San Marino. La Digos mette in guardia: “Riciclaggio legato al terrorismo”. …. di David Oddone

David OddoneEcco la relazione della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo tra criminalita? russa e ‘ndrangheta.

Pubblicata l’ultima relazione annuale – quella del 2015 – della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo sulle attivita? svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Il documento riporta e analizza i fatti che vanno dal 1° luglio 2014 – 30 giugno 2015. Anticipiamo immediatamente che come del resto accaduto per relazioni analoghe, per il Titano e? tutta un’altra musica rispetto al passato. Non vengono infatti rilevate particolari criticita?, anche se alcuni problemi e allarmi ci sono.

Criminalita? russa

Questa volta alcuni problemi col Titano vengono registrati nelle Marche, regione dove “nel periodo in esame – si legge nel documento – si e? continuato a registrare, quale fenomeno predominante, il continuo perpetrarsi di reati contro la persona e contro il patrimonio quali furti e/o rapine in abitazioni e a danni di attivita? commerciali, che hanno generato un certo allarme sociale, anche perche? perpetrati da aggregati criminali, per lo piu? di natura etnica, a vario titolo organizzati, anche se non sempre riconducibili ad ambienti associativi di natura mafiosa”. Per quanto riguarda la criminalita? russa, ecco che cosa rileva la Dna: “Nella regione non ha dato segnali di evidente visibilita?, seppur sia necessario segnalare come negli anni precedenti si sia notato il proliferare di personaggi che hanno investito nel settore industriale del mobilificio nella provincia di Pesaro e nel settore calzaturiero nelle province di Ascoli Piceno e Macerata, agevolati negli interessi da numerosissime societa? di capitale con sedi legali e amministrative nella vicina Repubblica di San Marino”. Aspetto questo che sino ad oggi non era emerso in maniera cosi? chiara e che dunque va monitorato con attenzione dalle autorita? sammarinesi.

Riciclaggio e sequestri

Passiamo dunque al capitolo riciclaggio e sequestri. Il Titano non rappresenta piu? un problema secondo la Dna. “Come evidenziato nei grafici il 45% delle richieste di assistenza per l’esecuzione di provvedimenti di sequestro e/o confisca emessi nell’ambito di procedimenti di prevenzione riguardano la Confederazione elvetica. Tale positiva cooperazione e? stata avviata a seguito di alcune decisioni adottate dalla Corte
dei reclami della Confederazione elvetica che hanno reso possibile l’esecuzione di numerosi provvedimenti di confisca e sequestro riguardanti relazioni bancarie sul quel territorio. In sintesi, il principio affermato e? quello dell’irrilevanza della denominazione della procedura estera, qualora corrisponda al diritto svizzero in base al quale la confisca e? uno strumento in rem cosi? come la confisca di prevenzione; in entrambi i casi, le misure di confisca, sia in diritto svizzero che italiano costituiscono uno strumento di lotta alla criminalita? teso a contrastare l’illecito profitto affinche? il crimine non paghi. Si tratta di procedure di carattere reale, nel quadro delle quali la colpevolezza dell’autore dell’infrazione non viene esaminata. Mutuando tali principi, le richieste di esecuzione di misure patrimoniali, sempre piu? numerose, sono state progressivamente inoltrate alle diverse Autorita? giudiziarie con esito positivo, anche se basate sulla legislazione dello Stato richiesto”. Non solo il Titano collabora con l’Italia – risultano infatti eseguite le rogatorie richiesta – ma, grafici alla mano, quanto accade sul Titano e? una goccia nel mare. Merito certamente delle nuove leggi e del lavoro certosino degli inquirenti.

‘ndrangheta

Il documento viviseziona poi la Calabria. Passiamo cosi? alla ‘ndrangheta. “Al momento, vengono individuate due opposte fazioni criminali in precedenza citate: la ‘ndrina “IDA’-EMANUELE” e la ‘ndrina “LOIELO”, sostenuta dalla locale di Limbadi. I comuni di Filadelfia, Cortale, Maida, San Pietro a Maida e Curinga, nonche? il litorale tirrenico sito in localita? Acconia del comune di Curinga, ubicato nella fascia costiera tra Pizzo e Lamezia Terme, sono sottoposti al controllo ed all’e- gemonia della cosca “ANELLO”, che opera – dunque – al confine tra i territori di Vibo Valentia e Lamezia Terme. Da un punto di vista della celebrazione dei giudizi riferiti alle attivita? di indagine relative al vibonese, risultano, allo stato, pendenti in fase dibattimentale, innanzi al Tribunale di Vibo Valentia, i  seguenti procedimenti DDA: (…) N. 624/13 R.G.T. nei confronti di AMOUZOU Nestor + 22 (per i delitti di associazione dedita al narcotraffico interna- zionale di ingenti quantitativi di cocaina, per i numerosi delitti scopo, nonche? per il riciclaggio dei relativi proventi, con il tenta- tivo di acquisto di una banca di San Marino)”. Come si puo? vedere si tratta comunque di fatti del 2013.

Terrorismo islamico

Dulcis in fundo, lasciamo l’argomento piu? interessante e allo stesso tempo preoccupante, ovvero quello relativo al terrorismo di matrice islamica. Innanzitutto si rileva come l’Italia “appare sempre piu? esposta” alla minaccia jihadista, anche se non sono emersi specifici riscontri su piani terroristici. Nella propaganda jihadista non sono mancati i riferimenti all’Italia come nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo. La maggiore esposizione al rischio emerge anche in relazione al Giubileo e alla possibile attivazione di nuove generazioni di aspiranti mujahidin che aderiscono alla campagna promossa dall’Isis.

Ecco cosa si legge nella relazione nella parte che riguarda la Romagna e anche la Repubblica del Titano: “La criticita? piu? rilevante e?, dunque, rappresentata dalla difficolta? di identificare i terroristi homegrown prima che colpiscano, soprattutto nel caso in cui questi non abbiano collegamenti con organizzazioni strutturate. Tale criticita? impone un approccio investigativo basato sulla ricerca delle manifestazioni visibili del fenomeno, i cd. indicatori di radicalizzazione, e, dunque, sullo studio dei profili intellettuali e degli stili di vita dei soggetti sospetti. Il contrasto al terrorismo homegrown, in particolare, necessita dell’attivita? informativa sul territorio e del monitoraggio di internet, proprio per il ruolo che questo strumento di comunicazione riveste nei processi di radicalizzazione. L’altra minaccia, ancora piu? recente, e? rappresentata dai cd. foreign fighters, soggetti che dopo aver raggiunto i territori di jihad possono fare ritorno nei Paesi di provenienza per compiere attentati terroristici. E quand’anche non avessero tale intenzione, al loro rientro in patria l’addestramento ricevuto li rende una minaccia homegrown mutata e potenziata. Presso la Procura distrettuale di Bologna sono in corso di svolgimento attivita? di indagine in numerosi procedimenti riguardanti il terrorismo jihadista. I magistrati che compongono il gruppo che tratta i delitti di terrorismo, ne- gli ultimi tre anni hanno iniziato e sviluppato indagini in materia di terrorismo, anche di tipo internazionale islamico, avvalendosi dei servizi specializzati in materia delle Forze dell’Ordine, ossia Digos P.S., R.O.S., C.C. e Polizia Postale, anche con il supporto della G. di F., nei casi in cui e? apparso necessario procedere ad accertamenti di natura economica sugli indagati. I procedimenti segnalati trattano prevalentemente fatti di terrorismo islamico (…)

David Oddone, La Tribuna