Possiamo partire, per rendere ragione dell’importante incontro sulla «Emergenza educativa. Di fronte alla minaccia della “colonizzazione” ideologica e culturale: un patto di corresponsabilità scuola-famiglia», dal Vangelo di questa domenica 22 gennaio. Siamo all’inizio della attività pubblica di Gesù, che è appena stato battezzato, «e Giovanni era stato arrestato». Di fronte a questo attacco alla libertà di parola (il Battista aveva preso posizione contro il matrimonio adulterino di Erode), «da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”».
Invece che farsi frenare dal potere nemico, Gesù con forza inizia la sua predicazione, incurante delle minacce e dei pericoli. E i suoi discepoli impareranno la lezione, ricordando, davanti al tribunale ebraico, che «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato», e ancora poco dopo: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.»
Come sempre, la realtà è sempre più grande delle nostre immaginazioni, e anche delle nostre paure. Solo se accettiamo il rischio dell’incontro ci accorgiamo di tante delle possibilità e delle sorprese che la vita ci offre.
Così la serata del 20 gennaio, alla presenza di illustri relatori, Padre Giorgio Maria Carbone e Giusy D’Amico, è stata l’occasione di riflettere sui temi proposti con la consapevolezza di una responsabilità e di prospettive sulla vita e sui giovani che non avremmo mai immaginato.
Per chi vorrà rivedere e risentire le parole illuminanti che abbiamo accolto e per coloro che, frenati dal tempo certamente inclemente, non hanno potuto essere presenti all’incontro è possibile trovare sui social la registrazione dell’avvenimento [https://youtu.be/6MIUcwo4TYg].
Per capire quanto abbiamo ascoltato, credo che siano illuminanti questi riferimenti.
Chiara Benedettini, Presidente della Associazione Uno di noi, così ha esordito: «L’Associazione Uno di Noi, nata di recente, si è posta sin da subito sulla scena pubblica come autorevole interlocutore per promuovere iniziative di carattere culturale a tutela della vita, dal suo concepimento al suo naturale termine.
Questa sera ci troviamo qui insieme perché la legge sull’aborto la n. 127 del 7 settembre 2022, non solo ha introdotto l’aborto a San Marino (e questo diciamo che va da sé atteso l’esito della consultazione referendaria del settembre 2021), ma come abbiamo detto in più occasioni pubbliche, ha cancellato il ruolo educativo della famiglia, intervenendo con l’art. 3 (intitolato PREVENZIONE DELLE GRAVIDANZE INDESIDERATE ED EDUCAZIONE SESSUALE).
Questo articolo in estrema sintesi legittima lo stato a promuovere all’interno del nostro sistema scolastico quella che legge stessa definisce “educazione sessuale, riproduttiva ed affettiva”, introducendo un’idea di sessualità da vivere in piena consapevolezza anche senza scopo procreativo, e introducendo le istruzioni per prevenire una gravidanza indesiderata. Queste attività educative vengono inserite nei programmi scolastici delle nostre scuole.»
Tra le tante riflessioni e il molto materiale mostrato, per fare capire il vero volto della sessualità umana, colpisce la nota della Relazione al Sinodo sulla famiglia (dai media raccontato come orientato solamente al problema della comunione ai divorziati risposati), citata da Padre Carbone: «[…] l’ideologia del “gender” nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo.»
Infatti, non educare i giovani al bello, al vero, ad accogliere la realtà umana per quello che è, porta a costruire dei fantasmi o dei costrutti per quali l’essere umano femmina e l’essere umano maschio sono delle costruzioni culturali e non dei dati di realtà.
Infine non possiamo dimenticare l’invito che Giusy D’Amico ha rivolto a tutta l’Assemblea affinché tra i genitori nascesse una collaborazione capace di creare forme di corresponsabilità con la scuola, riconoscendo quello che i trattati internazionali dichiarano come compito educativo della famiglia, assolutamente non delegabile a nessuna istituzione. E tale urgenza di impegno vale anche e soprattutto di fronte a situazioni drammatiche che vivono i nostri giovani.
Così ha presentato il suo importante intervento: «È importante porre il focus su quello che è il “patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia”, che esige che tutte le attività, (soprattutto quelle non inerenti ai percorsi obbligatori per tutte le discipline come l’italiano, la scienza, la storia o la geografia ) siano sottoposte – in particolare se si tratta di temi eticamente sensibili – al consenso dei genitori: perché siano non solo dettagliatamente e preventivamente informati, ma possa essere recepito il loro consenso, affinché ci sia una trasparenza, una collaborazione necessaria, anche nel rispetto dei molti trattati internazionali che tutelano il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori e soprattutto il primato educativo della famiglia. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” che anche San Marino riconosce all’articolo 26 dice esattamente che “i genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire i propri figli” e su questo noi chiediamo alle scuole che ci sia questo rispetto nei confronti della libertà di scelta educativa delle famiglie, perché si possa realizzare una sempre rinnovata alleanza tra scuola e famiglia.»
Sembra certamente una tappa nel cammino intrapreso, anche tenendo conto dell’Istanza di Arengo sul «Consenso informato».
Gabriele Mangiarotti