La politica esprime “tutta la propria fiducia nell’attività della magistratura”.
Ieri gli avvocati difensori di Claudio Podeschi e Biljana Baruca, Pagliai e Annetta, avevano scritto alla Commissione giustizia per richiedere un’azione di sindacato nei confronti della magistratura inquirente. Il documento degli avvocati, che è già tutto un programma, si intitola: “Segnalazione inosservanza e violazione doveri dei magistrati nell’esercizio delle funzioni ai fini dell’eventuale promozione dell’azione di sindacato”.
In pratica, per i difensori di Podeschi, gli inquirenti titolari dell’indagine “Conto Mazzini”, non avrebbero inserito nel fascicolo una informazione a favore del loro assistito. E per questo motivo, quindi, si sono appellati alla Commissione giustizia chiedendo di valutare l’esistenza degli estremi per un procedimento penale.
Ieri la Commissione consiliare Affari e Giustizia, replica in questo modo alla lettera di Pagliai e Annetta:
“A margine della divulgazione della notizia relativa alla irrituale nota inviata dall’Avvocato Pagliai e delle sue pubbliche dichiarazioni in merito, la Commissione per gli Affari di Giustizia rende noto quanto segue, alla luce dei comportamenti adottati in casi precedenti ed onde evitare equivoci o speculazioni. I procedimenti penali, in ordine ai quali l’avv. Pagliai chiede di essere sentito dalla Commissione per gli Affari di Giustizia, sono attualmente rimessi al giudice decidente il quale ha proprio il compito di valutare l’apparato accusatorio e le singole prove già acquisite e quelle che saranno portate da tutte le parti nel pro- cesso, ivi compresa la difesa che potrà contestare e contrastare le tesi sfavorevoli agli indagati e l’intera attività istruttoria, secondo le regole della procedura penale ed assumendosi le responsabilità delle accuse che volesse formulare e delle relative denunce nell’ambito a ciò preposto. Sarebbe del tutto indebito spostare in sede politica prema- tute valutazioni di merito su cui è chiamato a pronunciarsi il Tribunale e interferire in un giu- disio che compete esclusivamente all’autorità giudiziaria in questa fase. L’azione di sindacato verso i magistrati può essere avviata soltanto alla luce di qualificati elementi e per garantire il corretto funzionamento della giustizia. La Commissione non può essere attivata da accuse avanzate dalle parti nel processo ancora in corso. Ai sensi di legge la Commissione ha facoltà di sentire in audizione il Magistrato Dirigente, non altri, né testimoni, né i giudici interessati dal procedimento disciplinare, né tanto meno le parti di un processo in corso o un membro del loro collegio di difesa. La Commissione per gli Affari di Giustizia, nell’invitare al rispetto degli organi istituzionali tutti e al corretto ricorso agli strumenti ed istituti offerti dall’ordinamento sammarinese, non vuole prestarsi a nessuna forma di strumentalizzazione. E nell’esprimere ancora una volta la propria fiducia nell’attività della magistratura, ritiene indispensabile che le siano assicurate serenità ed indipendenza di giudizio nonché libertà da indebite pressioni”.
Non si fa comunque attendere la controreplica dell’avvocato Stefano Pagliai: “Riscontro, come doveroso, la nota diffusa in data odierna (ieri, ndr) dalla Commissione Affari di Giustizia afferente la segnalazione dell’inosservanza dei doveri funzionali dell’autorità giudiziaria riscontrati da parte della difesa nell’ambito dei pro- cedimenti che vedono coinvolti il sig. Podeschi e la sig.ra Baruca. Al riguardo intendo precisare,
per correttezza e per il rispetto che si deve all’organo consiliare, che l’esposto in oggetto trovava e trova il proprio fondamento nelle competenze ad attivare l’azione di sindacato istituzionalmente conferite alla commissione speciale affari di giustizia dall’art. 8 della legge costituzionale n. 144/2003. Non posso, d’altra parte, che prendere atto del richiamo ai precedenti indicati dalla Commissione, confermando, tuttavia, come gli elementi ed i riscontri acquisiti dalla difesa evidenzino irregolarità ed opacità nelle attività di indagine che verranno, a questo punto, come doveroso dal punto di vista difensivo, denunciati con tutti i mezzi ed in tutte le forme, nessuna esclusa, consentiti dall’ordina- mento sammarinese. Ciò proprio al fine di garantire e perseguire, senza strumentalizzazione alcuna, quel corretto funzionamento della giustizia invocato dalla stessa commissione nel proprio comunicato”. La Tribuna