San Marino. Istanza d’arengo respinta sul progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet computers nelle scuole medie inferiori

AsusTablet-410x308Oggi in Consiglio Grande e Generale presentata l’Istanza d’arengo e respinta sul progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet computers nelle scuole medie inferiori. Ecco una sintesi a cura di SMNA/Dire

Per un progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet computers a disposizione degli alunni delle Scuole medie Inferiori della Repubblica di San Marino. Respinta con 25 contrari e 17 favore.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato all’Istruzione: “L’Istanza incide in maniera diretta sulla questione ardua della problematica, e non sulla capacità gestionale di questi strumenti. La scuola ha il compito di insegnare come non farsi usare da questi strumenti. La scuola si sta dotando degli strumenti informatici. Le lavagne digitali hanno toccato le scuole di tutti i gradi. La scuola non può esimersi dal compito di essere all’altezza di educare all’uso di queste strumentazioni. Già c’è agli atti del Consiglio, presentato in prima lettura, un progetto per l’alfabetizzazione informatica. L’implementazione riguarda la formazione piuttosto che l’introduzione di nuove tecnologie. Non credo che gli strumenti elettronici potranno sostituire facilmente i libri. La modalità di apprendimento dai libri è diversa, rispetto ai tablet e i computer. La capacità di apprendimento è oggettivamente diversa. La scuola deve dare ai ragazzi la capacità di gestire questi strumenti. Possiamo migliorare le competenze digitali degli insegnanti. Se la Corea del Sud nel 2015 sostituirà i libri di testo non credo faccia una buona cosa. Non credo che la cultura umanistica europea possa essere sostituita dalle tecnologie innovative”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Una volta a scuola si usavano carta, penna e calamaio. Studenti in ginocchio sui ceci. Per fortuna non succede più. I tempi cambiano. Il tablet è il presente. La scuola guarda avanti, non indietro. Lo dico come provocazione. Il cloud è ancora più leggero del tablet. Sono le competenze umane che rendono vivo uno strumento tecnologico. Per me l’Istanza è interessante, ha già avuto una risposta da parte della scuola. Non c’è bisogno di recepirla perché è già stata recepita. E’ forse opportuno un confronto politico sulle traiettorie di sviluppo della scuola nei confronti delle nuove tecnologie. A oggi, con il mancato sviluppo delle telecomunicazioni in genere, è inutile parlare di tablet nella scuola. Lo dico provocatoriamente”.
Alessandro Mancini, Partito Socialista: “L’Istanza è ben fatta, pone un tema importante. Il Partito Socialista sosterrà l’Istanza d’Arengo. E’ necessario un aumento progressivo dell’utilizzo di questi strumenti, da affiancare a quelli tradizionali. Oggi quello sui tablet è un autoapprendimento. I ragazzi devono imparare a usare gli strumenti digitali, che devono essere messi a disposizione del percorso formativo. Condivido che il libro di testo non può essere sostituito”.
Luca Santolini, Civico 10: “La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi a non essere utilizzati dalle tecnologie, sono d’accordo. La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi come rapportarsi con il mondo dei social, in cui vivono immersi. Sarebbe interessante sviluppare un’educazione civica rispetto ai social. In Italia c’è una sperimentazione rispetto al linguaggio di programmazione, è da tenere in considerazione. Il Segretario è convinto che le tecnologie non si sostituiranno ai libri. Credo sia lo stesso per gli istanti, che chiedono un affiancamento. Parliamo di nativi digitali, che imparano fin da piccoli a ragionare in maniera ipertestuale, non con svolgimento inizio – fine, ma continui approfondimenti che divagano del testo per poi tornare. C’è un progetto per implementare nei plessi scolastici la fibra ottica. Il tablet da solo non risolverà il problema. Alleggerisce le spalle dei ragazzi dal peso dei libri, ma poi serve una formazione continua da parte del corpo insegnanti, il ripensamento di spazi e metodi dell’insegnamento. Il mio gruppo voterà favorevolmente”.
Nicola Selva, Upr: “I ragazzi di oggi sono i veri utilizzatori di questi nuovi strumenti. Non siamo noi. Potrebbero insegnare agli insegnanti come usare questi strumenti. Il nodo non è il libro, ma l’accesso alle informazioni condivise. Il rapporto si trasforma in dinamica collaborativa di condivisione di conoscenze nella classe, nell’istituto, anche fra insegnante e studente. Ecco cosa accade con questi strumenti. I ragazzi diventeranno protagonisti del loro apprendimento. E’ qui che cambia il mondo. Con la tecnologia si moltiplicheranno le possibilità di apprendere. Siamo d’accordo nell’andare nella direzione che gli istanti richiedono”.
