San Marino. La grande differenza fra l’informazione e la manipolazione dell’opinione pubblica… Uomo avvisato, mezzo salvato! … di Enrico Lazzari

Oggi voglio spiegarvi, con un esempio concreto, come è semplice “manipolare” una notizia.

Senza la necessità di “contraffarla”, ovvero senza dover inserire al suo interno elementi o eventi non reali. Famosi programmi televisivi di approfondimento, sono stati spesso accusati di confezionare i loro servizi e le loro inchieste non in funzione della verità, ma dell’obiettivo, del fine, del messaggio che vogliono trasmettere all’ascoltatore. Sempre senza tradire la realtà dei fatti, ma semplicemente dimenticandone alcuni.

Se alcuni programmi tv sembrano maestri in questa non certo nobile “arte” della manipolazione dell’interlocutore, gli avvocati sono degli “dei”. E’ il loro lavoro e proprio da questo dipende, talvolta, la loro “bravura” e l’assoluzione dei loro assistiti. Ma se nella difesa legale ogni mezzo lecito è, appunto, lecito, nell’informazione la questione è ben diversa.

Un giornalista, un commentatore, un editorialista e un direttore hanno, per deontologia professionale, una precisa serie di doveri verso l’opinione pubblica, gli ascoltatori e i lettori: informare un maniera imparziale, seria e completa, dividendo chiaramente l’opinione personale dal fatto.

Vi chiederete perchè, oggi, vi parlo di questo tema così delicato e importante ma, al tempo stesso, così lontano dall’interesse collettivo. Semplice, per quanto ho visto e ascoltato martedì scorso nell’ennesima udienza del cosiddetto “processo Buriani-Celli” e per come, questa udienza, è stata riportata in certe cronache. Cioè, non per quel processo -la vicenda mi ha solo suscitato l’idea- ma perchè dopo le “porcherie” mediatiche che hanno reso devastanti gli effetti della vicenda Mazzini, sia per i protagonisti che per gli assetti politici e la floridità economica di San Marino, è importante che ogni cittadino acquisisca il giusto senso critico nel leggere o ascoltare una notizia.

Ben inteso, quello che vi racconto -solo per spiegare il concetto della “manipolazione” giornalistica dell’opinione pubblica- è un aspetto non certo chiave della vicenda che vede l’ex Segretario di Stato Simone Celli e il Commissario della Legge Alberto Buriani imputati. In pratica si tratta di una delle situazioni che l’accusa ha portato a carico dei due per provare l’ipotesi di reato che il Processo dovrà definire se sia concreta o farlocca.

Sul banco dei testimoni c’è Alessandro Sberlati, all’epoca vicedirettore dell’Agenzia di Informazione Finanziaria (AIF) e al centro della sua testimonianza c’è un incontro che il Commissario della Legge Buriani chiese, nel pieno della vicenda Stratos-Banca CIS, al Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, e al presidente del Coordinamento di Vigilanza della stessa Bcsm, Giuseppe Ucci. Era, ricordiamolo, il 2019…

Secondo l’accusa, quell’incontro fu voluto da Buriani per mettere sotto pressione, per fare pressione ai due vertici finanziari, in un momento in cui l’intransigenza degli stessi stava mettendo in pericolo il buon fine del progetto di vendita di Banca Cis (operazione poi naufragata e banca poi messa in risoluzione). Secondo la difesa, invece, lo stesso incontro era tutt’altro: il motivo di quel summit, di quell’audizione era legato ad una indagine quanto mai importante ed estesa a mezza Europa, incentrata su movimenti bancari milionari generati da personaggi di Azerbaijan e Khazakistan. Addirittura, di quei flussi, ben 30 milioni passarono per un istituto di credito sammarinese (non Banca Cis), e le indagini dei vari paesi europei accertarono trasferimenti per centinaia di milioni, passati da un paese all’altro quasi freneticamente.

E, se nelle cronache ci fermassimo qui, potremmo tutti facilmente concludere che una delle prove -anzi degli indizi- a carico degli imputati sia stata demolita in aula e quindi crollata. C’era un motivo di preoccupazione vero alla base di quell’incontro richiesto da Buriani. L’accusa avrebbe, quindi, una affilata “freccia” in meno nel suo arco.

Ma se alla cronaca -qui estremamente sintetica, ma quanto mai eloquente- aggiungessimo anche le date di quella indagine, siamo sicuri che ci convinceremmo così facilmente che quell’indizio sia crollato in Aula?

Secondo me no… Infatti, quei fatti relativi al “traffico” valutario verso l’Europa risalgono al periodo che va dal 2012 al 2014 e già nel 2017 l’Organised Crime And Corruption Reporting Project (OCCRP) rivelò che gli azeri usarono quasi tre miliardi di dollari per ottenere il sostegno europeo. Nello scandalo furono coinvolti politici di Germania, Slovenia, Bulgaria, Belgio, Italia, Danimarca, Estonia, Ungheria, Regno Unito, figure dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (nessun sammarinese) e dell’Unesco.

Pur con gli stessi identici fatti narrati, ma anche alla luce delle date, sia di quell’indagine che del vertice richiesto dal Commissario della Legge (magari anche in assenza di novità giudiziarie eclatanti sull’indagine arrivate all’inizio del 2019), siamo ancora tutti matematicamente certi che l’ipotesi accusatori si sia rivelata chiaramente farlocca?

Ecco perchè ogni notizia di informazione andrebbe trattata nella sua complessità e mai in maniera parziale. Vi faccio un altro esempio: ipotizziamo che oggi la crescita del Pil sammarinese sia del 2% rispetto l’anno precedente, mentre la media europea dello stesso dato sia al +5%. La vostra percezione sarebbe la stessa se vi parlassi della crescita sammarinese senza citare il dato europeo rispetto a quanto sarebbe, invece, raffrontando i due dati?

A San Marino, come in tutta Europa, ci sono media che si pongono l’obiettivo nobile di informare e media che, invece, si pongono quello di “formare” o, peggio, di “manipolare” l’opinione pubblica… Impariamo a distinguerli, ne beneficerà la qualità della democrazia e, conseguentemente, il benessere -anche economico- dei cittadini.

Enrico Lazzari

 

Enrico Lazzari