San Marino. La democrazia è un bene prezioso, ma per funzionare necessita di una classe politica adeguata… di Enrico Lazzari

La querelle che sta opponendo l’opposizione alla Segreteria al Territorio (clicca qui) evidenzia in maniera palese la qualità della politica sammarinese: salvo qualche rarissima eccezione, imbarazzante! Da una parte una minoranza “urlante” prontissima a cavalcare ogni provvedimento o politica governativa, a prescindere dal merito o dalla positività o negatività del medesimo, in una frenetica e “salviniana” strategia acchiappavoti. …Alla faccia dello sviluppo e dell’interesse generale!

Dall’altra parte maggioranza e governo, che paiono guidati, coordinati dal miglior Tafazzi, celebre personaggio comico che si massacrava, da solo, i “gioielli di famiglia”, le parti intime a bottigliate. Una maggioranza divisa, incapace anche di restar ligia alla più elementare delle regole politiche: arrivare al voto o alla discussione consigliare con provvedimenti concordati e condivisi. …Alla faccia dello sviluppo e dell’interesse generale!

Ma su chi possono contare, oggi, i cittadini perchè la Repubblica possa oggi vincere quelle sfide che si riveleranno decisive per il futuro economico e indipendente di San Marino, quindi per il benessere della sua comunità? Su nessuno, verrebbe da dire.

Il Titano, oggi, sembra guidato da una classe politica, nel suo complesso, senza eccezioni fra maggioranza e opposizione, inadeguata e incapace di ricreare quei contatti internazionali “amicali” che garantirono il benessere negli anni passati, E’ la naturale conseguenza del passaggio di consegne improvvisato e “traumatico”, fra la vecchia e la nuova classe politica dirigente. Ma tant’è, inutile piangere sul latte versato nell’ultimo decennio dove un gruppo di potere -forse addirittura sovversivo- sembra aver eliminato una intera generazione politica per spianare la strada alla conquista del potere di “sodali”, “amici” e “manovalanza” politica.

Anche l’attuale inadeguatezza della classe politica odierna sembrerebbe essere responsabilità della  “cricca”, resa celebre dalle conclusioni di una commissione di inchiesta parlamentare approvate all’unanimità del Consiglio Grande e Generale, oggi superate -o perlomeno incomplete- alla luce di quanto si ascolta nel corso delle udienze del cosiddetto “Processo Buriani-Celli”.

Non sto a ricordare nuovamente perchè, oggi più che mai, ritengo indispensabile una nuova commissione di inchiesta consigliare. L’ho fatto pressantemente nelle scorse settimane perchè sarebbe opportuno accertare le eventuali complicità politiche e giudiziarie che hanno reso la “cricca” così forte e potente per anni e anni. Complicità oggi non dimostrabili, al momento quindi fantomatiche, ma alimentate da razionali sospetti e pesanti ombre che meritano autorevoli e seri approfondimenti.

Ma non è questo il tema che intendo evidenziare in questo mio commento della situazione sammarinese. Oggi intendo attirare l’attenzione dei sammarinesi sullo stato in cui la loro ingenuità colorata dall’imperante giustizialismo -non dimenticherò mai la vergognosa “manifestazione delle arance”, ordita da Rete sotto la finestra della cella di un ex ministro in regime di carcerazione preventiva, oggi assolto con formula piena da ogni accusa di associazione e prosciolto per il reato di riciclaggio (a proposito, non ho mai ascoltato delle scuse o dei “mea culpa” da nessuno di Rete per quella imbarazzante iniziativa “politica”)-, li ha cacciati. Sì, perchè se la “cricca” ha potuto spazzare via una intera classe dirigente in maniera traumatica, compromettendo un sereno e lento passaggio di consegne, contatti e competenze fra generazioni politiche che era in atto alla fine degli anni Duemila, la responsabilità è anche -e soprattutto- dei cittadini, “incantati” dalle sirene giustizialiste.

Ognuno, recita un vecchio adagio popolare, raccoglie ciò che semina. E la comunità sammarinese ha seminato tempesta negli anni recenti… Così, oggi si ritrova un’opposizione “urlante” e capace soltanto di cavalcare strumentalizzazioni talvolta imbarazzanti, di criticare provvedimenti di cui gli stessi “urlatori” di oggi furono promotori pochi mesi prima; una maggioranza divisa, frammentata dove ognuno ha una sua visione che rende palese in vere e proprie imboscate nell’Aula consigliare; e un governo privo di progettualità a lungo termine, capace addirittura -nel miglior stile “Ponzio Pilato”- di palesare un referendum popolare su una decisione (l’accordo di associazione con l’Ue, che non ha nulla a che vedere con l’adesione di San Marino all’Unione Europea, si ricordi) chiave per il futuro economico, finanziario, produttivo e commerciale di San Marino e quindi sul benessere dei sammarinesi. Credete sia un caso che in alcuni Paesi, fra cui l’Italia, sia interdetta su temi di quel tipo la possibilità di ricorrere ad un referendum?

E un governo -dicevo- che porta progetti o provvedimenti in Aula, presentandoli in pompa magna come innovazioni capaci -magari da soli- di risolvere in un battibaleno tutti i problemi di San Marino e di creare le condizioni per uno sviluppo solido del Titano… Per poi ritrovarsi senza i voti per approvarli o perseguirli e inscenare un improvviso, repentino e imbarazzante dietro-front.

La maggioranza -e anche questo è evidente da tempo- è ormai morta da tempo, con essa il governo. Anzi -mi si scusi la metafora di cattivo gusto- la salma inizia a “puzzare”. 

Ma crediamo davvero che con nuove elezioni, con un nuovo governo la situazione potrebbe mutare radicalmente? No… Potrebbe forse migliorare superando la frammentazione dell’attuale maggioranza, spesso ostaggio di movimenti e partitini che difficilmente, da soli, nelle prossime elezioni, potrebbero superare il quorum e conquistare almeno un seggio consigliare. Ma a gelare chi spera questo piccolo, ma importante, miglioramento ci pensano le varie forze della diaspora socialista, incapaci di riunificarsi per davvero come, invece, si credeva avessero fatto solo qualche mese fa.

La speranza, a questo punto, sembra essere una sola: un governo composto da Segretari di Stato sammarinesi, guidati da autorevoli e competenti “tutor”… Una sorta di governo tecnico-politico, per intenderci, con ministri iscritti al “Cedu” dell’amministrazione pubblica! …E, magari -so di esagerare (è una provocazione, ovviamente) ma è per rendere palese e ben comprensibile il concetto-, che possa governare per un tempo prefissato senza necessità del voto consigliare! Perchè la democrazia è un bene prezioso, ma per funzionare ha bisogno di una classe dirigente e politica adeguata…

Enrico Lazzari