In Consiglio tutti concordi sulle dimissioni del generale Gentili. L’esecutivo raccoglie una decina di voti oltre la sua naturale soglia di consiglieri: 39 sì;13 i no.
E’ stata una battaglia vissuta sugli Ordini del Giorno più che una serie di dichiarazioni, più o meno polemiche, sulla storia ‘militare’ sammarinese del generale Alessandro Gentili.
Iscritti a parlare sono stati in 47. Tutti concordi nell’accettare le dimissioni del comandante. Quindi un pomeriggio che ci si prospettava tranquillo.
Invece ci si è scaldati solo sull’ordine del giorno da scegliere tra quello della minoranza (inclusi gli indipendenti di sinistra) e quello della maggioranza con l’appoggio esterno di Partito Socialista e di Unione per la Repubblica.
La curiosità della differenziazione tra i due OdG è stata sintetizzata molto bene dall’intervento per la dichiarazione di voto di Mario Venturini (Ap): “Condivido l’osservazione dell’opposizione sul fatto che non ci siano nel documento di maggioranza parole di richiamo su quanto affermato dal comandante Gentili. Ma sono perplesso sulla loro proposta. Non possiamo aspettare che siano i gendarmi a dire al governo e al Consiglio cosa fare”.
Il fiammifero che ha dato fuoco alla polemica finale è arrivato quando i movimenti hanno fatto propria l’idea di chiedere, appunto, alla stessa Gendarmeria di “Elaborare un documento, da portare all’attenzione delle Commissioni Esteri e quella di Giustizia, contenente un esame delle criticità esistenti che limitano l’azione della Gendarmeria stessa.
Relazione corredata da un elenco di proposte per migliorarne l’operatività, le risorse necessarie, gli accordi internazionali da stipulare e porre in essere”.
In sostanza è un coinvolgere agli uomini che operano per strada o si perdono in pratiche amministrative lunghe, complesse e articolate tanto da frenare la tutela dell’ordine pubblico e quindi della sicurezza dei cittadini.
Un Odg che, è stato spiegato dall’opposizione, teso a suggerire all’esecutivo una seria meditazione sul da farsi ed una riflessione su come operare nel futuro.
Dal fronte opposto è arrivato uno sdegnato e giustificato rifiuto: “Chiedere ai Gendarmi cosa fare significa abdicare l’autorità delle Istituzioni”. Alla fine si è votato su due Ordini del Giorno.
Il primo quello dell’opposizione ha raccolto 14 voti favorevoli, 36 contrari, 1 astenuto.
Il secondo quello della maggioranza allargata: 39 sì e 13 no.
Vediamo il contenuto voluto dalla maggioranza allargata: “Le problematiche su sicurezza e ordine pubblico e al riordino dei corpi di polizia; e alla nomina del comandante della Gendarmeria”. La Tribuna