Guerrino Zanotti, Psd: “La nostra scuola non è avulsa dall’introduzione dell’utilizzo di tecnologie. E’ vero che ci sono dati oggettivi come il fatto che potremmo sgravare i ragazzi del trasporto di chili di peso. Il discorso di affiancare i testi didattici tradizionali alle nuove tecnologie, come ha detto il segretario è già avviato all’interno delle nostre scuole”.
Denise Bronzetti, indipendente: “Questa istanza non nasce in contrapposizione a nulla rispetto quanto sta già facendo la scuola, ma sta cercando di elevare le competenze degli alunni. Se vogliamo parlare della scuola sammarinese del futuro e già di domani, questa potrebbe essere una scuola di eccellenza che passa anche attraverso l’utilizzo di strumenti che potrebbero essere il tablet come altri. Con i numeri della nostra realtà, i costi sono sostenibili. Purtroppo si preferisce spendere risorse economiche del Paese non per la scuola, gli insegnanti e i ragazzi ma per altro”.
Massimo Cenci, Ns:  Questa istanza non chiede di sostituire i libri con il tablet, ma si parla di graduale affiancamento. Non si parla poi solo di libri e tablet ma di approccio della didattica alla tecnologia che deve essere sempre aggiornato e anche l’approccio degli insegnanti alla tecnologia. Sono sicuro che tutti gli insegnanti facciano già queste valutazioni. Porto l’esempio della scuola elementare di Chiesanuova dove maestre, in collaborazione con i genitori, stanno già portando avanti l’affiancamento, con un progetto didattico condiviso e i risultati sono ottimi”.
Gian Matteo Zeppa, Rete:
“Sottolineo la stranezza legata al fatto che il segretario di Stato non ha dato indicazioni di voto, bisognerebbe capire se l’istanza per lui possa essere un impedimento o meno nella sua ottica di didattica. Qui non si tratta di mettere sotto esame il sistema scolastico, ma si parla di dargli un supporto tecnologico. Sono stati portati numerosi esempi in cui alle elementari il percorso di affiancamento tecnologico pare già concluso. Bisogna poi andare incontro a chi ha difficoltà nell’apprendimento e che le tecnologie possono aiutare. Se l’Aula voterà l’istanza bisogna darle corso nel sistema scolastico attuale, ma non va a stravolgere nulla perché non si parla di sostituzione dei libri ma di affiancamento, Rete voterà l’istanza”.
Franco Santi, C10: “La tecnologia non è un’esigenza ma una realtà ma va governata. Per farlo bene bisogna conoscerla, quando si parla di scuola e contesto educativo la prima azione da fare è lavorare sui docenti che devono avere la possibilità di lavorare con tecnologia in modo familiare. Ciò potrà far costruire percorsi didattici con ricadute positive per i ragazzi. I nostri ragazzi hanno oggi una ricaduta dello strumento non dovuto a una percorso strutturato ma al semplice uso, appreso per imitazione. Dobbiamo evitare che si ricorra alla tecnologia come mero consumo e in questo la funzione educativa ce l’ha la scuola. E l’istanza va in questa direzione e credo debba essere presa in considerazione”.
Augusto Michelotti, Su: “Vorrei porre l’attenzione sui rischi dell’uso delle tecnologie, questi interventi vanno fatti con prudenza. Voglio fidarmi degli insegnanti che dovranno essere formati, però c’è una dimensione che va tenuta in forte considerazione. Non perdiamo la manualità. Lo strumento elettronico è comodo, ma può portare pigrizia. Perdere l’abitudine a scrivere a mano o leggere un libro è perdere qualcosa di buono. Alcuni studiosi hanno rilevato che scrivere a mano attiva 5 parti del cervello, farlo con un computer ne attiva solo due. Per questo il ruolo della scuola è fondamentale, perché deve trasmettere un uso responsabile e consapevole di questi strumenti e impedire ai ragazzi di arrivare all’assuefazione”.
Paolo Crescentini, Ps: “ Il Ps sosterrà l’istanza, la riteniamo importante per restare al passo con i tempi. Non ci si deve spaventate se il tablet entra nelle scuole. La lavagna interattiva multimediale sembrava una rivoluzione, oggi è uno strumento didattico fondamentale. Votare no sarebbe l’ennesima occasione persa per modernizzare la scuola. Un tablet poi pesa molto meno dei libri, cui può essere affiancato e può essere uno strumento di ricerca importante”.
