San Marino. La giustizia, il tribunale, la politica, le banche. E Buriani … di Alberto Forcellini

Il nome del commissario della legge Alberto Buriani sicuramente non è tra quelli più citati nella relazione di inchiesta su banca CIS. Eppure, sia per la gravità dei fatti che emergono nelle oltre 300 pagine di relazione e allegati, sia per il ruolo ricoperto da Buriani come giudice penale di primo grado per un arco temporale lunghissimo, la sua figura non è certamente minimale. Soprattutto, stride in maniera insopportabile con i titoli dei giornali di poco tempo fa, dopo la riorganizzazione degli assetti interni al tribunale deliberati nel Consiglio Giudiziario di fine luglio, in base ai quali era stato appunto rimosso dal suo ruolo storico.

31 luglio 2020 – ilfattoquotidiano.it: “San Marino, sciolto il Pool anti-tangenti”.

L’Ansa: “San Marino, azzerato il pool che indagò sulle tangenti. Il magistrato capo del gruppo assegnato a controversie stradali

3 agosto 2020 – San Marino RTV: Brunelli, Buriani e Guzzetta su repubblica.it:Vicenda triste che mina la reputazione di San Marino”

Sempre il 3 agosto, su San Marino RTV. Buriani: “Non mi do per vinto”. Mentre Repubblica Futura sul dossier giustizia, tuonava: “Interessi personali indicibili”.

È solo una pallida sintesi della potenza di fuoco mediatico, che aveva impressionato il cittadino comune sul ruolo di un personaggio, che per la prima volta veniva contestato dalle istituzioni e che invece veniva dipinto dalla stampa quasi come una vittima sacrificale.

Pochi giorni dopo, siamo sempre nell’agosto di quest’anno, arriva l’esposto di Banca Centrale contro Buriani per le strane richieste di incontro con la presidente Tomasetti durante la trattativa con Stratos, la società lussemburghese che voleva comprare il CIS. Dalle cronache dei giornali emergono molti dettagli su queste richieste di incontro, piuttosto inquietanti visti appunto i diversi ruoli dei due personaggi.

Anche in questo caso, Repubblica Futura torna a denunciare il tentativo della politica di influenzare la giustizia e chiede “più trasparenza”. Ma le opinioni della gente sul giudice, cominciano a cambiare.

Bisogna arrivare alla relazione della Commissione d’inchiesta, per fare luce sui rapporti che Buriani intesseva ormai da molto tempo con banca CIS e tutti i suoi vertici. E fa capire il perché si sia prestato ad una trattativa commerciale che non era certamente nelle sue competenze.

A questo punto assume un’altra luce anche il verbale del Consiglio Giudiziario del 30 novembre 2017 (quello in cui si prese la decisione di rimuovere il magistrato dirigente Valeria Pierfelici).

In uno degli interventi iniziali, Buriani chiede: “Perché la mia vita privata è diventata oggetto di interlocuzione tra il Magistrato Dirigente e i componenti di una commissione politica?”

Più avanti nel testo, un’altra frase chiave: “Quello che posso aver detto, come l’ho detto ai miei colleghi, è che conoscevo e frequentavo la famiglia Lazzari, conoscevo … (ci sono quattro nomi coperti dal timbro). Non c’è collega di primo grado che non sappia di questi miei rapporti. Un rapporto di cui sono orgoglioso e di cui i miei colleghi hanno potuto beneficiare, mangiando le torte, le crostate, che ci venivano preparate. Il resto sono fantasie di Valeria Pierfelici, chiacchiere in libertà, pruderie. Ho sempre saputo che il Magistrato Dirigente si deliziava a diffondere questa chiacchiera sulla pretesa relazione tra me e Stefania Lazzari. (…)

È ovvio che la vita privata delle persone non è in alcun modo sindacabile. Altra storia è quando queste persone mescolano la vita privata con il ruolo pubblico. Infatti, nella stessa relazione del 30 novembre 2017, c’è il terribile monito del giudice Lamberto Emiliani: … io voglio dire ai giudici, non tutto vi è consentito, ci sono dei limiti, ci sono dei doveri, il nostro compito è di lavorare in silenzio e in solitudine, con orgoglio e umiltà, orgoglio e umiltà. (…) C’è un’ultima cosa che vorrei ricordare. Ho letto di “rapporti di alcuni giudici con alcuni politici, giudici appoggiati da una parte della politica”. Io non ci sto, signori, con queste accuse. Io non ci sto. (sottolineato a pagina 3, ndr)

Il pensiero del cittadino comune, che viene a conoscenza di questi fatti, è magistralmente tradotto nell’ultimo capitolo della relazione della Commissione d’inchiesta, dal titolo: “La ridotta efficacia della giustizia”.

Si legge: “Alla luce di quanto appreso la Commissione rileva che a San Marino sia presente il rischio concreto che i magistrati, subendo contaminazioni ambientali in grado di nuocere all’indipendenza e terzietà degli stessi, compromettano così la buona amministrazione della giustizia.”

Lavorare in silenzio e in solitudine aveva ammonito Emiliani. In fondo alla relazione, l’ultimo degli allegati consiste in una foto che ritrae Buriani in mezzo a Grandoni, Stefania Lazzari, Fabio Berardi: le banche, la politica, il tribunale. E non c’è più niente da dire!

a/f