Il dovere della memoria, affidato alle onde di una radio nazionale francese per raggiungere le nuove generazioni e metterle in guardia sui pericoli dei conflitti. Il ricercatore sammarinese René Rastelli, da anni residente nella zona di Grenoble, è stato protagonista lo scorso 11 novembre di un’intervista di un’ora in diretta su ICI Isère, antenna locale della radio nazionale francese, partendo da una domanda cruciale: “Il dovere di memoria: ne facciamo troppo o non abbastanza?”.
L’occasione è stata la commemorazione della fine della Prima Guerra Mondiale, una data che in Francia apre a una riflessione più ampia su tutte le guerre. Rastelli, come da lui stesso comunicato, ha colto l’opportunità per parlare delle sue ricerche sui franco-sammarinesi e sui partigiani che combatterono durante la Seconda Guerra Mondiale. L’intervento ha voluto però allargare lo sguardo a tutta la popolazione civile che ha vissuto il tragico periodo 1939-1945. “Purtroppo le memorie vive di chi ha vissuto quel periodo si spengono”, ha spiegato. “Tra i sopravvissuti c’è chi vuole parlarne, ma anche chi non vuole riaprire la mente su quelle tragedie”.
Durante l’intervista, Rastelli ha dipinto un quadro vivido dell’atmosfera di quel tempo, dominata dalla paura e dalla sfiducia. “La frase ‘i muri hanno delle orecchie’ era una realtà concreta”, ha raccontato, descrivendo una popolazione terrorizzata, dove la fiducia nel prossimo era un rischio. Durante i bombardamenti aerei, la gente si nascondeva nelle foreste o nei tunnel delle fabbriche, senza sapere se sopra le loro teste volassero aerei con la croce tedesca, la coccarda inglese o la stella americana. Tutti temevano per il ponte di Brignoud, punto strategico della vallata, ben sapendo che le bombe degli anni ’40 non erano guidate con precisione.
“È nostro dovere parlare di questo periodo”, ha ribadito il ricercatore, “non per patriottismo, ma per informare le nuove generazioni dei pericoli della guerra. E in questo momento, la guerra è ai nostri confini”. Un messaggio che Rastelli porta avanti non solo a parole, ma con azioni concrete. Ha infatti ricordato la conferenza a cui ha partecipato lo scorso maggio nel salone d’onore del Comune di Grenoble, accompagnata da una mostra dedicata a 18 suoi concittadini che combatterono durante la guerra, un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Museo dell’Emigrante e il Console onorario di Grenoble.
Per avvicinare i giovani, secondo Rastelli, è necessario utilizzare tutti i mezzi, dai media tradizionali alle reti social, fino all’arte urbana. A questo proposito, ha menzionato la sua proposta di realizzare un grande murale di 12 metri in onore della Resistenza, l’unico nella vallata. La posizione scelta sarebbe strategica: lungo una strada nazionale a vocazione turistica, vicino alle scuole per un fine pedagogico e in un luogo storico, dove sette partigiani furono uccisi in un’imboscata. Un impegno che solleva però una domanda cruciale per il futuro, la stessa posta da Rastelli a conclusione del suo intervento: “Come potrà essere portato avanti questo dovere di trasmissione del passato, quando anche le voci di chi oggi lo racconta non ci saranno più?”.












