San Marino. La gente chiede come mandarli via. “DOBBIAMO FARE LA RIVOLUZIONE?”

Gatti (Pdscs): “Volete che vi legga un passaggio della relazione fatta dalla Aram capital? Essa scrive nero su bianco che ‘il prezzo
di cessione di Cerberus è congruo e coerente considerando le aspettative degli investitori su questa tipologia di crediti’. Non dice, badate bene, che il prezzo è conveniente per Cassa ma che lo è per chi compra. Pensate il livello che abbiamo raggiunto negli amministratori di Cassa che hanno detto sì alla vendita sulla base di questa relazione”.

Durante la serata delle opposizioni di lunedì sera si è potuto toccare con mano come il sammarinese sia ormai del tutto frastornato. In tanti infatti si chiedono come si sia potuti giungere a questa sentenza desolata e severa su un Paese fino a ieri ero e indipendente che ora rischia invece di presentarsi con il cappello in mano al Fmi. Anche se c’è chi non ha esitato a prendere il microfono e dire “denunciare non serve più a nulla ora che gli Npl sono stati svenduti. Abbiamo capito quel che è successo ora vogliamo sapere come si fa a far cadere questo governo, dobbiamo fare la rivoluzione”?

In tanti hanno domandato con quale modalità mandar via le persone che hanno ridotto il Paese in questo stato e perché l’opposizione non si sia mossa in quel senso. “Perché – ha chiesto la gente in sala – l’opposizione non ha ancora fatto cadere il governo”?

A rispondere alla domanda è stato tra gli altri il consigliere del Pdcs Marco Gatti. “L’opposizione ha fatto il proprio dovere ed è arrivata prima del Tribunale, abbiamo cominciato subito a fare indagini perché succedevano cose strane, si andava sui giornali a fare dichiarazioni che mettevano in ginocchio il Paese. Abbiamo fatto denunce ma anche tante proposte. La maggioranza invece veniva in consiglio a dirci ciò che diceva Confuorti. Voi ci domandate come farli cadere, io non mi auguro una nuova Rovereta. Bisogna muovere le coscienze della maggioranza. Tony Margiotta ha capito di essere stato preso in giro. Quella che dobbiamo portare avanti non è una lotta politica, l’obiettivo è la salvezza di un Paese che chiede di andare nella direzione opposta a quella in cui lo sta portando Adesso sm”.

Poi tornando sulla vicenda degli Npl il consigliere Gatti ha detto: “La maggioranza in questi giorni sta dicendo che la scelta di vendere è stata una scelta giusta confermata anche dall’ultima società cui è stato affidato l’incarico di una valutazione. Volete che vi legga un passaggio della relazione fatta dalla Aram capital? Essa scrive nero su bianco che ‘il prezzo di cessione di Cerberus è congruo e coerente considerando le aspettative degli investitori su questa tipologia di crediti’. Non dice, badate bene, che il prezzo è conveniente per Cassa ma che lo è per chi compra. Pensate il livello che abbiamo raggiunto negli amministratori di Cassa che hanno detto sì alla vendita sulla base di questa relazione”. E parlando delle conseguenze: “Con la svendita degli Npl si rende irreversibile il bilancio del 2016 con la perdita di 534 milioni, se si fosse fatta una scelta diversa, si doveva vendere almeno a tre volte tanto, quegli importi si sarebbero potuti rivedere. Ora servono soldi veri perché nessuno ha ancora detto come sarà possibile ricapitalizzare Cassa di Risparmio. Non penso si possa fare con l’emissione di titoli pubblici quando sui titoli già emessi è stata addirittura applicata la patrimoniale”.

Infine ripercorrendo la storia di Delta: “Il problema affonda le sue radici nel 2007 quando Cassa all’epoca guidata dal dott. Fantini decide di non rispettare i limiti imposti da Banca d’Italia che aveva dato un limite di investimento di un miliardo sul gruppo Delta che faceva credito al consumo. Cassa ha sconfinato investendo quasi 4 miliardi in territorio italiano. Oggi abbiamo Confuorti, allora furono i fratelli Magnoni, soci di Delta che iniziarono a litigare con Cassa. Una violazione amministrativa viene trasformata in una violazione penale che fa saltare il gruppo Delta costituito da 800-900 occupati. L’Italia non si fa scrupolo di questo. Iniziano i problemi di Cassa che la politica di allora (non c’era la Dc al governo) non fa nulla per risolvere lasciando l’istituto senza una tutela e lavandosene le mani. Si tratta più o meno degli stessi soggetti che sono ora al governo. Solo successivamente la politica cerca di dare soluzione ai problemi dell’istituto con vari prestiti che nel 2013 Cassa, avendo ripreso la propria attività, è già in grado di restituire”. La storia degli ultimi due anni è nota a tutti.

La RepubblicaSM