San Marino. La “barzelletta” del tampone al ministro Lamorgese – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Proseguo nel solco degli ultimi articoli ribadendo un concetto fino alla nausea: le Istituzioni devono essere credibili ed essere percepite come tali. Perché continuo a scriverlo come un disco rotto? Molto semplice: perché ogni giorno che passa c’è sempre meno fiducia verso chi ha l’onore e l’onere di doverci guidare. So che in un periodo nel quale è necessario sempre e comunque incensare mascherine, norme che limitano la nostra libertà, vaccini e quant’altro, quanto dirò potrà apparire impopolare, ma francamente non farei bene il mio mestiere di giornalista, se non puntassi il dito quando mi rendo conto che qualche cosa – e qui ce n’è più di una! – non va. Qualcuno allora dovrà spiegare non certo e non solo a me, ma all’intera cittadinanza, la vicenda che ha coinvolto non proprio l’ultima degli ultimi, ma nientemeno che la responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese. Ricorderete che qualche giorno fa era stata data la notizia della sua positività al Covid. Fatto questo già di per sé, se non grave, quantomeno curioso. Lei dovrebbe dare il buon esempio, essere la prima a fare attenzione. Poi per carità, si tratta di un virus subdolo che non guarda davvero in faccia a nessuno e ci può stare di contrarlo, anche se si mettono in campo tutte le contromisure possibili. Ma se di questo si può discutere, quello che è successo dopo è sicuramente gravissimo. Si scopre infatti che era tutto uno “scherzo”. Ed anche se c’è davvero ben poco da ridere, il ministro italiano agli Interni non è mai stata positiva al coronavirus! Ebbene sì: il test molecolare eseguito lunedì scorso, comunicato come positivo, si è rivelato errato. Lo ha reso noto lo stesso Viminale. Innanzitutto sono contento che la signora Lamorgese non abbia il Covid e che possa riprendere la sua attività governativa. Ma le buone notizie finiscono qui. Perché se un errore talmente marchiano si è verificato a questi livelli, che cosa deve pensare ora la povera gente? Come possiamo fidarci di questo Stato, quando ci rassicura, o quando invece ci obbliga a restare a casa? Siamo certi che i tamponi che ci bloccano nelle nostre case siano attendibili? So che queste domande non piacciono e che porle oggi non è “politically correct”. Ma la fiducia è merce sempre più rara e va conquistata sul campo. E le Istituzioni hanno il dovere – lo scriverò fino ad avere i crampi alla mano – di essere credibili. Mi auguro che si vada a fondo alla faccenda, perché la “barzelletta” rischia di creare una frattura ancora più grande nel Paese e di dare la stura a negazionisti e pallonari vari. Non certo il migliore biglietto da visita alla vigilia delle vaccinazioni di massa.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”