Istanza d’Arengo n.15 “Per l’introduzione di una normativa che regolamenti l’uso ed il possesso di cannabis a scopo ricreativo/”, respinta con 22 voti contrari, 13 favorevoli e 2 astenuti.
Il Sds per la Sanità Mariella Mularoni, facendo riferimento a una relazione pubblicata sul sito di San Patrignano, riporta studi sugli effetti collaterali, in particolare, sull’assunzione prolungata dell’uso di cannabis. “Guidare sotto l’effetto di cannabis può risultare pericolosissimo- sottolinea- soprattutto se associato all’uso di alcol”, e a fronte di una tossicità diretta molto bassa, “sono tuttavia documentati molti incidenti sul lavoro e stradali mortali connessi all’uso di cannabinoidi”. Il segretario di Stato cita anche la Relazione annuale al Parlamento italiano sulle Tossicodipendenze, da cui “si evince che i dati sul 2022 riferiscono un aumento nella percentuale nei giovani dai 15 ai 19 anni che consumano droghe, che passa in un anno dal 18,7% al 27,9%”. E ancora: “Gli studi scientifici più accreditati dimostrano che la cannabis sia sostanza pericolosa per la salute mentale e fisica, propria ed altrui- prosegue- I danni maggiori sono derivanti da un uso precoce, adolescenziale di questa sostanza, nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo cerebrale che termina dopo 21 anni”. Per ragionare se essere favorevoli o meno all’istanza “bisogna valutare i danni che queste sostanza fanno sull’individuo- incalza Mularoni-Possiamo ricordare che la scienza ha dimostrato che la cannabis modifica la normale maturazione cerebrale negli adolescenti e modifica le loro capacita decisionali e la loro personalità”. E ancora: “Crea deficit di attenzione, memorizzazione e apprendimento, riduce le capacità di controllo, giudizio e stima del pericolo. Riduce il rendimento scolastico e i tempi di reazione, altera il coordinamento psicomotorio, crea problemi respiratori. Crea disforia, attacchi di panico, in soggetti deboli evolve nell’uso di sostanze stupefacenti pesanti” . Il problema, per il Segretario di Stato, “è diventato di sanità pubblica e mentale”, conclude. “Non possiamo rinunciare alla tutela della salute pubblica, specialmente nelle giovani generazioni”: ce n’è abbastanza insomma per motivare la contrarietà del governo all’istanza.
Nel dibattito che ne segue è evidente la contrapposizione tra maggioranza e opposizione. Guerrino Zanotti, Libera prova a ironizzare sull’intervento del Sds Mularoni: “Ci ha descritto una situazione drammatica, forse anche lo scoppio di una guerra può essere causato dall’uso di cannabis”. Punta il dito sul riferimento ai dati di San Patrignano. “Mi chiedo perché invece non faccia riferimento a dati e relazioni emendate da istituzioni italiane come il Ministero della salute italiano o l’Istituto superiore della sanità”. E ancora: “Molti incidenti stradali sono piuttosto causati dall’uso e abuso di alcol- replica- i dati sono preoccupanti su questi fenomeni”. Per Zanotti poi le politiche proibizioniste non hanno funzionato: “Nonostante leggi che vietano uso e detenzione di cannabis- motiva- il numero dei giovani che ne fa uso in questi ultimi anni è aumentato in maniera importante”. Di qui l’invito affinché “gli sforzi delle istituzioni cerchino di andare oltre alla semplice proibizione”. Libera sarà quindi favorevole all’istanza.
Stefano Giulianelli, Pdcs riconosce che ormai da anni l’uso di cannabis a scopo ricreativo è diventato un “fenomeno di massa”, la società si è schierata in antiproibizionisti e proibizionisti. “A livello politico- osserva- anche diversi consiglieri si sono dimostrati a favore”, riconoscendola come sostanza innocua, “nonostante psichiatri, medici e tossicologi hanno dimostrato effetti e conseguenze psichiche connesse al suo uso”. Per Giulianelli la ragione per cui l’istanza deve essere respinta è in sintesi perché “la cannabis è dannosa alla salute”, in secondo luogo perché “crea dipendenza e favorisce la transizione a droghe pesanti”. Giovanni Zonzini, Rete, bolla come “leggende metropolitane” le teorie addotte da Segretario e Giulianelli sulla pericolosità della cannabis. Per esempio, “la teoria del passaggio all’eroina è stata smontata dagli anni ‘40, non vi è alcuna dimostrazione scientifica”. Rileva l’incongruenza dal promuovere, anche con incentivi, l’acquisto di nicotina o alcolici che sono niente meno che ‘droghe’, sottolinea, al pari della cannabis. E ancora: “Nel nostro paese abbiamo una legge più repressiva che altrove- manda a dire Zonzini- ma non funziona”. Rete, anticipa, voterà a favore dell’istanza “affinché la nostra legislazione sia parificata alla legge italiana, ovvero marijuana sia vietata ma con un approccio meno repressivo e più orientato all’educazione che alla repressione poliziesca”. Denise Bronzetti, Npr sostiene di condividere solo un concetto espresso da chi lo ha preceduto: “Il proibizionismo esasperato non basta a cogliere l’obiettivo”, manda a dire. L’attenzione deve essere alta sul consumo di cannabis in territorio, ammonisce, non solo per gli effetti sulla salute e sul fisico, ma anche per le spese sulla sanità pubblica. Di qui l’auspicio si possa presto “parlare di dati” sui cui “l’Aula deve fare un ragionamento anche dopo aver votato questa istanza- conclude- che io mi sento in coscienza di dover respingere”. Infine Aida Maria Adele Selva, Pdcs, è categorica:nel dibattito “mi sembra si pensi più alle prossime elezioni”, che al problema del consumo di cannabis. “Accogliere questa istanza- manda a dire- significa normalizzare la droga ed è un segnale devastante per i più giovani”. L’istanza viene respinta.
Fonte Dire