Premio Valori Tattili di Asset Banca, giunto quest’an- no alla sua seconda edizione, è stato assegnato la sera dell’11 novembre rispettivamente al Presidente e all’Amministratore Delegato della Colombini Spa, a Ivo
e Emanuel Colombini, nella cornice di una partecipata cerimonia.
Ed è nell’intervista sapientemente condotta dal giornalista Michele Cucuzza che è emersa l’essenza di una realtà che inorgoglisce per solidità e grandezza. Una grandezza sorta dall’umiltà e dal lavoro, dalle cose piccole e dalla passione per i dettagli. “Noi siamo partiti dalla famiglia – ha detto il Presidente Ivo Colombini – e sempre abbiamo creduto che dalla nostra piccola realtà dipendesse la creazione di qualcosa di più grande. Se era solida la prima lo sarebbe stata anche la seconda. Abbiamo iniziato come dipendenti io e mio fratello e poi, con la sicurezza di avere un mestiere in mano, di conoscerlo profondamente, di amarlo al di sopra di ogni altra cosa, abbiamo deciso di metterci in proprio. All’inizio è stato facile perché di lavoro ce n’era pure troppo e la notte non si dormiva pur di finirlo.
Gli alberghi a Rimini spuntavano come funghi e occorreva arredarli. Di realtà come la nostra qui a San Marino ce n’erano tante e per un po’ il lavoro c’è stato per tutti. Poi il mercato si è saturato e a quel punto in molti hanno deciso di chiudere. La nostra forza è stata indubbiamente la capacità di saperci reinventare, di non arrenderci alla crisi. E così piuttosto che disperarci perché il lavoro per gli alberghi era finito abbiamo pensato di inventarne dell’altro e ci siamo mes- si a progettare camere per ragazzi. Una lezione che ci è servita e che ci serve tuttora. Il lavoro c’è e ci sarà sempre ma soltanto per chi saprà presentarsi sul mercato con prodotti aggiornati, evoluti, che guardino al futuro piuttosto che al passato. In questo senso chi si ferma è perduto e chi non ha il coraggio di investire sul nuovo nei momenti in cui tutto sembrerebbe perduto perché c’è la crisi, è destinato a fallire”.
Saper guardare al nuovo è dunque il segreto del successo della Colombini che a giudicare dall’intervista al suo Presidente non si è mai lasciata andare alla tentazione di mettere il pilota automatico e farsi trasportare dal successo e dall’esperienza di cinquant’anni.
“Se così fosse l’azienda sarebbe – ha detto Ivo Colombini- destinata a chiudere ed io di questo ho piena consapevolezza. Serve linfa vitale e servono punti di vista diversi. Per questo ora alla guida dell’azienda c’è mio nipote Emanuel e per questo in tutti questi anni non ho mai smesso di affidarmi a consulenti esterni delegando ai nostri dirigenti decisioni importanti”.
Poi è stata la volta dell’intervista a Emanuel che con lo stesso orgoglio e la stessa umiltà ha ripreso i fili dei discorsi introdotti dallo zio.
“Ci piace pensare che la nostra realtà sia un punto di riferimento nel contesto economico, ci sentiamo responsabili. Così le decisioni, che talvolta possono rivelarsi anche sbagliate, vengono prese con grande serietà ed immancabilmente condivise dalla famiglia. Sarebbe infatti controproducente dopo aver toccato con mano l’inefficacia di questa o quella decisione cominciare a prendersela gli uni con gli altri.
A lungo termine se prevale questo atteggiamento tutte le strategie si rivelano lungimiranti anche perché dagli errori si finisce sempre per imparare. Così come dalla crisi si esce solo trovando la forza di affrontare il cambiamento. Ora per fortuna qui a San Marino il peggio sembra essere passato e tuttavia il Paese avrebbe potenzialità ben maggiori e la sua visibilità nel contesto internazionale è ancora troppo sottaciuta. Il gruppo Colombini in questo è stato pioniere e il lavoro sui mercati esteri si è rivelato di importanza cruciale”.
L’eredità che ci lascia la cerimonia di questa edizione del Premio è immensa e splendida. Ci parla di onestà, di competenza, di integrità professionale, di impegno civile, di libertà nella ricerca. E proprio grazie a questi valori il testimone è passato felicemente di mano in mano, di mente in mente, in una maratona che, c’è da scommetterci, sarà ben più lunga e affascinante di quella di sole due generazioni.