I lavori della commissione sono stati sospesi all’articolo 7, “Autorità garante per l’Informazione”. Una nuova seduta verrà convocata dopo il Consiglio grande e generale di Maggio
Fonte Agenzia Stampa Della Torre1
Il problema è quello sollevato dall’opposizione ovvero che con l’istituzione dell’Autorità garante per l’Informazione viene soppressa la Commissione di Vigilanza, che oltre ad essere presieduta dall’opposizione è interamente di nomina politica. La stessa Commissione vigilanza su molti aspetti (elezioni, contributi ecc.ecc.) sui quali poi l’Autorità garante per l’Informazione non avrebbe interessato. Molti consiglieri (commissari) hanno sollevato perplessità anche sul fatto che la stessa Autorità non fosse ben rappresentata (come numero) politicamente.
Proprio per questi problemi e su richiesta di alcuni commissari di maggioranza, e data l’importanza della legge, i componenti della Commissione hanno deciso di interrompere la seduta e posticiparla alla meta/fine di Maggio dopo il prossimo Consiglio Grande e Generale.
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COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE E IMMIGRAZIONE, SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO, INFORMAZIONE
MERCOLEDI’ 30 APRILE – POMERIGGIO
I lavori odierni della Commissione si sono concentrati sull’esame dei 41 articoli del progetto di legge “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”, presentato dal segretario di Stato Iro Belluzzi. Diversi sono gli emendamenti delle forze di minoranza accolti.
All’articolo 1, “Finalità”, C10 e Rete ritirano l’emendamento modificativo, in quanto accolto dalla nuova versione del governo, in cui si aggiunge, tra le finalità della legge, la garanzia e protezione non solo dei fruitori, ma anche degli operatori del settore. Viene invece respinto l’emendamento dell’Upr abrogativo dei commi d, e, f, g.
All’Articolo 2, “Definizioni”, C10 presenta 3 emendamenti, Rete due. Entrambi ritirano l’emendamento, già inserito nel testo del governo, che perfeziona le definizione di agenzia di informazione. Il segretario ritiene accoglibile parzialmente l’emendamento di Rete in cui si esentano le testate registrate dall’indicazione del numero delle copie editate, Rete ritira così il suo secondo emendamento. Sono respinti gli altri emendamenti, tra cui quello di C10 alla lettera e, che avrebbe inserito le agenzie di informazione tra le testate giornalistiche registrate in apposito elenco.
All’articolo 3, “Diritti e doveri degli operatori dell’informazione”, diversi sono gli emendamenti di governo e opposizione. Tra questi, Rete, per voce del commissario Gian Matteo Zeppa, propone di inserire al comma 1 la frase “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica”, mentre al comma 5 l’emendamento aggiuntivo con la dicitura “il diritto di far circolare notizie e opinioni”. Il primo emendamento viene ritirato in quanto accolto dalla versione del governo. Il secondo viene respinto. Nel corso del dibattito sull’articolo 3 si apre un dibattito tra i commissari Maria Luisa Berti, Ns, e Luca Santolini, C10, sull’inserimento nella normativa della libertà di opinione per gli operatori, la prima apertamente contraria. Al contrario, Santolini sottolinea come le opinioni siano parte integrante dell’attività dell’informazione, per esempio negli editoriali dei quotidiani.
All’articolo 4, “Formazione professionale degli operatori dell’Informazione”, Upr propone un emendamento abrogativo di tutto l’articolo che viene respinto.
All’articolo 5, “Associazione degli operatori dell’Informazione”, viene presentato un emendamento totalmente abrogativo da parte di Rete, C10 e Upr, ritenendo il contenuto pleonastico. Il segretario di Stato e la maggioranza accolgono la proposta dei commissari di minoranza e l’emendamento abrogativo viene approvato.