Milena Gasperoni, Psd: “Voglio ringraziare gli istanti per avere proposto questa istanza d’Arengo che ci permette di fare riflessioni sull’uso delle nuove tecnologie nelle scuole. Ma prima di affrontare questo argomento avrei preferito un riferimento sull’introduzione delle tecnologie nelle scuole e il loro utilizzo. Questo Consiglio ha già approvato nel 2014 la legge sulla Dsa che introduce l’obbligatorietà dell’utilizzo degli strumenti compensativi per chi ha la Dsa, strumenti informatici ed elettronici, è già d’obbligo per la scuola. E’ poi passata in prima lettura la legge che detta il rafforzamento dei curricula scolastici anche in termini di rapporto con l’informatica. Il Consiglio sta dando già degli indirizzi e la tecnologia, concordo con il segretario di Stato, è un facilitatore, ma non un obiettivo cui tendere. Il libro cartaceo è insostituibile. Probabilmente è una questione dettata dall’età. Ma l’istanza non chiede di sostituire. Condivido che non debbano essere la politica e le leggi a rendere obbligatorio il tablet. Ma debba essere lasciato all’autonomia didattica delle scuole. La politica deve dare indirizzi e obiettivi e avere visione di lungo respiro”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “E’ un dibattito interessante. Siamo veramente convinti che il tablet possa essere sostitutivo del libro cartaceo a scuola e che possa derivarne un effettivo beneficio? Oggi avere un tablet fa tendenza e non possiamo non dire che sia uno strumento utile e necessario. Ma c’è chi sostiene che potrebbe distogliere attenzione, diminuire l’esercizio della memoria. I ragazzi possono perdere il piacere di sfogliare un libro e scrivere a mano. Non sono contraria all’introduzione di questa tecnologia già usata come strumento compensativo. Ma occorre riflettere sugli obiettivi da raggiungere. Il tablet è uno strumento non l’obiettivo. Se riteniamo possa essere strumento utile per i nostri figli, usiamolo, ci sono alcune materie scolastiche che possono richiederne l’uso, altre meno. Ho però perplessità ad accogliere l’istanza così come presentata, mi sembra limitativo per l’affiancamento solo alla scuola media inferiore e non in tutti gli ordini. La proposta va inserita in un progetto più definitivo e comprensivo chiedo ci sia l’impegno affinché sia completato questo iter e non si possa rimanere indietro”.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “Da un lato la proposta è interessante, l’approccio dell’istanza forse è un tantino deviante perché punta l’attenzione sul mezzo tecnologico, trascurando l’apprendimento didattico. La scuola sta già procedendo con l’affiancamento delle nuove tecnologie, oltre Chiesanuova, ci sono altre esperienze. Il Consiglio ha approvato la legge sull’utilizzo dei mezzi compensativi per la Dsa. La scuola sta già facendo grandi passaggi. Otto disciplinaristi incaricati dal governo lavoreranno con tutti gli insegnanti per ridefinire i percorsi curricolari. Nello specifico c’è il dott. Daniele Barca, un luminare italiano per i percorsi informatici e le nuove tecnologie, in questo percorso di revisione dei curricula verticali. Si parte dai nidi fino alla scuola secondaria superiore. La scuola deve avere la capacità di gestire la rivoluzione tecnologica, non solo relativamente all’uso dei mezzi, addirittura si stanno formando insegnanti che sono capaci di interpretare le nuove tecnologie e applicarle alle nuove tendenze. E’ vero che i libri possono essere digitalizzati e riportati sul tablet, ma le nuove tecnologie non riescono a dare completezza al ragionamento, facoltà che si ricerca nei libri tradizionali. Alcuni studi inoltre dimostrano che la propensione ai mezzi digitali crea difficoltà nelle capacità comunicative anche nella scrittura. Di qui l’incertezza a dare segno positivo all’impostazione dell’istanza. Vi ho promesso alcuni dati sui processi di formazione scuola: su 4.427 studenti ci sono attualmente 418 computer, 106 lavagne interattive, purtroppo solo 45 tablet, portando il rapporto studenti e nuove tecnologie  a 7,8, un dato molto buono rispetto altri Paesi. Il Consiglio è libero di dare il suo indirizzo”.