Una Fiat 500 del 1973, ribattezzata affettuosamente “Lucia”, ha compiuto un’impresa che resterà negli annali del motorismo internazionale: ha completato il leggendario rally intercontinentale Pechino-Parigi, percorrendo 14.750 chilometri in 37 giorni attraverso dodici Paesi e superando ostacoli estremi, dal deserto della Mongolia alle strade impervie dell’Asia centrale.
Una sfida oltre i limiti, un trionfo di ingegno e resistenza
Partita da Pechino e accolta trionfalmente a Parigi nel suggestivo cortile d’onore del Garde Républicaine in Boulevard Henri IV, “Lucia” ha rappresentato l’Italia e la Repubblica di San Marino in una delle competizioni più impegnative del mondo. È la prima volta che un’auto con bandiera sammarinese prende parte alla Pechino-Parigi Motor Challenge, segnando un traguardo simbolico e sportivo di grande valore per il Titano.
Il veicolo, preparato con grande cura da Michele De Filippis ma rimasto fedele alle specifiche di serie, ha superato prove estreme: sterrati, guadi, tempeste di sabbia, vibrazioni estenuanti dell’“ondulè” e persino un’insabbiatura nel deserto della Mongolia interna. Un’avaria iniziale al motorino d’avviamento è stata superata con partenze a spinta, grazie anche all’aiuto del pubblico. “Lucia” ha chiuso la competizione al 26° posto assoluto e all’11° di categoria, superando vetture ben più potenti come Bentley, Rolls Royce, Mercedes, Volvo e Ford.
Un arrivo da protagonista e un premio da vera eroina
L’arrivo a Parigi si è trasformato in una vera e propria festa. Gli equipaggi sono stati scortati dalla Gendarmeria in ordine di classifica inversa, permettendo a “Lucia” di godere per prima l’accoglienza del pubblico in un clima di entusiasmo generale. In serata, durante il gala ufficiale delle premiazioni, “Lucia” è stata insignita del prestigioso “The True Hero Award”, con una standing ovation da stadio che ha consacrato l’impresa.
«Vedere “Lucia” giungere al traguardo di Parigi è per me un’emozione indescrivibile. Questa avventura è un inno alla determinazione, un messaggio di speranza che parte dal cuore del Titano e risuona nel mondo intero», ha dichiarato Federico Pedini Amati, Segretario di Stato per il Turismo di San Marino e proprietario della storica 500.
Cuore, passione e solidarietà lungo 14.750 chilometri
Il rally non è stato solo una sfida sportiva. L’intero viaggio è stato anche un mezzo per sostenere la lotta contro il cancro infantile, con una raccolta fondi destinata all’Associazione Oncologica Pediatrica, in collaborazione con la charity londinese Esharelife, presieduta dal Console sammarinese nel Regno Unito, Prof. Maurizio Bragagni.
Ogni chilometro percorso da “Lucia” ha contribuito a una causa concreta, trasformando la passione motoristica in un veicolo di speranza. «Questa impresa non è solo un successo sportivo, ma una conferma della visione che guida BKN301: osare, sperimentare e affrontare nuove sfide con determinazione», ha sottolineato Stiven Muccioli, imprenditore sammarinese e main sponsor del progetto.
Una nuova casa per Lucia, nel tempio della 500
Dopo il successo parigino, “Lucia” sarà esposta al Museo Multimediale della Fiat 500 “Dante Giacosa” di Garlenda (Liguria) dal 4 al 6 luglio 2025, in occasione del 42° Meeting Internazionale Fiat 500 Club Italia. Migliaia di appassionati da 14 Paesi avranno così l’occasione di ammirare da vicino l’auto che ha compiuto l’impossibile.
Un’impresa corale, una storia da raccontare
Oltre al coraggio dell’equipaggio e alla resilienza del mezzo, il progetto “Pechino-Parigi in 500” è stato possibile grazie al supporto di numerosi sponsor, tra cui Sparco SPA, BKN301 TECH S.r.l., SM CAPITAL S.r.l., TGCOM24 Mediaset, Italpress e altri ancora.
Roberto Chiodi, giornalista e navigatore, ha commentato: «Ogni chilometro è stato un capitolo di un’epica contemporanea. Tagliare il traguardo è stata la conferma che l’ingegno e la perseveranza superano ogni limite imposto dalla strada». A fargli eco Fabio Longo, co-pilota: «La vera grandezza risiede nella capacità di superare l’imprevisto con un sorriso e una soluzione. Questa avventura la porterò sempre nel cuore».