L’attacco agli “urlatori” uscito dalla caserma di Bene Comune dimostra l’estrema debolezza di una compagine che ha portato in rovina il Paese, ma pretende che tutti stiano zitti e buoni.
Se i consiglieri di opposizione fanno il loro dovere e denunciano la pessima gestione di governo; gli scandali che si susseguono; i provvedimenti sbagliati, inutili e inconsistenti; lo strapotere e l’opacità del Congresso di Stato, sono bollati come “urlatori”.
Se un giornale prende le distanze dalla stampa di regime, pubblica tutte le informazioni che riceve, non ha riguardi nei confronti dei governanti, è classificato come “urlatore”.
I cittadini, censurati dalla stampa governativa e costretti a scrivere su face book, che liberamente esprimono le loro opinioni e criticano la politica irresponsabile e fallimentare del governo, vengono additati come “urlatori”.
Chiunque osa criticare il regime di Bene Comune che crea disoccupazione, dissesto dei conti pubblici, declino economico; che copre i proprietari delle banche e regala loro decine di milioni; che salva gli evasori rinunciando a centinaia di milioni di entrate statali; che spinge decine di famiglie nella povertà e attacca lo stato sociale; che pensa solo al potere personale e di clan e fa l’amministratore delegato della cricca, viene iscritto nell’Albo degli Urlatori.
Invece di accettare il confronto democratico e di smentire eventualmente quanto viene pubblicato o detto, preferisce disprezzare i frequentatori di quella microscopica isola di libertà che garantisce il web. Sono altamente onorato di essere iscritto all’Albo degli Urlatori e spero che si iscrivano anche i cittadini della maggioranza silenziosa che vogliono difendere la libertà e la democrazia e che aspirano ad un futuro migliore per la nostra Repubblica.
Emilio Della Balda