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  • San Marino. La buona sanità costa, la cattiva sanità costa ancora di più … di Alberto Forcellini

    “Boh, dicono tanto male della sanità, io mi sono trovato tanto bene!” – “Io ho avuto un problema urgente, ho chiamato il COT, dopo mezz’ora mi aveva già visto il medico!”.

    Commenti informali in una calda giornata d’estate che si possono sentire un po’ ovunque. E pare strano che quelli di Libera e di RF non li abbiano uditi, anzi, ad ascoltare loro, pare che presso le loro sedi ci sia la fila di quelli che hanno da lamentarsi.

    È vero, ci sono ancora quelli che non hanno dimenticato i problemi avuti durante la fase pandemica acuta, all’inizio dell’anno, quando il sistema ospedaliero ha rischiato il collasso e i centri sanitari erano nel caos più totale. Eppure, da qualche settimana, rivolgersi al proprio medico di base è diventato molto semplice e tutto sommato veloce. Fatta eccezione per le prime ore del mattino, quando c’è la percentuale massima delle telefonate; da mezzogiorno in poi, la risposta del COT arriva subito.

    Questo non vuol dire che il lavoro sui centri sanitari sia finito. Secondo quanto affermato dalle autorità, è appena cominciato. Come del resto prosegue il lavoro per affrontare problemi vecchi e nuovi. Forse qualcuno ha dimenticato com’era la sanità fino al 2019, con liste di attesa lunghe 7/8 mesi, o un anno; con i medici che se ne andavano a frotte e che per fermarli il governo ha messo in campo 4 milioni di euro; con sale chirurgiche sempre nei rotti.

    Adesso il problema è il robot chirurgico. “Alto là all’acquisto del robot” hanno tuonato i pensionati della CDLS qualche giorno fa. Con tutto il rispetto per i pensionati e per il sindacato, con quale competenza esprimono un invito che sembra piuttosto un diktat? Forse perché l’hanno sentito dire da forze politiche che in questi due anni sono state maestre di populismo a buon mercato, bastava che andasse contro la politica sanitaria. Quelle stesse che poi in Consiglio, in tema di assestamento di bilancio, alla fine hanno poi votato l’acquisto.

    Nell’ambito della medicina, la branca che ha fatto più progressi negli ultimi quindici anni, è la chirurgia robotica o chirurgia robotica mininvasiva. Si tratta di piattaforme che consentono di ottenere altissimi livelli di precisione ed accuratezza del gesto chirurgico e rappresentano l’ultima frontiera della chirurgia di precisione, superando anche la laparoscopia. Il chirurgo opera seduto ad una console ed utilizza dei comandi manuali (tipo joystick, per intenderci) che azionano delle braccia robotizzate all’interno del campo operatorio. Pur essendo un robot non si deve quindi pensare a un intervento eseguito autonomamente da un computer, poiché nella realtà, dietro ai successi di questa tecnologia c’è sempre un chirurgo esperto.

    Questo anche per tacitare le preoccupazioni di Libera, che paventava l’eliminazione del rapporto medico – paziente per fare affidamento solo sulla macchina.

    Le sue applicazioni sono numerosissime e sono previste in chirurgia toracica, cardiologica, urologica, ginecologica, pediatrica e nella chirurgia trans-orale robotica, per il trattamento di alcune patologie attraverso la bocca. Essendo l’applicazione molto precisa e mini invasiva, il recupero del paziente è immediato e la sua dimissione dall’ospedale in appena 24 ore. Tutto ciò ha un valore enorme in termini di qualità della vita del paziente, ma anche in termini economici.

    Il Segretario Ciavatta, in Consiglio, ha spiegato che l’ospedale spende 500 mila euro all’anno in rimborsi per i sammarinesi che hanno bisogno di chirurgia robotica. Pertanto, i 3 milioni di spesa previsti verrebbero ammortizzati in 6 anni. Ma, poter contare su questa tecnologia, espressamente richiesta dallo staff di chirurgia tramite il direttore Bevere e il Comitato Esecutivo, permetterà di accogliere a San Marino pazienti paganti provenienti di AUSL che non ce l’hanno in dotazione. E questo vuol dire incrementare gli introiti.

    Del resto la sanità costa parecchio: solo in tamponi (ne sono stati fatti 160mila) sono stati spesi 3,200 milioni. Senza contare i vaccini e tutte le terapie mediche per i contagiati. Oltre ai costi ordinari di tutte le altre attività, cure e servizi. Nonostante ciò, la sanità ha speso un milione in meno rispetto agli altri anni.

    La cattiva sanità costa molto di più: basti vedere cosa ci ha rivelato l’audit fatto l’anno scorso: molte decine di milioni persi per incompetenza, pressapochismo, menefreghismo e chissà cos’altro. Il robot chirurgico è il primo investimento dell’era post pandemica (speriamo che sia davvero post) e, auspicabilmente, il preludio per altre attesissime migliorie.

    a/f