Ieri, 16 novembre, si è riunita la Direzione del PDCS per analizzare le nuove criticità, sorte nei primi 10 mesi del nuovo Governo, che – alla luce del rifiuto della maggioranza di prendere in considerazione le proposte del PDCS e degli altri partiti di minoranza, volte ad attenuarne gli effetti – richiedono senza dubbio un’azione referendaria che rimetta ai cittadini la scelta su questioni estremamente rilevanti per l’equilibrio economico e sociale del Paese.
In particolare, la Direzione ha valutato l’opportunità di un’azione utile a ripristinare la rappresentanza delle forze politiche in Consiglio Grande e Generale, oggi gravemente lesa dal premio di maggioranza, secondo il reale mandato degli elettori; ha concordato sulla necessità di definire dei vincoli per limitare l’accensione discrezionale del debito pubblico da parte del governo; inoltre, connessa con la tendenza scorretta di questo governo a scaricare sul bilancio dello Stato gran parte delle criticità provocate, è stata avanzata la proposta di abrogazione del Decreto Legge emesso da questo governo sulla trasformazione dei crediti d’imposta, vantati dalle banche, in titoli di debito pubblico.
Infine, considerando l’incertezza creata in questi mesi sulla gestione dei fondi pensionistici, la Direzione ha valutato opportuno definire degli strumenti utili a garantirne la tutela.
Rispetto a tutte queste tematiche e all’ipotesi referendaria, la Direzione ha dato mandato alla Segreteria Politica del PDCS di avviare quanto prima una serie di incontri per confrontarsi con le forze politiche, con le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni Datoriali, al fine di condividerne le motivazioni e ricercare insieme le più opportune modalità di intervento, prima di portare i quesiti referendari all’attenzione del Consiglio Centrale del PDCS, per il confronto interno a tutto il Partito e l’approvazione definitiva.
La Direzione ha poi valutato il riferimento proveniente dal Gruppo di Lavoro Economia che, in settimana, ha analizzato la proposta del Governo per il bilancio previsionale dello Stato del 2018, ed ha espresso profonda preoccupazione per gli interventi proposti.
Emerge, infatti, l’assenza di ogni politica di prospettiva di crescita economica incentrando gli interventi esclusivamente sull’aumento della pressione fiscale e sulla contrazione dei costi che, inevitabilmente, colpiranno lo stato sociale ed i servizi gratuiti per i cittadini.
La patrimoniale e l’aumento – o il ripristino – di imposte, che il Governo guidato dalla Democrazia Cristiana aveva assorbito nella riforma fiscale, colpiranno fortemente il risparmio investito e le imprese, con particolare incidenza sul settore immobiliare, creando inevitabilmente una forte contrazione della nostra economia che, proprio grazie agli interventi degli ultimi governi a conduzione DC era ripartita e stava dando segni positivi di crescita, confermati anche nei report del FMI.
Infine, a conclusione del proprio incontro, la Direzione ha appreso dalla televisione di Stato le dimissioni da parte del Direttore di Banca Centrale appena nominato da questo Governo, e sul quale la DC si era espressa negativamente, non tanto sulla persona ma, in ragione delle modalità utilizzate, che avevano costituito una vera e propria forzatura e mancanza di trasparenza e di progetto da parte della Maggioranza e del Segretario Celli.
In attesa del Consiglio della prossima settimana, ed alla vigilia del Congresso di SSD, che questo Direttore aveva fortemente voluto, la Direzione auspica che vengano immediatamente rese note a tutte le forze politiche le ragioni di tali dimissioni, e quali saranno le azioni che il Governo vorrà mettere in campo, anche in considerazione della prossima visita del Fondo Monetario Internazionale del gennaio prossimo.
L’Ufficio stampa del PDCS
San Marino, 17 novembre 2017