Le fibrillazioni in maggioranza? Spesso “riconducibili alla necessità di apparire, quasi a dimostrare di esserci”. Parola di Marco Gatti (rilasciate a Serenissima), Segretario di Stato alle Finanze. Fibrillazioni che, quindi, non sembrano preoccupare più di tanto uno dei democristiani di punta, nonostante queste tensioni, appena qualche settimana fa, gli abbiano fatto perdere le staffe durante una riunione della Commissione Finanze.
Nell’interessante intervista firmata David Oddone, Gatti si sofferma, comunque, su importanti aspetti finanziari come la riforma IGR che inciderà direttamente sulle tasche di ogni sammarinese, peraltro già provato dal caro-bollette, per un esborso maggiore medio di 520 euro all’anno, come spiegato mesi fa (https://giornalesm.com/san-marino-riforma-igr-dallanno-prossimo-almeno-20-milioni-in-piu-di-tasse-in-media-520e-di-aumento-a-contribuente/).
Ovviamente, si tratta di una media teorica determinata da una semplicistica operazione matematica, ovvero le maggiori entrate previste diviso il numero di residenti… L’impatto sarà diverso e inciderà in maniera più alta sui redditi alti e in maniera inferiore, se non addirittura nulla, per quelli più bassi.
“La riforma IGR -ha infatti spiegato il Segretario di Stato nella stessa intervista- chiederà di contribuire maggiormente soprattutto a coloro che hanno redditi importanti”. Obiettivo della riforma fiscale, inoltre, sarà il recupero di quel potenziale “gettito che oggi ‘regaliamo’ ad
altri Stati”, attraverso una ridefinizione di “detrazioni e deduzioni”, evitando l’introduzione di “nuovi balzelli”.
Nuovi balzelli o non nuovi balzelli il risultato che il governo si propone di centrare con questa riforma, come spiegato a suo tempo, è un aumento di gettito di almeno 20 milioni di euro… Che, necessariamente, dalle tasche di qualcuno dovranno uscire…
E qui sta il tema che è importante approfondire. Il Titano, dagli ingenti avanzi di bilancio degli anni in cui tutti i sammarinesi “stavano meglio”, è prima passato alle chiusure in passivo degli esercizi economici, ha poi bruciato il tesoretto accantonato negli anni d’oro e ha iniziato a fare debito… E, oggi, seppure senza “nuovi balzelli”, sembra destinato ad entrare nella spirale -quanto mai pericolosa per lo sviluppo- dell’aumento della pressione fiscale necessario per far quadrare i conti.
Già oggi, visti i lacci e lacciuoli “burocratici” nell’interscambio fra San Marino e Italia, fra San Marino e Unione Europea; viste alcune controverse azioni giudiziarie che, almeno nel percepito degli investitori, hanno scalfito la graniticità del Diritto; viste anche le “ostilità” delle banche verso gli imprenditori, anche seri, non residenti, l’appeal di San Marino è ai minimi storici.
Perchè un imprenditore serio, ad esempio italiano, dovrebbe oggi venire ad investire sul Titano quando in tanti paesi membri dell’Unione Europea trova condizioni altrettanto, se non più, favorevoli e, nella sua operatività commerciale, iter burocratici più snelli e, quindi, più economici? Per la fiscalità, vien da dire, unita alla posizione geografica ottima…
Ma se il vantaggio fiscale si andasse a ridimensionare e venisse meno la certezza negli anni del medesimo benefit, chi sceglierebbe San Marino come sede del suo business? Per qualche anno una fetta importante del PIL sammarinese è stata generata dagli operatori dell’online, del cosiddetto e-commerce, che, con un escamotage “furbo” (ma legale) riuscivano ad aggirare le imposte italiane. Svanita questa possibilità, non solo non si sono attratte nuove attività, ma è stato -in quattro e quattr’otto- il fuggi fuggi generale…
Siamo sicuri non succeda lo stesso con l’aumento della pressione fiscale? Con, pardon, la ridefinizione di “detrazioni e benefit”, che, in ogni caso, dovranno essere finalizzati negli obiettivi della riforma IGR ad un incremento di almeno 20 milioni del gettito e, quindi, dei costi fiscali di residenti e operatori economici? No… Assolutamente no. Se non altro perché questa riforma fa crollare la certezza di una stabilità fiscale, incarnando in essa il rischio di una spirale già vista in tanti altri paesi: aumentano le esigenze economiche dello stato, non cresce il Pil (il numero delle imprese attive è sempre inversamente proporzionale al “peso” della pressione fiscale), non cresce la base imponibile, aumenta la pressione fiscale… E così via anno dopo anno, fino all’insostenibilità di una variante del celebre schema Ponzi…
Non sono più, purtroppo direbbe qualcuno, gli anni Ottanta. Oggi il mondo è globalizzato e la concorrenza fiscale fra stati è una “piaga” concreta. Anche fra paesi membri dell’Unione Europea. E San Marino non può permettersi, oggi -visto il debito pubblico contratto e gli interessi sullo stesso destinati a levitare- più che mai, di compromettere quel residuo di appeal che gli è rimasto verso gli investitori…
Pensiamoci bene nella ridefinizione delle norme fiscali, nella riforma IGR, perchè una volta “accesa” questa pericolosa spirale non è facile, anzi è quasi impossibile, tornare indietro…
Enrico Lazzari
