
Non ho ancora sentito o letto una analisi politica della crisi di governo passata come l’acqua sotto i ponti. E’ stata una crisi delicata, in punta di piedi, per non far rumore, una impostazione pretina, della quale i cittadini non se ne sono neppure accorti. Ma come tutte le crisi politiche deve avere una origine che individuo in una strategia della DC che dopo i tre anni di logoramento di RETE vuole impostare una nuova egemonia, quasi a risarcimento della passata Legislatura costretta all’opposizione.
L’occupazione sistematica di posti di potere pubblico e privato;
il regresso delle politiche fiscali;
l’espansione della spesa corrente clientelare;
la sospensione della programmazione territoriale;
il freno ai diritti e alle libertà civili;
il distacco dal Paese reale da parte del Palazzo dominante;
lo sbarramento verso un progetto paese di medio e lungo termine, dimostra che la DC progetta un nuovo blocco sociale di riferimento.
Se a tutto ciò si aggiunge la mancata difesa dell’autonomia e l’assenza di relazioni esterne cooperative; la continua ricerca di faccendieri e relativi affari; la mancanza di trasparenza, di controlli e della sicurezza della Repubblica, il quadro è completo.
E’ ormai chiaro che si vuole un cittadino marginalizzato dall’élite politicante ed escluso dalla democrazia partecipativa. Si vuole una partitocrazia frammentata, litigiosa e confusa subalterna del partito egemone ed estranea al bene comune.
Emilio Della Balda