San Marino, la CSU spinge per più tutele contro il caldo sul lavoro: le proposte al centro del nuovo regolamento termico

In un contesto di crescente attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro, con l’aggravarsi degli effetti del cambiamento climatico, la Centrale Sindacale Unitaria (CSU) ha presentato le proprie proposte per affrontare con decisione il problema dello stress termico nei contesti lavorativi. Un’iniziativa che arriva in un momento cruciale: nei giorni scorsi, infatti, la Segreteria di Stato per il Lavoro ha adottato un nuovo regolamento per la prevenzione dei rischi legati alle alte temperature, destinato a essere completato da una circolare operativa dell’ISS.

Sicurezza sul lavoro e caldo estremo: un rischio crescente

Secondo quanto riportato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), lo stress da calore rappresenta ormai una minaccia concreta per la salute fisica e mentale dei lavoratori, aggravata da condizioni ambientali sempre più estreme. Riduzione delle capacità cognitive, aumento degli infortuni e aggravamento di patologie croniche sono solo alcune delle conseguenze, che colpiscono in particolare:

  • donne in gravidanza,

  • lavoratori impiegati all’aperto e sotto il sole,

  • personale in ambienti chiusi e poco ventilati,

  • mansioni con elevato sforzo fisico o mentale.

Il nuovo regolamento sammarinese: cosa prevede

Il Congresso di Stato, dopo un confronto con le organizzazioni sindacali e il Servizio Prevenzione e Protezione dell’ISS, ha adottato un regolamento che recepisce parte delle linee guida internazionali, fissando nuove regole per tutelare i lavoratori esposti a condizioni climatiche estreme.

Misure principali:

  • Attivazione di interventi specifici in presenza di temperature superiori a 35°C o condizioni di microclima critico.

  • Aggiornamento obbligatorio del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) per ogni azienda pubblica e privata.

  • Obbligo di idratazione: l’acqua è riconosciuta come vero e proprio Dispositivo di Protezione Individuale (DPI), da fornire sempre vicino al luogo di lavoro.

  • Pianificazione di pause obbligatorie, in base alla temperatura e all’intensità dello sforzo fisico richiesto.

  • Predisposizione di aree ombreggiate per i lavoratori outdoor, con accesso a ristoro e acqua fresca.

Le proposte della CSU: WBGT, vulnerabilità e ruolo del RLS

Nel quadro delle consultazioni, la CSU ha avanzato una serie di proposte concrete, basate su esperienze internazionali e sulle raccomandazioni dell’INAIL. In particolare, i sindacati chiedono che la valutazione del rischio termico venga effettuata utilizzando l’indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature), che tiene conto non solo della temperatura ma anche di:

  • umidità dell’aria,

  • ventilazione,

  • esposizione solare,

  • tipo di attività svolta.

Fondamentale – secondo la CSU – è anche una maggiore attenzione ai lavoratori vulnerabili, oltre alla consultazione obbligatoria del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) in tutte le fasi della valutazione e del piano d’azione.

Appello per il RLS territoriale o interaziendale

Proprio sul ruolo del RLS, la CSU rinnova con forza la richiesta di aggiornare la normativa vigente, per consentire l’elezione di RLS territoriali o interaziendali nelle realtà in cui non sia stata ancora individuata questa figura. Una misura che permetterebbe di garantire una rappresentanza effettiva dei lavoratori anche nelle piccole imprese, dove il rischio di sottovalutare lo stress termico è più elevato.

Conclusioni: un primo passo, ma servono impegni concreti

Il regolamento adottato rappresenta un passo avanti significativo per San Marino, ma per la CSU è solo l’inizio. Il cambiamento climatico impone una rivisitazione sistemica delle strategie di sicurezza sul lavoro, in un’ottica preventiva e partecipata. Il sindacato invita dunque le istituzioni e i datori di lavoro a proseguire sulla strada della collaborazione, adottando strumenti scientifici aggiornati e mettendo la salute dei lavoratori al centro di ogni politica sul lavoro.