A San Marino la libertà di stampa ha subito nella giornata di ieri un durissimo colpo. Condannato infatti a 1 mese di prigionia il giornalista David Oddone. La sua colpa? Avere fatto semplicemente il suo dovere. A quel tempo arrivò al quotidiano Tribuna una “chat” di alcuni medici dell’Ospedale di Stato. Esse contenevano stralci di conversazione di pubblico interesse, come del resto emerso molto chiaramente sia dall’istruttoria, che dal dibattimento. Non a caso il giudice inquirente ha archiviato la denuncia per diffamazione – ravvisando non solo la completa veridicità dei fatti narrati, ma anche l’interesse pubblico dell’articolo – rinviando tuttavia a giudizio il collega per rivelazione di corrispondenza. A nulla sono valse le numerose sentenze della Corte di Cassazione italiana e le sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prodotti dall’avvocato Stefano Pagliai del Foro di Firenze che difendeva Oddone. E’ infatti la prima volta sia a San Marino, che in Italia, che viene condannato un cronista per questo motivo. Mentre insomma nel resto dell’Unione Europea viene difesa la libertà di stampa, a San Marino che in Europa vuole entrarci, questo non accade. Ed anche se la legge è uguale per tutti, nessuno ha mai sollevato dubbi o problemi quando sono persino stati pubblicati libri con stralci di sentenze coperte da segreto. “Vogliono farmi evidentemente passare da martire della libertà di stampa – ci scherza su Oddone -. Purtroppo però qui c’è poco da ridere. La questione è molto seria e dovrebbero preoccuparsi tutti gli operatori dell’informazione. Io sono abituato ormai a finire in Tribunale ed essere condannato per il mio lavoro d’inchiesta e per non essermi mai piegato al sistema. Sono un personaggio scomodo e sono sempre andato contro corrente. Ciò che invece dovrebbe fare riflettere è che basta uscire dai confini della Repubblica per avere giustizia e una lettura totalmente diversa delle cose. Mi auguro dunque che il giudice di appello faccia presto ad emettere la sua sentenza in modo che possa rivolgermi nuovamente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ovviamente la sentenza odierna verrà girata ai vari organismi internazionali. Quanto accade a San Marino dovrebbe fare rabbrividire i più: si chiudono banche, si caccia la dirigente del Tribunale, organismi dello Stato ricusano giudici… e ora questa sentenza. Personalmente la decisione del giudice Gilberto Felici mi dà ancora più forza e motivazione per andare avanti. Il tempo è galantuomo e sono certo che non solo avrò alla fine giustizia, ma presto emergeranno i fatti da me denunciati ormai diversi anni fa e per i quali ho già pagato e sto pagando sulla mia pelle. Ho sempre sostenuto e sostengo tuttora che ci sono servitori dello Stato collusi con un certo sistema”. Conclude Oddone: “Quando parlavo, per primo e in solitudine,di mafia a San Marino, venivo minacciato e denigrato. I fatti mi hanno poi dato ragione. Vedrete che accadrà di nuovo”. Durante l’udienza Oddone ha voluto esprimere la propria solidarietà “alla mia amica e collega Federica Angeli, oggetto di minacce mafiose solo per avere fatto il suo lavoro con la schiena dritta”.Così invece l’avvocato Stefano Pagliai: “Andiamo in appello e siamo fiduciosi di ottenere giustizia in questa sede. Attendo con curiosità di conoscere le motivazioni di una sentenza che non ha precedenti. Siamo pienamente convinti delle nostre ragioni”.
Michele Cucuzza