San Marino. La campagna vaccinale: un trionfo tutto biancoazzurro … di Alberto Forcellini

La Repubblica del Titano in testa alle classifiche mondiali per l’immunizzazione della popolazione. Nel bacino del Mediterraneo, solo Gibilterra e Israele sono a quota 70 per cento come San Marino. Un primato per il quale, fino a due mesi fa, nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato.

Non solo, il Titano è forse l’unico Paese al mondo che ha vaccini in abbondanza e può permettersi di estendere la campagna vaccinale a residenti e soggiornanti. Addirittura può lanciare il “turismo vaccinale” a favore di cittadini stranieri che, a pagamento e soggiornando qualche giorno in hotel, potranno ricevere entrambe le dosi. La notizia ha riscosso un clamore incredibile. Telefonate stanno arrivando a migliaia da ogni parte d’Europa e del mondo non solo al centro prenotazione ISS, ma anche alle Segreterie di Stato e a tutti gli indirizzi mail istituzionali.

Ovviamente sono esclusi gli italiani perché, secondo quanto riferito da fonti di maggioranza, vaccinare i frontalieri, che sono comunque tutti sotto i 60 anni, comporterebbe una variazione della campagna di vaccinazione italiana.

Ogni Stato agisce come crede più giusto e opportuno, non ci sono dubbi. Per San Marino invece, immunizzare 6000 frontalieri e circa 1500 studenti universitari, che ogni giorno circolano per il territorio, che sono a contatto con i residenti, sarebbe come eliminare una percentuale altissima di rischio da contagio. Senza contare che per l’Italia sarebbe un bell’aiuto. Ma non c’è niente da fare: bisogna aspettare che il contatto politico/diplomatico, ormai quotidiano, attraverso i canali governativi e ministeriali riesca a trovare la sintesi compatibile per le esigenze di entrambi gli Stati.

Tra le altre considerazioni c’è anche lo spauracchio che, con il contagio ridotto allo zero virgola, con tanta gente in giro non vaccinata e le restrizioni ridotte quasi a nulla, si possa alzare di nuovo la curva epidemiologica.

Che occorra avere ancora paura (almeno un pochino) è assolutamente necessario, perché la paura serve a proteggersi e a proteggere. Basti ricordare quanto è successo nella RSA. L’inverno scorso, un focolaio acceso da una persona che non sapeva di essere positiva, ha fatto 10 morti. Nelle settimane scorse, un episodio analogo, non ha causato decessi perché gli anziani ospiti della RSA erano tutti vaccinati. È solo un esempio di quanto sia importante il vaccino, soprattutto quando si lavora a contatto diretto con la gente.

Paradossalmente, professionisti come parrucchieri, ristoratori, estetisti, commessi di negozio e di supermercato, hanno aderito in massa al vaccino. Al contrario, professionisti che dovrebbero avere una conoscenza scientifica maggiore e una dimensione etica ancora più responsabile, come sanitari e docenti, si sono schierati sul fronte no-vax. Se i primi gruppi di opposizione alla vaccinazione, un tempo erano isolati e con scarsissime comunicazioni tra loro, i nuovi oppositori, gli scettici e i critici dei vaccini oggi attirano intere comunità di seguaci su Facebook o Twitter, conferendo al fenomeno una dimensione che è difficile da percepire nella vita reale. Infatti, sembrano tantissimi, ma dalle prime rilevazioni, pare che gli oppositori, oltranzisti e negazionisti, corrispondano ad una percentuale che si conta sulle dita di una mano.

In ogni caso, tutti i Paesi, che non vedono l’ora di riaprire i confini alla circolazione e al turismo, fanno un distinguo tra vaccinati, guariti e chi ha anticorpi sufficienti, proprio perché non vogliono rischiare un’altra ondata di contagi. La discriminazione è ben altra cosa, in quanto si tratta di una differenza di trattamento non giustificata da dati oggettivi e ragionevoli. Ad esempio, quando a parità di lavoro, una donna viene pagata meno di un uomo.  Qui siamo di fronte a persone che potevano vaccinarsi in tutta sicurezza, ma non hanno voluto farlo. Il vaccinato non si ammala, o si ammala in forma molto lieve, e la sua carica di trasmissibilità del virus è praticamente azzerata. Il non vaccinato è nella situazione di diventare un grave pericolo per tutti. Su queste cose bisognerebbe riflettere.

a/f