorità americane. Per noi lo scambio è diretto dagli istituti finanziari alle autorità americane. Come mai si è ricorso a questa differenza? Infine sull’accordo su doppie imposizioni e previdenza sociale, volevo capire le problematiche sulle tempistiche”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Ci troviamo nella scomoda situazione di dover affrontare una problematica generata da un altro Paese che coinvolge anche una quota elevata dei nostri cittadini, il 10% della nostra popolazione, ciò rende comprensibile l’istanza. E’ una tematica degna di massima attenzione per non incorrere in discriminazioni. Inevitabilmente, chi vive qua dovrà pagare le tasse a San Marino, ma pure le tasse in quel Paese. La vicenda sarà seguita con attenzione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Chiesi già in Commissione esteri di fare il punto della situazione sugli accordi Fatca. Spiace dover constatare una presa di posizione della politica nel trattare certi argomenti come piccolo Stato, altri invece come Stato sovrano. Si parla di tre mila cittadini. E’ fastidioso che uno Stato si ponga come Stato sovrano quando spende milioni di euro all’Expo’, ma poi torna indietro e non riesce a tutelare tre mila persone.
Ci sono serate organizzate da Ns, da Pdcs, sarebbe bello che la segreteria di Stato stessa, a livello istituzionale, potesse fare serate informative. Mi auguro il segretario Valentini prenda coraggio e vada in mezzo alla gente per spiegare le motivazioni, al di là delle iniziative dei partiti e dei loro comunicati”.

Francesca Michelotti, Su: “L’istanza riprende un’interpellanza di Su che chiedeva come il governo intendesse occuparsi di questa questione. Stiamo parlando di chi ha risparmi modesti da non configurarsi di censo elevato. Dobbiamo riuscire a rassicurare queste persone e mostrare che si sta facendo qualcosa. Su voterà a favore dell’istanza, anche se riteniamo che il punto 3- che chiede un accordo per agevolare i cittadini- dovrà essere più che altro un accordo di natura para-sociale al margine dell’intesa”.

Mario Lazzaro Venturin, Ap: “Non ci dobbiamo fare alcuna illusione. In questa questione il nostro Paese non è entrato come soggetto protagonista. E’ un rapporto di un’amministrazione di un Paese straniero con i suoi cittadini sparsi nel mondo, tra cui sammarinesi. E non facciamoci illustioni sul nostro potere contrattuale con gli Stati uniti. Gli accordi sulle doppie imposizioni li avremmo avuti da tempo se gli Usa avessero tenuto in considerazioni San Marino, e in generale i piccoli Stati. Sollecito il governo a stare vicino ai nostri cittadini a tenerli aggiornati. Appoggeremo l’istanza”.

Nicola Selva, Upr: “Gli Usa intendono monitorare i propri cittadini e i loro investimenti tramite intermediari esteri. I nostri cittadini con doppio passaporto dovranno dichiarare il loro reddito anche all’Agenzia delle entrate americana, con il rischio di incorrere in una sorta di doppia imposizione. Chi è tornato da anni di immigrazione rischia di pagare le tasse in due Paesi diversi. Sarebbe opportuno sapere nel dettaglio come pensa di muoversi il governo nel prossimo futuro. E’ una situazione che colpisce i sammarinesi che in passato sono stati costretti ad emigrare e, una volta rientrati, hanno contribuito alla crescita economica del nostro Paese. E’ opportuno andare nella direzione richiesta dall’istanza, in particolare rispetto l’accordo sulle doppie imposizioni e sulle richieste per agevolare i sammarinesi in difficoltà nei rapporti con le autorità statunitensi”.

Simone Celli, Ps: “Il governo deve mantenere altissima attenzione su questa tematica e rispondere alle problematiche sollevate dall’istanza, il ricorso a strumenti convenzionali tra Stati uniti d’America e San Marino è percorribile, credo quindi che sia fondamentale sostenere in questa azione il governo, che deve usare tutte le proprie possibilità e gli strumenti a disposizione per raggiungere il risultato e dare chiarimenti fondamentali. Deve essere un punto di partenza per una riflessione più profonda sulle problematiche fiscali internazionali e l’amministrazione pubblica deve dotarsi di risorse umane con competenze tecniche del settore”.

Luca Beccari, Pdcs: “Esprimo parere favorevole  all’istanza. Quello che è chiesto non deve essere esaminato troppo tecnicamente, ma da un punto di vista politico, come richiesta di supporto e aiuto da parte della nostra cittadinanza su problematiche di natura fiscale con gli Stati uniti. Noi appoggiamo questo tipo di istanza, la consideriamo un impulso positivo all’attività e alle competenze di governo nel ricercare soluzioni per semplificare il quadro dei rapporti fiscali dei cittadini con doppia cittadinanza. Non è punto di partenza però, ma un rafforzamento su un percorso attivo da tempo”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato, replica: “Non siamo andati dagli Stati uniti con atteggiamento dimesso, ma alla pari. Dicendo che se il tema del volume dell’interscambio non giustifica un accordo sulle doppie imposizioni, un problema di equità e tutela dei nostri cittadini con cittadinanza americana per noi era un problema di Stato. Per cui l’amministrazione Usa ha prestato attenzione alla questione, chiedendo di conoscere meglio le dimensioni e l’incidenza del fenomeno. Ci sono due modelli del Fatca. Il modello 1 è un’anticipazione dello scambio automatico tra autorità finanziarie, il 2 agevola lo scambio, ma il rapporto è tra istituti bancari e autorità americane. Abbiamo optato per il 2 perché è meno complesso e passare al modello 1 è sempre possibile come opzione, se lo riteniamo poi più conveniente. La Svizzera, tenete conto, ha firmato prima di noi il modello 2. Esteri e Finanze fin dal momento in cui il problema si è posto si sono attivati con Consolato e Ambasciata Usa per iniziare ad avere termini di richieste con le autorità americane. Sono seguiti incontri poi con associazioni dei cittadini a San marino, con banche e professionisti.

Ciò che ha costo per i cittadini interessati è la normalizzazione della posizione fiscale. Gli americani con residenza a San Marino devono fare la dichiarazione dei redditi e per chi non l’ha fatta negli anni passati ha un costo. Occorre utilizzare professionisti e recepire documentazione. Abbiamo chiesto all’ordine dei commercialisti e alle banche di cercare di omogeneizzare il tipo di trattamento e agevolarlo perché non ci fossero anche in questo caso abusi. Sia chiaro che nessun accordo potrà evitare che ci sia rapporto tra contribuente e autorità fiscale, che è individuale non collettivo”.

San Marino, 28 Maggio 2015