San Marino. La “cricca” è ancora viva ed è già costata circa 400 milioni di euro ai sammarinesi. Il 9 giugno ogni cittadino nelle urne può “resuscitarla” o darle il “colpo di grazia”! … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Cresce, anche sui social “sammarinesi”, l’interesse per le elezioni che, il prossimo 9 giugno, vedranno i cittadini chiamati a rinnovare il Consiglio Grande e Generale e, quindi, a ridefinire gli asseti politici di governo, maggioranza e opposizione che avrà il non facile compito di gettare le basi per la San Marino del domani.

Calcolatrice alla mano, salvo “sorprese” dell’ultima ora, tutto lascia intendere che il prossimo sarà una sorta di governissimo, politicamente esteso da destra a sinistra, comune a rappresentanti di formazione liberale, liberaldemocratica, liberal fino agli ultimi massimalisti dell’estrema sinistra. La solita ammucchiata priva di visioni comuni su cui costruire una linea politica ben definita e sulla quale basare lo sviluppo economico e sociale della Repubblica di San Marino…

Sono troppo pessimista? Forse… Spero probabilmente… Del resto, non è un mistero che in assenza di un vincitore al primo turno (visti gli assetti attuali pressochè impossibile) le intese matematicamente possibili nelle consultazioni, capaci cioè di raggiungere e superare la fatidica soglia dei 35 seggi consiliari, sono essenzialmente tre:

• “Democrazia e Libertà” (Pdcs più Ar, composta da Mis, Ns, Elego) più Libera-Pss, probabilmente coalizzata con il Psd.

• “Democrazia e Libertà” più Motus Liberi e Repubblica Futura

• Tutti, compresa la “moribonda” Rete, tranne “Democrazia e Libertà”, qualora Pdcs-Ar non raggiungessero la soglia dei 25 seggi conquistati nelle urne

Piaccia o non piaccia, salvo una rivoluzione che i sammarinesi volessero affidare alle urne, lo scenario post-elezioni appare essere questo. E non mi piace per niente. Non per una questione politica, ben inteso, ma perchè nessuna delle tre possibilità può dar vita ad un piano di sviluppo chiaro e non annacquato da continui compromessi (fra cui quelli impossibili su, ad esempio, per citarne uno, l’Alpitour all’ex Tiro a Volo) fra liberali e massimalisti nel primo caso e da visioni diametralmente opposte fra alleati negli altri due casi.

Le indiscrezioni ci raccontano, come quasi tutti ormai sapete, di un “patto” già siglato fra la sinistra massimalista, democratica e socialista (Libera-Pss e probabilmente Psd) e la coalizione formata in Via delle Scalette… Patto “di ferro” o, come spesso accade in questi ambienti, scritto “sulla sabbia”?

Giochi già fatti? Salvo “colpi di scena” nelle urne o non prevedibili “miracoli” politici in questa ultima settimana, secondo me sì… Spero di sbagliare. Del resto, anche pochi mesi fa, prima del naufragio dell’Aggregazione Socialista, il nuovo governo sembrava cosa fatta attorno alla riunificazione della diaspora socialista e al “Partitone” di Via delle Scalette… Vedremo.

Decideranno, in ogni caso, i sammarinesi che si recheranno al voto, i quali avranno l’onere e l’onore di decidere anche per i non pochi concittadini che verosimilmente diserteranno le urne. L’effetto del non votare, infatti, è uno solo: chi vota delega un suo rappresentante consigliare; chi non vota delega il, magari odiato, vicino a casa a scegliere anche per lui…

La vera chiave delle prossime elezioni, però, è anche -e soprattutto- un’altra, cioè la possibilità che i sammarinesi hanno di mettere una inamovibile pietra tombale sul “sepolcro” della “cricca” e della sua eventuale -consapevole o inconsapevole- “manovalanza” politica, cacciando dal Consiglio Grande e Generale quelle forze politiche e quei candidati su cui gravano pesanti ombre ci più o meno consapevole “vicinanza” a quella stessa “cricca”.

Il finanziere Francesco Confuorti

Cari sammarinesi, la “cricca” è in agonia… Ma non è ancora morta e le vicine elezioni politiche rappresentano il punto chiave di un buio momento storico, giudiziario, finanziario ed economico della Repubblica di San Marino. Che non è morta lo si capisce dai costanti attacchi che, da certi media e certi scranni consiliari, vengono ancora oggi sferrati all’indirizzo della governance attuale di quella Banca Centrale succeduta a Grais, Savorelli, ecc., già negli atti conclusivi della Commissione di inchiesta su Banca Cis e negli atti di accusa di procedimenti giudiziari in corso, indicati -sintetizzando e semplificando all’estremo- come più sensibili alle esigenze di un gruppo privato di potere che non a quelle dello Stato e della collettività. Governance attuale -quella guidata da Catia Tomasetti- che nonostante le forti pressioni scaturite addirittura in una indagine giudiziaria che è costata la condanna in primo grado del Commissario della Legge Alberto Buriani e dell’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm Simone Celli, ha l’indiscutibile merito di aver affossato, perseguendo una azione intransigente e nel rispetto delle regole e delle norme, il dominio della famigerata “Cricca”.

Nelle urne del 9 giugno prossimo, non premiando quei partiti e quei politici che hanno avuto un ruolo -consapevole o inconsapevole- nell’ascesa della “cricca”, ogni sammarinese può rendere pesantissima, inamovibile la “pietra tombale” sul sepolcro di quel gruppo di potere le cui azioni hanno avuto un peso determinante nel dissesto finanziario della Repubblica, pagato, si ricordi, ancora oggi da ogni sammarinese.

Ma per comprendere i danni determinati negli anni di dominio della “cricca” (e quindi di “distrazioni” politiche che li hanno permessi) provo a snocciolare qualche numero. Banca Cis, dal 2016, avrebbe “drenato” -è una stima approssimativa- tra titoli Demeter e prestiti ben 76 milioni di euro, di cui una ventina mai rimborsati. Comunque, con la risoluzione dell’istituto di credito sarebbero circa 360 i milioni di euro ricaduti, direttamente o indirettamente, come debito sulle casse pubbliche, di cui una ampia parte sottratta ai fondi pensione dell’Iss.

Senza la “cricca” e i suoi -consapevoli o inconsapevoli, magari solo poco attenti- “complici” politici, vista la similitudine fra le cifre, il Titano non avrebbe avuto bisogno di emettere i costosissimi bond sul mercato internazionale per circa 400 milioni di euro? Se due più due fa quattro, verrebbe superficialmente di concludere affermativamente…

Ecco, cari sammarinesi, perchè è importante andare a votare nel prossimo mese di giugno. Se l’assurdo e cervellotico sistema elettorale ridimensiona fortemente la sovranità popolare nella scelta diretta di un governo e di una maggioranza, delegando agli eletti questa scelta, ogni sammarinese può decidere nel voto se “resuscitare” quel gruppo di potere oggi chiamato a rendere conto nella aule di giustizia (premiando politici e partiti chiamati in causa in vicende non troppo chiare che alla fine hanno finito per favorire la “cricca” e la sua scalata al potere finanziario) o se, invece, come tutti speriamo, decretarne il definitivo “trapasso”… Magari verso -metaforicamente- le patrie galere!.

Enrico Lazzari

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