E’ rottura fra Pdcs e Rete? Crisi di governo imminente? No… Addirittura, secondo alcuni, dietro l’epilogo drastico, ovvero dietro all’azione del Segretario alle Finanze, il democristiano Marco Gatti, ci sarebbe soprattutto l’orario. “Era già tardi -racconta una fonte riservata- e la riunione doveva chiudersi, per impegno di alcuni democristiani presenti e di qualcun altro, in fretta… Gatti ha colto la palla al balzo”. In pratica, sempre secondo la ricostruzione del summit, che circola “sottovoce” nei corridoi della politica, fin dall’inizio del confronto la delegazione di Rete non avrebbe perso occasione per “mettersi di traverso”, inscenando un atteggiamento generale “ostile” che avrebbe, pian piano, osservazione dopo osservazione, “impuntamento” dopo “impuntamento” fatto perdere la pazienza agli alleati. Fino al “lancio degli stracci” concretizzato dal Segretario di Stato sul cui lavoro -l’assestamento di bilancio- si reggeva il vertice.
L’art.3bis, quindi, non sarebbe il “tema” di divisione, ma uno dei temi… La classica goccia che, unita alla tarda ora, ha fatto “traboccare il vaso”. Da quanto è trapelato, quando il confronto -già teso per gli affondi continui della delegazione di Rete, con in “prima fila” il consigliere Emanuele Santi– è giunto all’esame della bozza dell’art.3bis (ovvero del conferimento nella società di gestione degli Attivi ex BNS) che prevede una -chiamiamola- “partita di giro” per oltre 10 milioni di euro, Rete avrebbe sollevato eccezioni sulla correttezza dei conti.
Quindi, all’ennesima “eccezione” sollevata dal Movimento sul lavoro della Segreteria di Stato alle Finanze, il Ministro Gatti avrebbe perso la pazienza, fatto saltare la riunione e richiesto la verifica di maggioranza che -sono pronto a scommetterci- si chiuderà con un almeno apparente rasserenamento degli animi e ricompattamento della maggioranza.
Infatti, se è al momento impossibile -a causa della riservatezza che i protagonisti hanno steso attorno all’ormai famosa riunione di maggioranza dove sono “volati gli stracci”- scendere nel dettagli tecnico delle eccezioni che Rete ha mosso all’indirizzo delle disposizioni dell’art.3bis e quindi valutare la fondatezza o infondatezza delle stesse, questa vicenda palesa ancor di più la grande difficoltà politica che sta attraversando Rete, un movimento popolare -per non dire populista- che investito della responsabilità di governo si ritrova a dover assumere in prima persona provvedimenti impopolari come le riforme che sono sul tavolo del governo e che appaiono ormai imprescindibili.
Infatti, Rete ha costruito il suo successo politico dicendo alla gente, agli elettori, quello che questi volevano sentirsi dire e ora, avendo responsabilità di governo, si scontra con la realtà, profondamente incompatibile con la linea politica propagandata dai banchi di minoranza o dai palchi della campagna elettorale. L’attualità, poi, ha complicato la situazione: il caro energia, il controverso e insoddisfacente “soccorso” ai risparmiatori e correntisti di Cis, le azioni della Segreteria di Stato alla Sanità guidata dal loro Roberto Ciavatta, la crisi economica inasprita dalla guerra e la deriva populista dell’azione di Libera e Repubblica Futura (che fa tanta presa sull’elettore “tipo” del “grillismo” sammarinese- hanno trasformato la crisi in tragedia -elettorale- annunciata.
In Rete, così, oggi -dopo una prima “fuga” dal gruppo parlamentare di un anno e mezzo fa- regna la tensione, il malcontento e la preoccupazione. Una serie di “sentimenti” che poi si ripercuotono sulla serenità interna e, conseguentemente, sull’azione politica.
L’auspicio, a questo punto, è che in Rete si consumi al più presto una sorta di “resa dei conti” interna, al termine della quale possa definirsi una linea chiara, capace di portare a termine quel processo, avviato con la salita al governo del Paese, che trasformi Rete da forza “urlante” e “populista” in un movimento di idee, di razionalità e di concretezza. Ne guadagnerebbe la qualità della democrazia sammarinese, perchè le peculiarità, i princìpi che stanno alla base della nascita del Movimento sono unici nel panorama politico biancazzurro e, se ben “confezionate” e portate avanti con senso di responsabilità, possono portare un importante valore aggiunto all’azione e alla proposta sammarinese.
In pratica, archiviate le incivili azioni dell’epoca “giustizialista”, i proclami prettamente utopici della primissima fase di vita, per Rete è giunto il tempo di “diventare grande”, di crescere, di evolversi accantonando i vizi originari ed esaltando quei valori di cui, in totale scollegamento dalle vecchie, obsolete ideologie della politica dello scorso millennio -che sul Titano sembra resistere-, la politica ha bisogno per evolversi a sua volta.
Non sarà facile… Ma, ne sono certo, fra uno scivolone e l’altro, fra “spaccature” già vissute e altre da vivere, fra “sedie che volano” e scontri aspri, l’evoluzione di Rete è avviata. E, ormai, appare impossibile da fermare. Costi, in termini di unità, quel che costi…
Enrico Lazzari