San Marino. La cannabis terapeutica aiuta nelle patologie gravi e fa bene alla politica … di Alberto Forcellini

Un progetto di legge approvato all’unanimità: è un evento abbastanza raro nella storia politica sammarinese. Merito del pdl sulla cannabis terapeutica, che ha avuto il potere di placare gli animi dei Consiglieri dopo il lungo dibattito sugli esiti degli incontri romani e sui decreti. Del resto, tutto il suo iter è stato costellato di consensi, proprio grazie all’accurato lavoro di preparazione, condivisione e coinvolgimento con gli organismi e soggetti interni, sia quelli esterni.

A cominciare dall’Italia, sia con il Ministero della Salute sia con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che produce la sostanza da distribuire a farmacie ed ospedali. Con il rigoroso rispetto delle procedure e dei protocolli internazionali, l’Italia potrebbe essere il “primo cliente”. Di qui la natura tecnica del provvedimento, che prevede un iter rigoroso su tutta la filiera: dalle società produttrici alla realizzazione delle serre, alle modalità di coltivazione, alla trasformazione delle diverse parti della pianta. Tutto sotto lo stretto controllo dell’Authority Sanitaria, mentre al Congresso di Stato è riservata la semplice presa d’atto.

Scorrendo l’articolato, pare una cosa assai complicata. Invece, come ha riferito in aula il Segretario di Stato Roberto Ciavatta, è grazie appunto alla snellezza della norma che ci sono già numerose richieste di società interessate ad investire a San Marino in questo settore. Tra queste, anche una sammarinese che potrebbe avere tutte le caratteristiche per coprire le fasi di produzione e trasformazione.

La valenza economica del pdl è un altro degli aspetti da non sottovalutare, sia in termini occupazionali, sia di introito per lo Stato, che potrà vendere a terzi (ovviamente enti pubblici) le eccedenze rispetto al fabbisogno interno. Va da sé che la produzione non potrà essere ad libitum, cioè a piacere, ma sarà lo Stato che dovrà indicare al Narcotic Control Board la quantità di sostanza che è in grado di produrre, poi saranno effettuati controlli affinché non si superi quel quantitativo e affinché esso non venga utilizzato per scopi diversi da quelli previsti per legge.

Ma non è finita. Affinché la legge possa sviluppare tutte le potenzialità che ha in sé, c’è bisogno di un intenso corollario di altre norme e decreti che diano la garanzia della qualità e dei controlli nella produzione di quello che sarà il prodotto finale. Già in elenco per la seconda lettura consiliare il: “Recepimento e adozione delle linee guida di buona pratica clinica e di buona pratica di laboratorio clinico nella conduzione delle sperimentazioni cliniche dei medicinali nella Repubblica di San Marino” che è il primo dei tre provvedimenti sulle buone pratiche cliniche indispensabili per l’insediamento delle case farmaceutiche in territorio. Il completamento delle norme è previsto entro fine anno.

Le aspettative sono tante e significative: la politica le ha colte tutte, da una parte e l’altra degli schieramenti, sia per le immense proprietà antalgiche della cannabis terapeutica; sia per l’indotto generato dalla sua produzione; sia per la grande richiesta che c’è sul mercato farmacologico. Francamente è assai piacevole ascoltare un Consiglio che lavora senza sbarramenti ideologici e partitici, su un obiettivo che è di interesse per l’intera comunità. Ma che sarà di grandissimo sollievo anche per tanti ammalati gravi. Uno degli aspetti valoriali di questo pdl, forse il più importante, riguarda la qualità della vita di chi è affetto da patologie gravissime e devastanti. Il dolore non si può operare chirurgicamente, lo si può solo lenire. La cannabis terapeutica lo fa scomparire. Non solo, ma è coadiuvante nelle terapie per la cura delle patologie più gravi per ridurne i sintomi. E ogni minuto di sofferenza in meno, è una grande conquista per l’intera umanità. Questa è la nuova grande sfida della medicina del futuro.

a/f

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