Mercoledì nella seduta notturna del Consiglio si è saputo che l’istanza d’arengo sul decreto n. 80 quello per intenderci che stabilisce per gli ex correntisti di Asset Banca la conversione dei propri crediti eccedenti la somma di 50mila euro in obbligazioni di Cassa di risparmio con scadenza triennale, è stata respinta.
Decisione che non ha sorpreso nessuno perché va nella direzione di una strada intrapresa e che evidentemente non c’è l’intenzione di cambiare. Tornare indietro su questo significherebbe tornare indietro su tutto. Tanti correntisti che confidavano in una decisione diversa si sono rivolti al loro rappresentante Bruno Macina domandando a lui quelle spiegazioni che la politica non ha dato. E sempre a Macina i correntisti hanno chiesto conto di alcune parole pronunciate dal Segretario Zanotti che avrebbe detto che in ogni caso l’istanza essendo stata firmata da appena 9 persone era foriera di interessi molto molto limitati. Dichiarazioni queste che hanno fatto infuriare non poco tutti quelli, ben più di 9 persone, colpiti dal provvedimento oggetto dell’istanza e che si sono subito rivolti a Macina chiedendo spiegazioni. “Quando ho presentato l’istanza, direttamente nelle mani del Segretario Zanotti – spiega a Repubblica Bruno Macina – , mi è stato detto che non erano importanti le firme, che bastava ne depositassi un numero minimo, io ne avevo portate più di 500 e più volte ho chiesto se fosse necessario depositarle tutte. Mi è stato risposto di no. Evidentemente il Segretario, alla luce dei discorsi che ha fatto ieri, ha la memoria corta. In ogni caso non sarebbe cambiato nulla perché la motivazione per cui l’istanza è stata respinta non è certo legata al numero delle firme, per assurdo ne sarebbe bastata una. Però non si è perso tempo per irridere gli interessi dei correntisti e far passare ancora una volta il messaggio che siano tutti felici e contenti pur non potendo accedere liberamente ai propri soldi. Si è poi voluto mettere in dubbio la serietà dell’azione che si sta portando avanti per far valere i diritti di cittadini che non sono di serie b. Tuttavia non saranno questo genere di strategie a fermare il comitato degli ex correntisti che andrà avanti per avere giustizia e veder riconosciuti i propri diritti”.
Repubblica Sm
Nella foto Bruno Macina con l’avvocato Stefano Pagliai del foro di Firenze