San Marino. La maggioranza dei 44 c’è ancora? La prova del nove nel Consiglio in corso … di Alberto Forcellini

Consiglieri di maggioranza che pongono dei distinguo, diversità di vedute, perdita di voti, fuoriuscite, turbolenze: la maggioranza dei 44 c’è ancora? Ci possono essere evoluzioni nel panorama politico? Ci sono le condizioni per rimanere al governo?

Se l’è chiesto il segretario di Rete Emanuele Santi illustrando le ragioni della verifica e ponendo le carte in tavola in apertura del comma comunicazioni, in qualche modo imprimendo un taglio politico ben preciso ai lavori del Consiglio.

Una verifica fuori dai consueti schemi della politica sammarinese, determinata dal fatto che nel momento in cui si è allentata la stretta del Covid, il governo ha perso la sua spinta propulsiva prediligendo le vecchie logiche clientelari e i consueti giochi di potere. Ci voleva chiarezza. Questo ha chiesto Rete, questo l’obiettivo della verifica, non tanto sulle cose da fare specificate nel programma di governo, quanto sulle modalità di lavoro. Fuori dai denti: un cambio di passo, pur nella conferma piena e inequivocabile della maggioranza. Santi ha chiesto esplicitamente di mettere la faccia sul cambiamento, il coraggio di intaccare i privilegi, che non possono essere considerati diritti acquisiti e che San Marino non si può più permettere.

La risposta degli alleati è stata altrettanto chiara ed inequivocabile: è normale che all’interno di una maggioranza così composita ci sia un dibattito interno e un confronto continuativo. San Marino si trova di fronte ad una fase straordinaria in cui, da una parte, c’è la necessità di gestire la pesante eredità ricevuta dal passato governo; dall’altra, occorre disegnare una visione del Paese in grado di progettare lo sviluppo e governare il debito pubblico.

Quindi, avanti tutta su: riforma delle pensioni, riforma dell’IGR, interventi sulla spesa pubblica, cartolarizzazioni, NPL, reclutamento delle forze di polizia, nuovo ospedale e procedure per la nomina del nuovo Comitato Esecutivo ISS (all’odg della presente sessione consiliare), interventi in materia giudiziaria (anche questi nell’odierno calendario dei lavori), interventi in materia finanziaria, nuovo PRG, soluzione al problema della raccolta rifiuti.

Il banco di prova della maggioranza comincia già in queste giornate di fine agosto e si vedrà se la verifica darà già qualche risultato e, nell’eventualità, se sia utile proseguire con la stessa modalità di lavoro. Perché va da sé che, se l’accordo lo si trova ragionando, poi la strada diventa più semplice da perseguire e sicuramente sarà più produttiva

Capigruppo e Segretari di Stato sono stati molto chiari, specificando che d’ora in avanti non ci saranno scusanti e che la serietà della maggioranza andrà misurata con la realizzazione degli obiettivi.

La qual cosa ha infranto tutti i sogni di gloria dell’opposizione, da mesi impegnata a scalzare questo o quello dal governo per tornare nella stanza dei bottoni.  Quindi ha continuato a chiedere quali fossero gli obiettivi della verifica (probabilmente stavano chiacchierando o erano andati alla buvette); l’ha bollata come la verifica “più pazza” e “più strampalata della storia”; ha insistito sulla convocazione post ferragostana, che non è nella prassi consiliare e che serviva in passato solo per fare dei blitz (per il momento non si è visto nessun blitz); che questo governo ha fatto il debito (non ricordando che il “passato governo” ha lasciato un buco miliardario); che se il governo attuale ha fatto qualcosa di buono è perché gliel’ha suggerito l’opposizione, tradendo così un’incredibile ingenuità o una gravemente sospetta malafede.

Ascoltando molti interventi dell’opposizione pare purtroppo che ancora ci siano esponenti politici non in grado di leggere l’attualità che sta vivendo San Marino, le difficoltà e i ritardi da recuperare, i malanni cronici da guarire, un’operatività della politica che è sempre stata un capitolo dimenticato (fatta eccezione per i disastri accumulati fino alla passata legislatura) e che è tutta da rilanciare.

Il colpo di grazia l’ha dato il governo già in mattinata con l’annuncio della sua costituzione parte civile nel processo contro Buriani e Celli, e con la nomina di un consulente esterno sempre per la vicenda penale contro Buriani e la relativa azione di sindacato. A questo punto la domanda è non sulla verifica, ma su quanti cadaveri dovranno ancora venire fuori dagli armadi!

a/f