Si sta delineando all’orizzonte di San Marino cio’ che da piu’ parti, politiche, economiche e sociali, si era temuto. La corsa verso debito estero, l’introduzioni di una patrimoniale e la svendita di Npl. Tutto cio’, per fronteggiare spese di esercizio?
Normalmente uno Stato che si indebita con istituzioni internazionali, quale e’ il Fondo Monetario, o introduce una imposta patrimoniale, lo dovrebbe fare o per sistemare il proprio bilancio in una prospettiva di aumentare le entrate (es. incentivando investimenti privati o effettuando direttamente investimenti in opere pubbliche per far ripartire l’economia) oppurre per ridurre debito gia’ esistente (nel caso della patrimoniale). Sono interventi straordinari (nuovo debito e patrimoniale) che non possono esser perseguiti ogni anno. Per tale motivo diventa fondamentale, o meglio indispensabile, che tali strumenti vengano utilizzati per le finalita’ citate, in primis la ripartenza dell’economia che consentira’ allo Stato di incamerare piu’ tasse.
I correttivi allo sbilancio di esercizio si devono invece apportare o come sopra scritto aumentando le entrate (ma con ricette espansive cioe’ appunto nuovi investimenti e nuove imprese che pagheranno nuove tasse, non soffocando il povero contribuente – privato o impresa che sia – introducendo un aumento delle aliquote o una patrimoniale) o riducendo le spese, partendo da quelle inutili come le consulenze. Una famiglia che vede aumentare le proprie spese (es per l’arrivo di uno o piu’ figli) a parita’ di entrate (stipendio del capofamiglia) deve prendere decisioni o sulla necessita” di ridurre le spese o, in alternativa, di aumentare le entrate, magari decidendo l’altro coniuge di intraprendere un lavoro. Se invece di queste soluzioni si optasse per contrarre un mutuo ci sarebbe solo uno spostamento verso il futuro del problema, lasciandolo magari in capo ai figli che si troveranno la casa di famiglia ipotecata per spese di vent’anni prima.
Quindi oltre alla illustrazione delle modalita’ di reperimento di liquidita’ nelle proprie casse, con patrimoniale o nuovo debito, chi governa deve anche chiarire dove verranno destinati tali fondi, perche’ se la destinazione è il pagamento degli stipendi e tfr dei dipendenti pubblici o delle consulenze, l’anno prossimo ci si troverà nella stessa situazione senza aver risolto alla radice il problema.
Si legge dai comunicati di ieri della vendita degli npl a prezzi molto bassi, inferiori al 10%. E’ sperabile che chi ha disposto l’accettazione di tale percentuale non si sia fatto ingolosire dall’arrivo di liquidita’ nel Sistema sammarinese, ed abbia fatto bene i conti, cioe’ che questa scelta non comporti ulteriore perdita per chi questi npl li vende. Altrimenti vale il ragionamento sopra accennato: la nuova perdita aumentera’ quella gia’ esistente e quindi la necessita’ di ulteriori risorse per la sua copertura.
In ogni caso per San Marino sarà una occasione persa per creare un centro di competenza interno finalizzato al coordinamento ed alla gestione delle attivita’ di recupero anche in territorio italiano: avrebbe comportato nuovi posti di lavoro, qualche entrata per le casse del proprietario di questi npl e del suo azionista, e quindi, in ultima analisi, forse una seppur minima attenuazione dei sacrifici chiesti i contribuenti sammarinesi
Un lettore