Commercialisti, Usc, Osla e Usot criticano la nuova legge sull’occupazione: “Servono correttivi”.
Le imprese vogliono operare nella legalità e non intendono sottrarsi al pagamento di imposte, tasse e contributi, ma la recente riforma riferita all’occupazione (unita alla riforma previdenziale) determinano un aumento insostenibile degli oneri soprattutto a carico delle piccole imprese oltre all’introduzione di obblighi che contrastano con la libertà di iniziativa economica tutelata dall’art. 10 della Dichiarazione dei Diritti.
Tali imposizioni provocheranno l’uscita dal mercato di molte piccole imprese già operanti sul territorio, con conseguenti effetti negativi a cascata sui lavoratori dipendenti di tali imprese e vanificheranno gli sforzi compiuti dal nostro Paese ai fini dell’attrazione degli investimenti rendendo la costituzione di società sammarinesi non concorrenziale rispetto alle normative degli altri Paesi, compresi quelli a noi più vicini.
A titolo di esempio: – l’obbligo che un amministratore, in caso di assenza di dipendenti, sia sempre considerato operativo, oltre a non tenere in considerazione particolari casistiche in cui l’amministratore non svolge una effettiva attività operativa, lo assoggetta al pagamento di contributi alla gestione separata (8000 euro circa) comportando una evidente sproporzione di costi rispetto ad analoghi incarichi in società di altri Paesi; -l’obbligo di assunzione dell’amministratore operativo a tempo pieno e con livello minimo previsto per le mansioni dirigenziali oltre a comportare un incremento indiscriminato dei costi a carico delle imprese contrasta con i più basilari principi di libertà di iniziativa economica. Qualora l’amministratore necessitasse di lavorare all’interno della società, esso dovrebbe avere la possibilità di essere assunto al livello ritenuto piu? consono alla mansione effettivamente esercitata dallo stesso. (…) La RepubblicaSM