Articolo 6. “Consulta per l’informazione”, gli emendamenti di Rete e Upr chiedono di rivedere la composizione del consiglio direttivo: Rete chiede di ridurre la presenza degli editori, Upr di eliminarla. Inoltre, Upr chiede anche che i componenti del consiglio direttivo della Consulta siano almeno cinque cittadini sammarinesi o residenti. Viene accolto l’emendamento di Rete al comma 4 che aumenta da 3 a 4 i componenti dei giornalisti di carta stampata e televisione, e riduce da tre a due gli editori presenti nel consiglio direttivo. Allo stesso modo, viene accolta anche la proposta dell’Upr sulla presenza di sammarinesi e residenti nel consiglio direttivo.
I lavori proseguono anche nelle ore notturne. Di seguito una sintesi del dibattito iniziale:
Comma 1. Comunicazioni
Andrea Belluzzi, Psd: “Abbiamo tutti ricevuto in questi giorni una lettera dell’Authority per le pari opportunità che segnalava alcune situazioni, propongo che ci sia un comma per affrontare queste tematiche nella prossima Commissione”.
Marino Riccardi, Presidente: “Richiesta accolta”.
Comma 2. Esame del progetto di legge “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”
Iro Belluzzi, segretario di Stato con delega all’Informazione:
“Il testo di oggi è leggermente differente rispetto a quello inviato ieri, sono lievi modifiche tecniche. Due parole sul percorso del testo, depositato a dicembre e avviato all’iter legislativo lo scorso marzo. Ha suscitato clamore e disappunto da parte di chi operava ed aveva occupato uno spazio vuoto dalla mancanza della normativa. C’era volontà di creare uno strumento normativo condiviso che rispondesse alle esigenze del Paese. Dopo la presentazione in prima lettura, ho fatto una serie di incontri preventivati, sono stati approntati alcuni emendamenti da parte del governo, in funzione delle sensibilità e necessità della forze politiche di maggioranza e opposizione e in funzione delle esperienze degli operatori, cercando di creare le condizioni perché il testo sia la base per gli stessi operatori e il lavoro che sarà svolto dalla Consulta. Ci siamo incontrati con tutte le forze politiche e con Usgi non mi sembra ci sia stato poi il conflitto iniziale, spero che le forze di minoranza condividano questa mia impressione”.
Marco Podeschi, Upr: “Ringrazio segretario di Stato Belluzzi per la disponibilità avuta, nell’incontro avuto abbiamo presentato i nostri emendamenti. Lei segretario ha avuto il coraggio di presentare un testo che per la prima volta tenta di mettere ordine in questo settore. A Upr non è piaciuto però, abbiamo una visione diversa, sulla volontà di regolare l’editoria con l’istituzione dell’Authority. Non riteniamo che mettere insieme giornalisti ed editori sia ottimale, in Italia c’è già un conflitto, inserirli nella normativa ci pare una forzatura. Avremmo preferito un progetto più semplice che normasse la professione con obblighi, doveri e diritti. Più logico fare una normativa sulla professione e poi con altro provvedimento di intervenire sul settore. Noi proponiamo di abrogare l’autorità e mantenere solo la Consulta. Alla luce del comunicato stampa inviato ieri rimaniamo un po’ perplessi”.
Alessandro Mancini, Ps: “Voglio rilevare l’atteggiamento propositivo che ha portato al confronto sul testo, ma sul progetto di legge avrei preferito anche io procedere per step, intervenendo subito sulla professione del giornalista e lasciare sospeso, per poi affrontarlo successivamente, il discorso dell’editoria, dei contributi. C’è già una normativa che compete alla Commissione di vigilanza e non eravamo scoperti. Poteva essere un lavoro più sereno e migliore. La delega al lavoro poteva poi affrontare la regolamentazione dell’attività del giornalista. Ci sono emendamenti del Ps, li affronteremo nel dibattito”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “L’idea è quella di creare un comparto e un laboratorio, considerate le dimensioni della Repubblica, dove poter far confrontare addetti ed editori perché possano lavorare e dove la politica ha fatto un passo indietro”.
San Marino, 30 aprile 2014/01