San Marino. LA FE$TA DELLA CA$TA … di Giovanni Zonzini (Rete)

Riprendiamo il post su social del consigliere Giovanni Zonzini (Rete)

Mentre i sammarinesi cadono come mosche sotto i colpi del morbo e della fame, i governanti – nei loro palazzi dorati – banchettano e gozzovigliano a spese del popolo affamato; una pasionaria di opposizione ha riportato, immancabile, l’aneddoto che “se non hanno pane, mangino brioche” e bla bla. Siamo al delirio.
A me i galà sfracassano i coglioni, e poi non mi hanno neanche invitato: sono uno della Ka$ta un po’ $figato, si direbbe.
Vorrei però mettere in fila un paio di cose:
1) “pagano i sammarinesi” (titolo di un giornale di opposizione, La Serenissima, con linea vicina Libera) è sostanzialmente falso.
I soldi sono stati anticipati dai sammarinesi, al più, e poi sono rientrati abbondantemente, a quanto si legge. E il ricavato servirà per iniziative turistiche, immagino a San Marino (e non per i ristoratori italiani come scritto sempre da quel giornale). In altri termini, l’evento è costato € 0 e fornisce ulteriori soldi per attività di promozione turistica a San Marino.
2) i prodi paladini dell’informazione parlano invece di “cena segreta”, talmente segreta che è stata ripresa da RTV.
Il bel giornale (area RF) “smentisce” (si fa per dire) in prima pagina l’ipotesi che i costi siano stati coperti dalle donazioni perché sono stati imputati a dei capitoli di spesa a bilancio.
Davvero molto sagaci, peccato che un bilancio abbia voci di uscita (i 50.000 euro anticipati) e voci di entrata (più di € 50.000 incassati). Ricordo anche ai sagaci estensori di tale foglio quotidiano che uno Stato ogni centesimo che spende deve metterlo in un capitolo di bilancio, non possedendo fondi neri con cui finanziare, ad esempio, un giornale.
3) fare politica, guadagnare qualche centinaio di euro al mese (ogni tanto si superano i mille, ma di rado) ed essere continuamente additati come incredibili privilegiati che vivono nel lusso a spese dei cittadini ha un filino rotto le palle, ma è il gioco della vita e va bene lo stesso.
Giovanni Zonzini
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