SAN MARINO. La memoria del martirio di Massimiliano M. Kolbe rinnovi le nostre radici cristiane…di Don Gabriele Mangiarotti

 

Ho appreso con gioia, dal sito Vaccarinews, che San Marino emetterà il 30 marzo un
francobollo dedicato a San Massimiliano Maria Kolbe.
Qui la notizia: «Ucciso nel 1941 ad Auschwitz. È il frate francescano Massimiliano Maria
Kolbe, un passato a San Marino che il 30 marzo lo ricorderà attraverso un francobollo
Dopo la cartolina postale da 250 lire del 28 agosto 1982, San Marino torna a citare
Massimiliano Maria Kolbe, ora a ottant’anni dal martirio.
Il nuovo omaggio, in arrivo il 30 marzo, è costituito da un francobollo in vendita a 3,50 euro;
l’impiego ideale sarebbe una raccomandata interna di quinto porto (cioè da
duecentocinquanta a trecentocinquanta grammi di peso). Tirato in trentamila unità, si
presenta in fogli da dodici con la bandella a sinistra del foglio; in essa compare un evocante e
terribile camino che fuma. Vi ha lavorato Mauro Mazzara.
Nel 1915 il frate francescano conventuale, sacerdote e missionario polacco, fu ospite del
Convento francescano sul monte Titano, richiamato nella vignetta al fianco del personaggio.
Fondò a Roma il movimento di evangelizzazione Milizia dell’Immacolata, fu missionario in
Giappone e cercò di diffondere la parola di Dio attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca,
tanto da divenire patrono dei radioamatori. Arrestato dai nazisti, morì nel campo di
concentramento di Auschwitz (anch’esso citato nel dentello), donando la sua vita per salvare
un padre di famiglia condannato a morire di fame. Beatificato da Paolo VI nel 1971, è stato
canonizzato come martire da Giovanni Paolo II nel 1982.»
[https://www.vaccarinews.it/index.php?_id=30381]
Insieme al francobollo su Caravaggio, che ricorda l’episodio della Fuga in Egitto, con questa
emissione si pone alla nostra attenzione qualcosa che riguarda da vicino le nostre radici
cristiane. «Quale altra nazione ha il Dio vicino a sé?» si domandava Mosè nel Deuteronomio. E
noi possiamo con fierezza ripetere: «Quale altra nazione ha un santo come fondatore?» e può
persino indicare nel suo calendario la data della vita di tale santo, San Marino appunto.
Vorrei allora riprendere un pensiero di s. Giovanni Paolo II nella sua omelia ad Auschwitz,
ricordando Padre Kolbe, e un pensiero originale del santo a proposito della testimonianza
cristiana nel mondo.
Dice s. Giovanni Paolo II: «“…Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1Gv
5,4). Le parole della Lettera di San Giovanni mi vengono alla mente e mi penetrano nel cuore,
quando mi trovo in questo posto dove ha avuto luogo una particolare vittoria dell’uomo
attraverso la fede. Quella fede che fa nascere l’amore di Dio e del prossimo, l’unico amore,
l’amore supremo che è pronto a “dare la vita per i propri amici”. Vittoria dell’amore, che la
fede ha vivificato fino agli estremi istanti dell’ultima e definitiva testimonianza.
Questa vittoria di fede e di amore è stata riportata – in questo luogo – da un uomo, il cui nome
è Massimiliano Maria, il cognome: Kolbe; di professione (come si scriveva di lui nei registri del
campo di concentramento): sacerdote cattolico; di vocazione: figlio di San Francesco; di
nascita: figlio di semplici, laboriosi e devoti genitori, tessitori nei pressi di ?ód?; per grazia di
Dio e per giudizio della Chiesa: beato.
Vittoria di fede e di amore, ancor più brillante, in quanto riportata in un luogo costruito per la
negazione totale della fede – quella in Dio e quella nell’uomo – e per calpestare radicalmente
non soltanto l’amore, ma tutti i segni della dignità umana.
In questo … luogo del terribile eccidio … Padre Massimiliano, offrendo volontariamente se
stesso alla morte per salvare un fratello … riportò una vittoria spirituale simile a quella di
Cristo stesso.»

Quella di P. Kolbe è stata una «vittoria dell’uomo», e questo è stato possibile «per la fede». E
allora possiamo guardare alla fede non come a un retaggio obsoleto del passato, ma come alla
condizione più vera per la risurrezione della vita e del popolo.
In un suo scritto del maggio del 1932 divulgato nel 1957 così Kolbe si esprimeva: «nello
stesso tempo, si studino i movimenti antireligiosi della nostra età, le loro fonti, i loro metodi,
gli effetti; ecc. distinguendo in tali movimenti che cosa c’è di buono e che cosa c’è di male in
essi, perché non c’è modo migliore per estirpare un cattivo movimento che conoscere cosa
contenga di bene, e applicarlo subito alla nostra causa. Le omissioni a questo riguardo hanno
prodotto deplorevoli eventi nel Messico e in Spagna; occorre esercitarsi secondo la propria
possibilità (preghiere, mortificazioni, ecc.) per questa causa e preparando il piano d’azione
per il futuro».
Credo che questo suggerimento valga non soltanto secondo l’indicazione straordinaria di san
Paolo (Esaminate ogni cosa, trattenetene il valore) ma soprattutto per vivere il fuoco
missionario che ci porta a incontrare ogni uomo per mostrargli la bellezza di Cristo.
Chissà se il ricordo di questo santo martire della fede e della carità, che i francobolli di San
Marino rimettono al centro della nostra attenzione, aiuterà i nostri concittadini a vivere quella
«vittoria dell’uomo attraverso la fede» che sembra potere ridare senso e dignità alla nostra
storia e appartenenza.

 

Don Gabriele Mangiarotti